Il PD cambia idea su Cancellieri?
Tutti i candidati alla segreteria chiedono che si dimetta, arrivano le prime critiche al ministro dal governo e persino da Monti: la mozione di sfiducia si vota mercoledì
Nel fine settimana il caso politico che riguarda il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, per via del suo interessamento sulla vicenda della scarcerazione di Giulia Maria Ligresti, è stato oggetto di discussione tra i candidati alla segreteria del Partito Democratico e tra altri esponenti del partito. Proprio nel Partito Democratico, partito di maggioranza relativa in Parlamento, l’orientamento nei confronti del ministro Cancellieri sembra essere cambiato, almeno in parte. Di fatto, seppure con toni e argomenti diversi, tutti i quattro candidati alla segreteria del PD hanno chiesto a Cancellieri di dimettersi. La Camera voterà il 20 novembre una mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle.
Questa accelerazione nel Partito Democratico arriva a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione di nuovi dettagli su come sono andate le cose in estate tra Cancellieri e la famiglia Ligresti, con Repubblica che ha accusato il ministro di avere detto “bugie” ai magistrati che l’hanno sentita sulla vicenda della scarcerazione di Giulia Maria Ligresti (qui trovate un riassunto delle puntate precedenti). Cancellieri è accusata dai critici di essersi indebitamente interessata alla vicenda giudiziaria di Giulia Ligresti a causa del suo rapporto di amicizia e vicinanza con la stessa famiglia Ligresti; lei si è difesa dicendo di non essere andata oltre le sue competenze e di aver fatto interventi simili in decine di casi altrettanto urgenti.
Pippo Civati e la mozione di sfiducia
Nel PD il tema della sfiducia per il ministro della Giustizia è stato posto domenica da Pippo Civati, candidato alla segreteria del partito, che in un breve post sul suo blog ha annunciato di volere presentare un testo all’assemblea del gruppo parlamentare sulla vicenda. Scrive Civati:
Siccome per la serie “gli argomenti più stupidi del mondo” il Pd dice di non poter ‘sfiduciare’ il ministro Cancellieri perché non si può votare la mozione del M5S, segnalo che ne possiamo presentare una noi. Martedì presenterò un testo all’assemblea del gruppo. Così la smettiamo con l’ipocrisia di chi parla di motivi di opportunità politica senza fare nulla di concreto. Non se ne può più.
Civati ha poi spiegato che, con sfumature diverse, nei giorni scorsi tutti e quattro i candidati alla segreteria del PD “hanno fatto capire” che Cancellieri si sarebbe dovuta dimettere “per toglierci dall’imbarazzo”. Poiché ciò non è avvenuto, il PD potrebbe portare avanti una propria mozione per sfiduciare il ministro della Giustizia. Facendo riferimento a Matteo Renzi e Gianni Cuperlo, Civati ha ricordato che “altri candidati sono dotati di centinaia di parlamentari”, che per coerenza dovrebbero votare in sintonia con i loro candidati di riferimento alla segreteria del partito, quindi a favore delle dimissioni di Cancellieri. Se ciò non avvenisse, diventerebbe evidente che nella pratica né Cuperlo né Renzi se la sentono di sfiduciare direttamente il ministro per le possibili conseguenze sulla stabilità del governo Letta, almeno per come la vede Civati: “Decidiamo. Io voglio un voto in un senso o nell’altro. Decidiamo di votare per ribadire la fiducia alla Cancellieri? Va bene, facciamolo. Io non voglio prendere una posizione isolata”.
Cosa ne pensa Renzi
Nella serata di domenica anche Renzi è tornato a occuparsi della vicenda. Ospite a Che tempo che fa, Renzi ha spiegato che Cancellieri “si deve dimettere” prima del voto sulla mozione di sfiducia perché con il caso Ligresti si è data “una serie di messaggi per cui sembra che la legge non sia uguale per tutti: un meccanismo atroce”. Durante l’intervista, Renzi ha spiegato che “non basta uno starnuto per far cadere un governo” e che quindi le dimissioni di Cancellieri non avranno conseguenze definitive per il governo Letta. Renzi non ha detto chiaramente se appoggerà una mozione di sfiducia presentata dal PD come ha proposto Civati, ma ha comunque spiegato che “se fossi il segretario, andrei ai gruppi e direi: ragazzi, con questa qui non regge”.
Cuperlo e Pittella
Anche Cuperlo e Pittella, con toni diversi, hanno detto di essere favorevoli alle dimissioni del ministro Cancellieri. Gianni Cuperlo ha detto di non considerare in discussione la correttezza del ministro, ma che si tratta di «un problema di opportunità politica»: Cancellieri dovrebbe quindi valutare «se esistono tutte le ragioni di serenità per adempiere appieno a una funzione particolarmente delicata come è quella del Guardasigilli». Pittella ha una posizione molto più netta, nella stessa direzione: afferma che il ministro Cancellieri è «una grande professionista, una servitrice dello Stato» ma che «deve dimettersi», meglio se prima del voto sulla sfiducia.
Stefano Fassina e il governo
Fin qui i membri del governo Letta – a cominciare dal presidente del Consiglio – hanno dato pieno sostegno al ministro Cancellieri. Anche su quel fronte però nel fine settimana qualcosa si è mosso. Il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina (PD), ha criticato Civati – «deve ricordarsi che fa parte di un partito: siamo in campagna congressuale ma a tutto c’è un limite. È inaccettabile l’idea che uno si sveglia e presenta una mozione di sfiducia» – ma intervistato dal TG3 ha comunque sollevato per la prima volta qualche perplessità sul ministro della Giustizia, spiegando che «il rapporto con la Cancellieri si è incrinato» e che dovrebbe valutare «attentamente il da farsi».
E gli altri?
Il centrodestra, reduce dalla scissione del PdL in Forza Italia e Nuovo Centrodestra, concorda sul fatto che Cancellieri debba mantenere il proprio incarico. Lunedì mattina però sono arrivate critiche al ministro Cancellieri da Mario Monti, senatore a vita nonché capo del governo di cui Cancellieri fu ministro degli Interni: «Alcune telefonate di Cancellieri sono state inopportune». Monti non ha però detto se voterà o meno la mozione di sfiducia.
Cosa succede adesso
Il gruppo parlamentare del PD si riunirà nella serata di domani, martedì 19 novembre, per decidere una linea comune da tenere sul caso Cancellieri. Il voto sulla mozione di sfiducia alla Camera presentata dal Movimento 5 Stelle è previsto in calendario per il giorno seguente.
foto: GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images