Cosa ha detto Cancellieri in Parlamento
Che non ha fatto niente di male su Ligresti, che ha fatto oltre 100 segnalazioni simili ma che ha usato «espressioni che possono aver generato dei dubbi»
Anna Maria Cancellieri, ministro della Giustizia, ha riferito martedì in Senato e alla Camera sul cosiddetto “caso Ligresti”. Cancellieri è stata accusata negli ultimi giorni dall’opposizione – ma anche da alcuni membri del PD – di essere intervenuta indebitamente per favorire la liberazione di Giulia Ligresti, detenuta in attesa di giudizio e in precaria condizione di salute. Cancellieri è amica di famiglia dei Ligresti, e suo figlio è stato dirigente della loro società FonSAI, ma si è difesa dicendo di non aver fatto niente che andasse oltre le sue funzioni – cosa confermata dai magistrati coinvolti nel caso – e di aver fatto simili segnalazioni per altri detenuti in condizioni di salute precarie o pericolose. Un riassunto più ampio dell’intero caso si può leggere qui.
Cancellieri ha iniziato il discorso al Senato chiarendo di non aver «mai sollecitato, nei confronti degli organi competenti, la scarcerazione della signora Giulia Ligresti». Ha poi ricostruito cronologicamente la vicenda, ricordando che la situazione di Ligresti era nota da tempo alle autorità giudiziarie e che la magistratura ha autonomamente deciso per la scarcerazione: «le mie conversazioni risalgono al 19 agosto, il direttore del carcere aveva contattato l’amministrazione giudiziaria il 14 agosto».
Il ministro Cancellieri ha proseguito dicendo che «si è molto ironizzato sul carattere “umanitario”» dell’intervento, a seguito di una sua dichiarazione: ha spiegato che «per mia formazione culturale e orientamento libertario, la questione della pena, del carcere e della sua umanizzazione è il pilastro di un’azione degna di un essere civile» e che «ho dedicato una parte rilevante del mio impegno al miglioramento delle condizioni di vita del detenuto: ogni vita che si spegne in carcere è un fallimento dello Stato, e io ne sento tutto il peso».
Rispondendo alle critiche, ha detto che le segnalazioni sullo stato fisico di un detenuto «possono provenire anche dall’esterno» e che cerca di occuparsene «personalmente, in colloquio quasi quotidiano con i vertici dell’amministrazione giudiziaria». «Non a tutti è data la facoltà di farsi ascoltare? È vero, ma nessuno più di me avverte la dolorosa ingiustizia di questo». Secondo il ministro, Giulia Ligresti «non ha ricevuto un trattamento privilegiato rispetto ad altri detenuti. Io non ho mai derogato ai i miei doveri di ministro, e ho agito nello stesso modo in cui mi sono comportata in altri casi – più di 100 solo negli ultimi mesi – tutti a disposizione di chi li volesse visionare».
Ha poi chiarito che i rapporti con i Ligresti hanno «ragioni del tutto estranee alla mia attività lavorativa» e che la sua carriera «non è mai stata influenzata da rapporti personali o debiti di riconoscenza». Riguardo la telefonata del 17 luglio con Gabriella Fragni, la compagna di Salvatore Ligresti, in cui diceva “contate su di me”, ha ammesso di avere utilizzato «alcune espressioni che possono aver generato dei dubbi», e che si rimprovera di «aver fatto prevalere i sentimenti sul ruolo di ministro, volendo esprimere umana vicinanza a una persona in uno stato di eccezionale emotività, poiché finalizzate a creare empatia con una persona prostrata per l’accaduto.»
Riguardo i rapporti del figlio con FonSAI, ha detto che sono dovuti «alla sua pregressa esperienza del mondo bancario e finanziario. Mio figlio riceve l’offerta di lavoro il 25 maggio del 2011; in quel periodo avevo già cessato le funzioni di commissario straordinario del comune di Bologna, e io ero una tranquilla signora in pensione». Riguardo il dibattito parlamentare in corso e alla prossima mozione di sfiducia ha detto di «non voler essere d’intralcio al percorso del governo» e che è pronta a dimettersi nel caso dovesse «avvertire che è venuta meno o si è incrinata la fiducia istituzionale nei miei confronti». Il segretario del PD Epifani, dopo averla ascoltata, ha dichiarato: «Abbiamo ascoltato la relazione del ministro Cancellieri alla Camera e al Senato, e guardando l’esposizione dei fatti e gli atti abbiamo confermato la fiducia: non ci sono stati interventi fuori dalla sua responsabilità». Lega Nord e M5S hanno invece ribadito la richiesta di dimissioni del Cancellieri.