Il caos delle elezioni presidenziali nelle Maldive
Sono state rinviate tre volte negli ultimi tre mesi: entro lunedì deve essere eletto il nuovo presidente, dice la Costituzione
Domenica 10 novembre la Corte Suprema delle Maldive ha annullato il ballottaggio per l’elezione del presidente, a seguito di un reclamo presentato da uno dei candidati, Abdulla Yameen, che ha spiegato di aver bisogno di altro tempo per fare la campagna elettorale. Nel primo turno del ballottaggio, che si è svolto sabato 9 novembre, Mohamed Nasheed – già presidente della Repubblica delle Maldive dal 2008 al 2012, e primo presidente nella storia del paese a essere eletto democraticamente – aveva ottenuto il 47 per cento dei voti, mentre Abdulla Yameen aveva ottenuto circa il 30 per cento. Nessuno dei due candidati aveva superato la soglia del 50 per cento e per questo motivo era stato necessario un ballottaggio.
È la terza volta negli ultimi tre mesi che le elezioni per eleggere il presidente delle Maldive vengono rinviate. Le elezioni, in programma per settembre, erano stata indette dopo le dimissioni di Mohamed Nasheed del 7 febbraio 2012, causate da un tentativo di colpo di stato e da una lunga serie di proteste, supportate dalla polizia. Il giorno successivo alle sue dimissioni, Nasheed fu arrestato con l’accusa di abuso di potere insieme ad alcuni ex parlamentari del suo partito, il Partito Democratico delle Maldive, per essersi rifiutato di comparire davanti a un tribunale.
Un primo voto, in programma il 7 settembre, era stato annullato dalla Corte Suprema: la richiesta di annullamento delle elezioni – approvata dai giudici l’8 ottobre – era stata presentata dal Jumhooree Party (JP), il partito repubblicano, il cui candidato aveva mancato per pochi voti la possibilità di arrivare al ballottaggio contro Mohamed Nasheed. I giudici avevano inoltre richiesto che venissero stampate delle schede elettorali con nuove caratteristiche, per “motivi di sicurezza”, e che fossero rispettate delle nuove regole per lo svolgimento delle elezioni.
La Corte Suprema aveva stabilito che il primo turno delle elezioni presidenziali fosse ripetuto entro il 20 ottobre e l’eventuale ballottaggio entro il 14 novembre. Lo svolgimento delle elezioni, programmate per il 19 ottobre, era stato però ostacolato di nuovo, questa volta dalla polizia, che aveva occupato l’ufficio elettorale e alcuni seggi di Malé, la capitale delle Maldive. Due candidati, Gasim Ibrahim e Abdulla Yameen, avevano presentato un’ingiunzione il giorno precedente di fronte alla Corte Suprema, perché non avevano approvato il registro degli elettori, come richiesto dal nuovo regolamento elettorale.
Secondo quanto stabilito nella Costituzione, il presidente delle Maldive deve essere eletto entro l’11 novembre. Per questo le elezioni erano state programmate oggi e a causa del tempo (poco) rimasto a disposizione era stato deciso di far svolgere il ballottaggio nel giorno successivo a quello del primo turno. Nonostante il termine stabilito dalla legge, la Corte Suprema ha deciso nella notte di ieri di rinviare il ballottaggio di sei giorni. I giudici – secondo quanto riporta BBC – avrebbero spiegato che far svolgere il ballottaggio nel giorno successivo a quello del primo turno avrebbe «minato i diritti costituzionali di molte persone», non essendoci il tempo sufficiente per una nuova campagna elettorale. In sostanza la Corte Suprema ha assecondato le proteste di Abdulla Yameen, il fratellastro dell’ex dittatore delle Maldive, Maumoon Abdul Gayoom.
I giudici della Corte Suprema hanno spiegato che nell’attesa dell’elezione del nuovo presidente, le funzioni presidenziali possono essere svolte da quello attuale, Mohamed Waheed Hassan, anche se il suo mandato scade l’11 novembre. Mohamed Waheed Hassan ha detto però di non essere d’accordo. Inoltre, alcuni ufficiali dell’esercito hanno fatto un appello ai soldati per non obbedire agli ordini di Hassan oltre la mezzanotte di domenica 10 novembre.
Tra gli avversari di Mohamed Nasheed – che ha vinto tutti e tre i turni elettorali fin qui annullati – ci sono candidati che hanno avuto un forte legame politico e personale con l’ex dittatore, Maumoon Abdul Gayoom, e questo rappresenterebbe il vero motivo per cui la sua rielezione verrebbe ostacolata, scrive il New York Times. Secondo Hamid Abdul Ghafoor, funzionario del Partito Democratico delle Maldive, le elezioni non si svolgeranno neanche tra una settimana.
Foto: AP Photo/Sinan Hussain