I complicati soccorsi nelle Filippine
Acqua, cibo e farmaci scarseggiano e in molti casi non si riesce a farli arrivare dove servono, si parla di saccheggi e tensioni: aggiornamenti e le ultime foto
Nelle Filippine migliaia di persone sono al lavoro per dare soccorso e aiuto nelle province dove il passaggio del tifone Haiyan alla fine della scorsa settimana ha causato più danni, distruggendo migliaia di abitazioni e causando la morte di centinaia di persone. Nelle ultime ore il governo filippino ha aggiornato nuovamente il conteggio dei morti portandolo a 1.833. Il numero è destinato ancora ad aumentare, ha spiegato martedì 12 novembre il presidente Benigno Aquino, e si prevede che i morti causati dal tifone saranno tra i 2.000 e i 2.500, stima molto distante dalle previsioni più pessimistiche dei giorni scorsi che avevano parlato di 10mila morti.
Durante il suo passaggio il tifone Haiyan ha causato il ferimento di oltre 2.600 persone e alle autorità risultano ancora 84 dispersi. Le piogge copiose e i forti venti hanno interessato una popolazione di circa 7 milioni di persone, mezzo milione di queste si trovano ancora nei centri di accoglienza predisposti dal governo e dalla Croce Rossa. Si stima che in totale le case danneggiate dal tifone siano state quasi 150mila e ci sono strade ancora impraticabili, zone senza corrente elettrica e con sistemi di comunicazione fuori uso.
Nelle province di Leyte e Samar, due delle più interessate dal passaggio di Haiyan, iniziano a scarseggiare acqua, cibo e medicinali. I soccorritori faticano a soddisfare le esigenze delle decine di migliaia di sfollati, anche perché a causa delle interruzioni sulle strade non è sempre facile fare arrivare gli aiuti. L’esasperazione ha già portato ad alcuni episodi violenti tra la popolazione: a Tacloban, città quasi completamente distrutta nella provincia di Leyte, otto persone sono morte durante un assalto a una riserva di riso. Polizia ed esercito hanno provato inutilmente a fermare gli assalitori, che hanno sottratto 100mila sacchetti di riso.
In molti casi cibo, acqua e medicinali sono pronti per essere inviati verso le aree distrutte dal tifone, ma mancano i mezzi e la coordinazione per rendere efficace la loro distribuzione. È una situazione frustrante per chi da giorni vive tra le macerie delle proprie abitazioni ed è ancora in attesa di ricevere soccorso. Il ministro degli Interni ha risposto alle critiche dicendo che il governo si è attrezzato in primo luogo per assicurarsi il mantenimento “dell’ordine e della legge”, condizione necessaria per potere poi portare gli aiuti. Il governo sta inoltre organizzando le operazioni per il recupero dei corpi delle persone morte, che in molti casi si trovano ancora ai margini delle strade e sotto le macerie, a pochi metri da dove vivono i sopravvissuti.
Stati Uniti, Unione Europea, Nazioni Unite e altri paesi hanno messo a disposizione donazioni e mezzi di soccorso per affrontare le prime emergenze nelle Filippine. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari ci sono 11,3 milioni di persone che necessitano di aiuti e servizi nelle aree dove è passato Hayian.