Paolini: mostro, idiota e amico mio
Lo scrittore Christian Raimo racconta il suo rapporto col "disturbatore" televisivo arrestato domenica, che conosce da vent'anni
È stato arrestato domenica con l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile e pornografia minorile Gabriele Paolini, personaggio dall’anomala fama legata ai suoi frequenti interventi a disturbo di programmi e collegamenti televisivi, da molti anni. L’esteso disprezzo che si è guadagnato in questo modo – che gli è valso a volte repressioni anche violente – si somma così a quello per la qualità dei reati per cui è accusato. Lo scrittore e giornalista Christian Raimo ha invece raccontato sul sito dell’editore Minimum Fax quello che sa di Paolini, conoscendolo personalmente dai tempi della scuola.
Conosco Gabriele Paolini da più di vent’anni. Posso dire che gli voglio bene. Eravamo nello stesso liceo, anche se in due classi diverse. Frequentammo un corso di teatro insieme “un paio di volte a settimana il pomeriggio” e ci conoscemmo lì; lo teneva uno dei più grandi maestri del teatro italiano, Pino Manzari (allievo a sua volta di Orazio Costa). Gabriele era istrionico e manierato già a quindici anni, sapeva rifare le scenette di Totò a memoria. Aveva talento, sapeva stare su un palco. In classe e a casa delle materie curricolari non studiava niente, passava molto del suo tempo nei dintorni del mondo televisivo; già allora. Faceva sega a scuola e stazionava davanti agli studi televisivi della Dear Film per ore per farsi riempire i quaderni di autografi e foto, li collezionava, ne aveva a centinaia. Si faceva accompagnare da altri compagni incantati anche loro dalla luce taumaturgica del piccolo schermo. Un paio di volte ci andai anche io, adepto alla Dea Tv come chiunque sia cresciuto negli anni ’80, a fare la posta alle comparse che entravano negli studi Dear, in attesa di qualche faccia più nota, una ballerina, Gigi Sabani.
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