La polemica sulle tessere del PD
In molte sezioni locali del partito si litiga e ci si accusa, diversi congressi sono stati sospesi: che cosa succede e che cosa c'entra con le primarie nazionali
Il prossimo 8 dicembre si voterà alle primarie per eleggere il segretario del Partito Democratico. L’organizzazione del partito intanto è impegnata, a livello locale, nei congressi di circolo e nelle assemblee provinciali. Questo perché, con la riunione della direzione nazionale dello scorso settembre, si è deciso di rinnovare tutti i segretari di circolo e delle province prima delle primarie che eleggeranno il segretario nazionale (i segretari regionali saranno invece eletti nella primavera del 2014).
Ma negli ultimi giorni ci sono state numerose segnalazioni di problemi, brogli, liti e accuse nei congressi a livello locale, tanto che i media nazionali hanno parlato di una “guerra”, o meglio, di molte guerre interne al Partito Democratico che si stanno svolgendo in queste settimane.
Il congresso e le primarie
Visto che all’ultima agitata riunione dell’assemblea nazionale del PD non si sono potute approvare modifiche allo statuto del partito, la questione delle regole del congresso è stata risolta con un regolamento approvato pochi giorni dopo, il 27 ottobre, dal più ristretto organo della direzione nazionale, senza però poter intervenire più di tanto nell’impostazione decisa nel 2008.
L’idea che si è cercato di portare avanti è un congresso “dal basso”, in cui cioè si procede all’elezione dei nuovi segretari locali – a livello di circolo e di provincia – prima della scelta del nuovo segretario nazionale. Questa scelta ha alcune motivazioni di carattere pratico: alla fine di maggio 2014 si voterà sia per le elezioni europee che per le amministrative in oltre 4000 comuni italiani e, se si vuole arrivare preparati all’appuntamento elettorale e fare le primarie anche a livello locale, è necessario scegliere per tempo gli organi decisionali del partito. Oltre a questo, molti segretari provinciali erano in scadenza di mandato.
Alcuni esponenti del Partito Democratico – tra cui Ivan Scalfarotto, uno dei vicepresidenti dell’assemblea nazionale – hanno criticato l’impostazione del “congresso dal basso”. In un post del 22 ottobre 2013 sul suo blog, Scalfarotto ha scritto che i congressi locali separati da quello nazionale servono a regolare “vecchie partite”:
In assenza di una connessione diretta ed esplicita tra le mozioni provinciali e quelle nazionali il rischio è che i congressi provinciali servano, in molte parti d’Italia, soprattutto a regolare antiche partite e conti in sospeso che non hanno nulla a che vedere con il rinnovamento, con l’innovazione, con il cambiamento radicale di cui si sta discutendo a livello nazionale.
La questione delle tessere
Le primarie per la scelta del segretario nazionale sono comunque un procedimento del tutto separato rispetto ai congressi locali dove, almeno formalmente, alcuni regolamenti regionali (come quello toscano) vietano addirittura “riferimenti ed apparentamenti tra i candidati territoriali e quelli nazionali”.
Il punto è che ai congressi locali, che si stanno svolgendo in questi giorni e che si concluderanno a metà novembre (qui il calendario dettagliato delle tappe), votano soltanto gli iscritti, quelli in possesso della tessera del partito. Negli ultimi giorni c’è stato un grande aumento delle iscrizioni e una lunga serie di accuse: in molti casi, in sostanza, responsabili locali avrebbero fatto in modo di aumentare il numero degli iscritti “trovando” gente disposta a votare il proprio candidato. Una breve rassegna dei casi problematici negli ultimi giorni contiene:
– il consigliere comunale milanese David Gentili ha accusato pochi giorni fa alcuni circoli del PD cittadino di aver fatto “supersconti” alle tessere, che dai 60 euro iniziali sono scese fino a 15 euro;
– in un quartiere di Catania (Ognina-Picanello) e in due comuni della provincia di Catania (Santa Maria di Licodia e Camporotondo Etneo) i congressi sono stati sospesi perché diversi neoiscritti si sono presentati ai circoli con altre persone che hanno pagato la tessera al posto loro;
– in alcune città siciliane, tra cui Messina e Palermo, il numero degli iscritti è cresciuto molto rapidamente e il PD nazionale ha inviato come “osservatore” Nico Stumpo, ex responsabile organizzativo del PD;
– tre candidati alla segreteria del PD a Frosinone hanno accusato il quarto di “mercificio delle tessere”, con inedito neologismo;
– il congresso ad Asti e in due paesi della provincia è stato sospeso il 30 ottobre per verificare la regolarità dei voti; in particolare, racconta La Stampa, “le 341 persone che hanno «preso tessera» pochi istanti prima del voto, facendo schizzare le adesioni al partito dalle 162 del 2012 a oltre 600, di questi oltre 200 di nazionalità albanese o, in minor numero, romena. Poi sono arrivate le accuse «di aver movimentato persone riconducibili a imprese edili» avanzate dal segretario del circolo Valtriversa, Paolo Volpe”;
– a Napoli, secondo quanto ha scritto Pippo Civati sul suo blog, un esponente del PD “è stato schiaffeggiato da un consigliere del PdL che stava facendo tessere per il Congresso del PD”.
A livello nazionale le “guerre delle tessere” non sembrano avere avuto grandi conseguenze, finora. Ai primi di ottobre, parlando vicino a Catania, Pippo Civati aveva sollevato il problema del tesseramento irregolare, di cui ha scritto diverse volte sul suo blog negli ultimi giorni. Ieri Gianni Cuperlo ha scritto una lettera sul tema alla commissione nazionale per il congresso chiedendo attenzione per i molti ricorsi che sono stati presentati.
Foto: Roberto Monaldo / LaPresse