“Otto domande alla CONSOB”
I giornalisti del Corriere della Sera chiedono chiarimenti puntuali sulla vendita delle sedi di via Solferino e via San Marco
Giovedì 7 e venerdì 8 novembre la Gazzetta dello Sport non sarà in edicola, e non sarà aggiornato nemmeno il sito Gazzetta.it: i suoi giornalisti sono in sciopero per contestare la vendita delle sedi storiche del Corriere della Sera e della Gazzetta, che si trovano in via Solferino e via San Marco, a Milano. L’operazione è stata annunciata dal consiglio di amministrazione di RCS (società editrice del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport) nella serata di martedì 5 novembre: i complessi saranno venduti (svenduti, dicono i giornalisti di Corriere e Gazzetta) per 120 milioni di euro al fondo Blackstone. I giornalisti del Corriere, che lo scorso 13 settembre avevano scioperato contro il piano di vendita di via Solferino, hanno deciso di continuare a denunciare una operazione che definiscono “folle”: lo hanno fatto con una lettera rivolta ai lettori del giornale e con otto domande alla Consob, l’autorità che vigila sui mercati finanziari.
Sei righe di comunicato ufficiale per mettere in discussione 109 anni di storia. La nota diffusa martedì sera, 5 novembre, annuncia la vendita del Palazzo storico di Via Solferino 28 per 120 milioni. Una comunicazione che ha confuso le idee anche agli investitori. La Borsa si è mossa in maniera contraddittoria: ieri mattina i titoli Rcs sono saliti del 3%, ma alla fine della giornata hanno chiuso in perdita del 2,19%. E allora sarebbe bene che la Consob, l’autorità che vigila sui mercati finanziari presieduta da Giuseppe Vegas, chiedesse chiarimenti sull’operazione. I giornalisti del Corriere della Sera ne segnalano otto:
1) Qual è il valore complessivo dell’operazione?
2) Si tratta di una vendita vera e propria o di una vendita con riscatto (lease-back)? Esistono opzioni di riacquisto e come sono esercitabili?
3) Risulta da indiscrezioni di mercato che il canone di affitto annuo che Rcs MediaGroup dovrà pagare al fondo Blackstone sia pari o superiore al 7% dell’investimento effettuato. È così? (Una cifra spropositata se si pensa che un mutuo ipotecario costa oggi a chi lo contrae all’incirca il 3% lordo (con tasso variabile). Perché non è stata, ad esempio, scelta la strada di ipotecare l’immobile in attesa di tempi migliori, una mossa non solo economicamente sensata ma anche coerente con il «Piano per lo sviluppo» già approvato?)
4) Ci sono nei contratti di finanziamento tra Rcs e le banche creditrici clausole che impongono o rendono vantaggiosa la vendita dell’immobile entro il 2013?
5) Quanto dureranno i contratti di affitto? (Informazione fondamentale per valutare fin d’ora il peso che la locazione avrà negli anni sui conti del gruppo)
6) Rcs è a conoscenza di rapporti di ogni genere tra i suoi azionisti rilevanti e il fondo Blackstone, tali da far considerare la vendita come un’operazione con parti correlate?
7) Nel fondo Blackstone hanno investito azionisti rilevanti della Rcs, e in che misura?
8) Il fondo Blackstone per questa operazione è finanziato anche da istituti finanziari azionisti e/o creditori di Rcs?
Foto: l’open space della redazione del Corriere della Sera (GIUSEPPE CACACE,GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)