Il caso Cancellieri si complica
Repubblica accusa il ministro di avere detto "bugie" sulla vicenda della scarcerazione di Giulia Maria Ligresti, citando i dati dei tabulati telefonici
Sulla prima pagina di Repubblica di venerdì 15 novembre c’è un titolo molto duro nei confronti dell’attuale ministro della Giustizia per la vicenda Ligresti: “Le bugie della Cancellieri”. Il titolo rimanda a un articolo di Ottavia Giustetti e Paolo Griseri in cui si prova a ricostruire il complicato intreccio di comunicazioni tra la famiglia Ligresti e quella del ministro Cancellieri, avvenuto quest’estate durante le settimane di custodia cautelare in carcere (quella che chiamiamo carcerazione preventiva, in attesa di giudizio) di Giulia Maria Ligresti. (Se conoscete la storia, potete saltare i prossimi due paragrafi di riepilogo della vicenda, qui raccontata più estesamente.)
Il caso Ligresti – Cancellieri
La carcerazione era stata decisa nell’ambito delle indagini della procura di Torino su Fondiaria-SAI, che avevano portato ad altre sei misure di custodia cautelare. La vicenda riguarda il finanziere e imprenditore Salvatore Ligresti, padre di Giulia Maria, altri due suoi figli e tre ex dirigenti della società. Per tutti l’accusa era di false comunicazioni sociali e riguardava il bilancio del 2010 di FonSAI. La scarcerazione di Giulia Maria Ligresti è avvenuta il 28 agosto 2013, dopo circa un mese di permanenza nel carcere di Vercelli. Le sono stati concessi i domiciliari dopo una perizia medica che aveva messo in evidenza un peggioramento delle sue condizioni di salute, con una perdita di peso di sei chili in meno di un mese di carcere. Successivamente Ligresti ha patteggiato una pena di due anni e otto mesi, sentenza non ancora definitiva, ed è uscita dagli arresti domiciliari il 19 settembre.
A fine ottobre, alcune inchieste giornalistiche avevano messo in evidenza un certo interessamento da parte di Anna Maria Cancellieri nei confronti delle vicende giudiziarie dei Ligresti, di cui è amica di famiglia. Il figlio di Cancellieri, Piergiorgio Peluso, era stato inoltre direttore generale di FonSAI per un anno, incarico lasciato non in buoni rapporti con i Ligresti e secondo i giornali con una liquidazione da 3,6 milioni di euro. In seguito alla pubblicazione di alcune intercettazioni telefoniche, Cancellieri aveva riferito in Parlamento dando la propria versione dei fatti, e spiegando di essersi occupata della salute in carcere di Giulia Maria Ligresti dopo avere ricevuto “una telefonata da Antonino Ligresti”, fratello di Salvatore Ligresti.
Telefonate
Basandosi sui documenti della procura di Torino, Giustetti e Griseri scrivono che Cancellieri avrebbe dato una versione parziale al pubblico ministero Vittorio Nessi, che la interrogò il 22 agosto per capire la natura della sua segnalazione per verificare le condizioni di salute di Giulia Maria Ligresti: non fu Antonino Ligresti a chiamare il ministro, scrivono.
I tabulati telefonici (quelli da tempo depositati e a disposizione delle parti) raccontano una storia diversa. Alle 13.33.20 del 19 agosto il numero chiamante è quello del ministro (il cellulare con il prefisso 366) e il numero chiamato è quello di Antonino Ligresti, che risponde da una località della Val d’Aosta. Dunque non è Cancellieri che viene chiamata, ma è Cancellieri che chiama. Lo fa perché per due volte il giorno precedente Antonino l’ha cercata sul cellulare. E la seconda lascia un messaggio in segreteria. Poteva il ministro non rispondere a quella richiesta? Evidentemente no, non poteva.
Giustetti e Griseri spiegano che Cancellieri avrebbe potuto dare la versione completa dei fatti durante l’interrogatorio, chiarendo che il 19 agosto la telefonata era partita dal suo cellulare dopo avere ricevuto due chiamate dal fratello di Salvatore Ligresti. I tabulati mostrano inoltre un intenso scambio di telefonate tra il marito di Cancellieri, Sebastiano Peluso, e Antonino Ligresti: “per sei volte il cellulare di Peluso parla con quello del fratello del patriarca” con chiamate che durano 3 – 4 minuti effettuate tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto, nei giorni in cui era stata presentata la prima richiesta di scarcerazione di Giulia Maria Ligresti, respinta dal giudice per le indagini preliminari.
In Parlamento Cancellieri aveva spiegato di avere fatto presente le condizioni di Giulia Maria Ligresti agli uffici competenti quando già erano state avviate altre verifiche sulla sua salute. La comunicazione alla procura di Torino da parte del carcere di Vercelli fu eseguita il 13 agosto, quindi diversi giorni prima della telefonata tra Cancellieri e Antonino Ligresti. Ma le telefonate dal cellulare del marito del ministro furono antecedenti, ricorda Repubblica:
Ora dai tabulati si scopre invece che il marito del ministro, Sebastiano Peluso, e Antonino Ligresti si sono parlati al telefono assiduamente proprio nei giorni a cavallo tra luglio e agosto. O marito Peluso e moglie Cancellieri hanno evitato di parlarsi per tutto quel periodo o è assai improbabile che il ministro abbia appreso dell’emergenza Giulia solamente il 19 di agosto.
La mozione di sfiducia
Le nuove ricostruzioni potrebbero complicare le cose per il ministro Cancellieri, in vista della mozione di sfiducia nei suoi confronti in Parlamento, presentata dal Movimento 5 Stelle. Il voto è stato anticipato a mercoledì 20 novembre alla Camera: fino a ora Cancellieri ha avuto il pieno sostegno del Popolo della Libertà e di buona parte del Partito Democratico. Teoricamente il ministro della Giustizia ha quindi i numeri per non essere sfiduciato e mantenere il proprio incarico, ma molto dipenderà da come andranno le cose nei prossimi giorni, soprattutto all’interno del PD.
Prima che emergessero le nuove ricostruzioni sulle telefonate Matteo Renzi, candidato alle primarie a segretario del PD e sindaco di Firenze, aveva detto di non essere d’accordo con l’attuale segretario Guglielmo Epifani che aveva sostanzialmente difeso Cancellieri dando la linea al partito: “Cancellieri avrebbe fatto un favore al paese se si fosse dimessa”. Anche Giuseppe Civati, altro candidato alle primarie, ha detto che è necessario fare chiarezza e ha chiesto al PD di votare la sfiducia al ministro: “Il gruppo [alla Camera] voti sulla sfiducia. Se Renzi è coerente, con i suoi quasi 200 deputati, questa linea può passare”. La decisione sarà assunta dopo una riunione del gruppo parlamentare del Partito Democratico.
Giulia Maria Ligresti
Nella puntata di giovedì 14 novembre di Porta a Porta è andata in onda un’intervista a Giulia Maria Ligresti. Ha spiegato che il periodo della carcerazione è stato molto duro e che ha pensato “di non farcela”. Sulla vicenda Cancellieri ha detto di essere “dispiaciuta” per i problemi che sta affrontando il ministro: “Mi dispiace per le persone che mi sono state vicine e che hanno cercato di aiutarmi in un momento di grandissima difficoltà”.