La lettera di Domenici al Corriere
L'ex sindaco di Firenze sull'inchiesta che travolse la sua giunta, conclusa con l'assoluzione di tutti gli imputati, e su come si comportò la stampa
Sulla prima pagina del Corriere di oggi c’è una lettera dell’ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici, 58 anni, che affronta il tema del “malfunzionamento del nostro sistema giudiziario” a partire delle indagini e del successivo processo sull’urbanizzazione dell’area di Castello, nel nord di Firenze, che lo hanno toccato direttamente.
Domenici, che è stato sindaco dal 1999 al 2009 ed è oggi europarlamentare, ripercorre la vicenda giudiziaria, che iniziò nel 2008 e coinvolse due assessori comunali con l’accusa di aver favorito la società Fondiaria della famiglia Ligresti, proprietaria dei terreni interessati dai progetti di sviluppo urbanistico. L’inchiesta ebbe una grande visibilità sui media e Domenici stesso fu attaccato dalla stampa – per questo si incatenò per protesta sotto la sede del gruppo Espresso – ma a marzo 2013 il processo si è concluso e tutti gli imputati sono stati assolti. Pochi giorni fa sono state pubblicate le motivazioni della sentenza e Domenici ha provato da una parte “conforto” nel vedere smontato l’impianto accusatorio e dall’altra parte “amarezza” per la sofferenza causata dalla vicenda.
Caro direttore,
il 18 novembre 2008 è la data di inizio di una vicenda giudiziaria che nasce a Firenze, ma avrà una vasta eco nei media nazionali e si protrarrà, nelle sedi giudiziarie, per circa cinque anni. Si tratta dell’inchiesta sulla urbanizzazione dell’area di Castello, situata ai confini della periferia nord della città e proprietà della società assicuratrice Fondiaria, controllata dalla famiglia Ligresti.
Quel giorno la polizia giudiziaria si presenta in uffici pubblici e private abitazioni per perquisire e sequestrare: si sospetta che l’amministrazione comunale di Firenze, particolarmente attraverso l’operato di due assessori in carica, Gianni Biagi e Graziano Cioni, abbia favorito gli interessi del privato proprietario dei terreni, che verranno messi sotto sequestro (restandoci molto a lungo). Il clima si fa subito molto pesante. Dalla Procura fanno sapere che si sta propagando un «incendio». Molti giornali (soprattutto alcuni quotidiani e settimanali) vedono in questa inchiesta una delle prove più significative del malgoverno che alberga nelle giunte locali di centrosinistra.
Il sottoscritto (allora sindaco di Firenze e presidente nazionale dei Comuni italiani) diventa oggetto di un attacco mediatico molto violento, pur non essendo indagato né tanto meno, in seguito, imputato. Intanto, fioccano intercettazioni. Sulla base di una di queste, in cui vengo registrato anch’io, un autorevole settimanale giunge a scrivere che le mie parole «testimoniano un male che va oltre la corruzione addebitata ai due assessori di Palazzo Vecchio in rapporti troppo intimi con Salvatore Ligresti». Il 6 dicembre 2008 vado a incatenarmi per protesta sotto la sede del gruppo editoriale L’Espresso, per difendere la dignità mia personale e la correttezza dell’amministrazione da me presieduta. Ottengo un po’ di attenzione, che cerco di utilizzare per spiegare le mie ragioni.
(continua a leggere sul sito di Leonardo Domenici)
Foto: Leonardo Domenici, allora sindaco di Firenze, durante una direzione nazionale del PD a Roma nel dicembre 2008.
(Marco Merlini / LaPresse)