Un satellite si schianterà sulla Terra
Si chiama GOCE e pesa una tonnellata: che cosa ha fatto fino ad adesso e perché è (molto) più probabile vincere alla lotteria che essere colpiti
Tra sabato 9 e domenica 10 novembre si prevede che i resti del GOCE, un satellite pesante circa una tonnellata di cui è in corso un rientro incontrollato nell’atmosfera, colpiscano il pianeta Terra. Il rientro ha causato diversi titoli sui media di tutto il mondo sulla vaga possibilità che grandi pezzi di metallo raggiungano il suolo, ma si tratta di preoccupazioni che non hanno molto fondamento.
Che cos’è il GOCE
GOCE è una sigla che sta per Gravity Field and Steady-State Ocean Circulation Explorer. È un satellite dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) – qui la pagina principale dedicata al progetto – lanciato il 17 marzo 2009 con l’obiettivo di mappare con grande dettaglio le variazioni nel campo gravitazionale terrestre. La Terra infatti non è una sfera perfetta e al suo interno ha zone e strati di densità differente: per questo motivo, la gravità varia tra le diverse zone del pianeta. L’orbita del GOCE era relativamente bassa (260 km dal suolo) in modo da riuscire a effettuare le misurazioni con il massimo della precisione possibile.
Tra le molte applicazioni che hanno avuto i dati del GOCE c’è stata la prima mappa globale ad alta risoluzione del confine tra il mantello e la crosta terrestre (MOHO), importante per capire di più su come è fatto l’interno del nostro pianeta. Tra gli altri obiettivi della missione c’era anche la raccolta di dati utili alla stima dello spessore dei ghiacci polari.
Perché cade
La durata iniziale della missione era di due anni, con scadenza prevista nell’aprile del 2011. È stata poi estesa di oltre un anno e mezzo, fino alla fine del 2012, e si è arrivati alla sua “fine naturale” quando il satellite ha esaurito il carburante alla metà di ottobre 2013 e ha cominciato la sua lenta discesa verso la Terra, da un’altezza di circa 224 chilometri. Proprio la bassa altezza a cui ha operato è il motivo principale della sua caduta sulla Terra (che era prevista fin dall’inizio della missione), perché senza carburante il satellite non ha modo di resistere alla forza gravitazionale del pianeta.
Un rientro come quello del GOCE si è verificato molte altre volte in passato: a fine 2011 si parlò molto del satellite UARS della NASA, che si schiantò sulla Terra il 24 settembre. Sono eventi che suscitano spesso un certo allarmismo sui media, perché non si può mai escludere la possibilità che qualche detrito raggiunga il suolo (ma ci torniamo tra poco).
Durante la sua caduta, il GOCE comprime l’aria di fronte a sé e si scalda (l’attrito propriamente detto non è il vero motivo per cui satelliti o meteoriti prendono fuoco). Intorno ai 100 chilometri di altezza, uno dei limiti convenzionali tra l’atmosfera e lo spazio, la densità aumenta drasticamente e il GOCE, cadendo, raggiungerà velocità di circa 25 mila chilometri all’ora. Quando il GOCE avrà raggiunto un’altezza di circa 80 km, si calcola che la pressione aerodinamica e la temperatura raggiunta dal satellite saranno sufficienti a distruggerlo disintegrandolo in molti pezzi.
Come lo si tiene d’occhio
Nella sezione dedicata al GOCE sul sito dell’ESA il rientro del satellite è seguito passo dopo passo in questa pagina, con molte informazioni utili e un aggiornamento periodico dell’altitudine a cui si trova il satellite. Altre notizie sono sul blog Rocket Science dell’ESA. Anche se il GOCE è monitorato con attenzione dalle agenzie spaziali, il margine di incertezza su quando finirà la sua caduta e su dove esattamente finiranno i frammenti è ancora molto alto: la posizione del satellite rispetto alla superficie terrestre è comunque visibile qui.
Perché è (molto) più probabile vincere al Superenalotto che essere colpiti
Gran parte dei frammenti del satellite brucerà completamente prima dell’impatto con il suolo, ma si stima che circa un quinto della massa iniziale, più o meno 200 chili, arriverà a terra in decine di parti. Come ha spiegato Heiner Klinkrad, capo dell’Ufficio Detriti Spaziali dell’ESA (probabilmente uno dei lavori con il nome più bello del mondo), «il rischio per la popolazione a terra è minimo. Dal punto di vista statistico, è 250 mila volte più probabile vincere il primo premio nella lotteria tedesca che essere colpito da un frammento del GOCE. In 56 anni di volo spaziale, nessun oggetto creato dall’uomo che è rientrato nell’atmosfera terrestre ha mai causato danni a esseri umani.» La probabilità che tu, caro lettore, venga colpito, è di uno su parecchie migliaia di miliardi. Per dare un’idea delle proporzioni: secondo i dati del NOAA validi per gli USA, la probabilità di essere colpiti da un fulmine nell’arco di una vita è di uno su tremila.
C’è poi un altro motivo per non preoccuparsi, oltre a quello che dice la statistica. Ogni anno piovono sulla Terra tra i 18 mila e gli 84 mila meteoriti più pesanti di 10 grammi, con un totale stimato di 37 mila – 78 mila tonnellate. Il che significa che 100-200 tonnellate di materiale cadono dallo spazio ogni giorno: molto poco raggiunge la superficie e, come chiunque più testimoniare, essere colpiti è decisamente difficile.
Il comunicato della Protezione Civile
Sabato 9 settembre la Protezione Civile italiana ha pubblicato un comunicato molto cauto che dà conto della caduta del satellite e informa che è stato formato un gruppo per seguire l’evolversi della situazione, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana. Nel comunicato si dice che «non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio» e si indicano i tre periodi temporali in cui i frammenti potrebbero passare sull’Italia: dalle 8.26 alle 9.06 di domenica 10 novembre, dalle 19.44 alle 20.24 sempre di domenica e dalle 7.48 alle 8.28 di lunedì 11 novembre.
Immagine: una rappresentazione artistica del GOCE in orbita sulla Terra.
(AFP/Getty Images)