Cosa ha deciso il PD sul tesseramento?
Non si è capito, a dirla tutta: Epifani ha proposto che sia fermato da lunedì ma solo se i candidati sono d'accordo, e i candidati hanno opinioni molto diverse
Il prossimo 8 dicembre si voterà alle primarie per eleggere il nuovo segretario del Partito Democratico. Da settimane si discute del problema del tesseramento a causa di un anomalo aumento delle iscrizioni (il segretario Epifani ha detto che si partiva da 140mila iscritti mentre oggi se ne contano oltre 600mila), con segnalazioni di brogli, accuse nei congressi a livello locale e denunce da parte di alcuni candidati: il primo ad aver sollevato il problema del tesseramento irregolare è stato Giuseppe Civati ai primi di ottobre, seguito negli ultimi giorni da Gianni Cuperlo.
Mercoledì 6 novembre, durante una riunione della segreteria nazionale, lo stesso Epifani è intervenuto proponendo che le iscrizioni possano essere consentite solo fino a domenica prossima e vengano dunque bloccate a partire da lunedì 11 novembre. Inizialmente si era deciso invece di tenere aperto il tesseramento. La scelta della data di domenica non è molto chiara. Si può ipotizzare sia stata scelta per non rendere immediata e dunque drastica la decisione, ma anche che sia abbastanza vicina da non permettere il protrarsi delle irregolarità.
La segreteria è tutta d’accordo a favorire la più ampia partecipazione e a rasserenare il clima, per favorire l’emergere delle proposte politiche.
In ragione di questa valutazione abbiamo pensato di consentire l’iscrizione fino a sabato e domenica prossimi, in modo tale che chi non ha potuto iscriversi lo possa fare. Si consentirà inoltre di rinnovare la tessera fino all’ultimo momento a chi l’aveva lo scorso anno. Questo è l’orientamento della segreteria, ma è ovvio che ci vorrà il consenso dei candidati. In fondo è una piccola modifica al regolamento.
Mi pare che si sia assunta una linea seria e responsabile, penso che sia una soluzione che convenga a tutti, al partito per un congresso che possa entrare nel merito delle proposte, e anche nell’interesse dei singoli candidati.
La proposta della segreteria nazionale dovrà dunque essere sottoposta ai candidati che, in questi giorni, hanno già espresso la loro posizione:
Gianni Cuperlo è d’accordo, anzi la proposta di bloccare il tesseramento è arrivata proprio da lui: «Fermiamo il tesseramento, chiudiamolo qualche giorno prima. Saranno primarie aperte, da questo punto di vista non c’è nessun problema, ma bisogna dire una parola chiara perché queste polemiche fanno male ai militanti». Dopo la proposta di Epifani, Cuperlo ha commentato su Twitter: «Apprezzo la scelta condivisa per lo stop al tesseramento. Così si rispetta dignità iscritti Pd».
Matteo Renzi, attraverso le dichiarazioni di alcuni suoi sostenitori, si era inizialmente espresso contro la decisione di chiudere il tesseramento per non approfittare dei casi sospetti per bloccare la partecipazione. Ieri, però, su Facebook, ha scritto che «Quello che decide il segretario Epifani mi sta bene. Punto. Vogliono bloccare il tesseramento, come propone Cuperlo? Lo blocchino, nessun problema (…) grazie a simpatiche intuizioni di alcuni comitati elettorali, siamo piombati nella discussione sulle false tessere, spinti da un irrefrenabile desiderio di tornare a litigare sulle regole (…). Perché, sì, dai, facciamoci del male: un atteggiamento che in casa PD conosciamo bene, ma che dall’8 dicembre finalmente cambierà». La sua posizione insomma è “fate come vi pare, è un problema che avete creato voi”.
Giuseppe Civati si è invece dichiarato contrario al blocco del tesseramento, chiedendo che vengano presi «provvedimenti e si annullino i congressi nelle situazioni più drammatiche». Ha anche proposto di garantire il passaggio alle primarie dell’8 dicembre a tutti e quattro i candidati (e non solo ai tre selezionati attraverso il voto degli iscritti e dunque di chi ha la tessera): «Sarebbe l’unico modo per disinnescare le irregolarità che ci sono state e renderle ininfluenti per l’esito della prima fase del congresso».
Gianni Pittella ha detto di essere contrario alla proposta della segreteria nazionale: «Chi fa furberie, al limite dell’illecito, nel tesseramento è un cialtrone. Fermare tutto sarebbe una foglia di fico che serve solo a lavarsi la coscienza».
Guglielmo Epifani ha anche fatto sapere che «ogni volta che si fosse accertata l’esistenza di irregolarità, le commissioni avranno la facoltà di procedere con l’annullamento, lo spostamento dei congressi e anche sanzioni a carico di chi si sia macchiato di violazione dello statuto o del regolamento». La Commissione di garanzia nazionale guidata da Luigi Berlinguer – che si occupa della corretta applicazione dello Statuto, del Codice etico, dei rapporti interni al Partito democratico e che è anche titolare delle applicazioni delle sanzioni derivanti dalle diverse violazioni – dovrà dunque cercare di capire se le irregolarità denunciate siano diffuse o circoscritte, se si possa parlare di tesseramento falsato o di problemi legati al poco tempo e all’avvicinarsi delle primarie dell’8 dicembre.
Per comprendere che cosa è successo e se effettivamente la questione dei tesseramenti anomali abbia già avuto e avrà conseguenze a livello nazionale è necessario richiamare il regolamento delle primarie, cioè il percorso di selezione dei candidati e come si arriverà al voto dell’ 8 dicembre.
Il congresso è sostanzialmente diviso in due fasi: la prima prevede che si svolgano, entro il 20 novembre, le “Convenzioni provinciali” cioè le votazioni delle diverse mozioni congressuali nazionali a livello di circolo e provinciale, con l’elezione dei relativi delegati. Questa prima fase è riservata ai soli iscritti e serve a selezionare i candidati che potranno accedere alla seconda fase. L’articolo 6, comma 9 dello statuto del PD spiega infatti che solo «i tre candidati che abbiano ottenuto il consenso del maggior numero di iscritti purché abbiano ottenuto almeno il cinque per cento dei voti validamente espressi e, in ogni caso, quelli che abbiano ottenuto almeno il quindici per cento dei voti validamente espressi e la medesima percentuale in almeno cinque regioni o province autonome» potranno essere ammessi alla seconda fase. I risultati verranno comunicati ufficialmente durante la Convenzione Nazionale del 24 novembre.
La questione delle tessere è anche uno degli elementi che può inquinare la quantità di voti ottenuti dai diversi candidati a livello locale e, di conseguenza, influire sulla loro selezione e ammissione alla fase finale delle primarie.