Resteremo senza vino?
Un rapporto di Morgan Stanley parla di un "deficit di produzione" a livello mondiale, ma già da quest'anno le cose dovrebbero migliorare
Lunedì 28 ottobre la multinazionale finanziaria americana Morgan Stanley ha rilasciato un rapporto sul mercato mondiale del vino in cui si dice che da parecchi anni la produzione nel settore è molto inferiore alla domanda. Il deficit di produzione per il 2012 è definito “il più grave negli ultimi 40 anni”, con una domanda che ha superato l’offerta di circa 300 milioni di casse (una cassa di vino è di solito pari a 9 litri). Le cose dovrebbero comunque migliorare già a partire da quest’anno, ma il rapporto ha dato l’occasione di notare alcune tendenze nella produzione e nel consumo di vino mondiali.
Il rapporto, firmato dagli analisti australiani Tom Kierath e Crystal Wang, non è stato rilasciato pubblicamente ma è stato ripreso da molti mezzi di comunicazione, tra cui BBC e CNN. Dice che la produzione globale di vino è in calo dal 2004, l’anno di massima in cui è stata di circa 600 milioni superiore alla domanda: tra il 2011 e il 2012 la diminuzione è stata del 5 per cento. Nel mondo ci sono più di un milione di aziende vinicole e la loro capacità produttiva varia intorno ai 2,8 miliardi di casse. Il consumo di vino, però, è in costante aumento dal 1996, con un calo solo nel 2008 e 2009, tra il 2011 e il 2012 è aumentato dell’uno per cento ed è oggi complessivamente a 3 miliardi di casse l’anno.
Il calo della produzione dello scorso anno è causato in parte da quello che è successo in Europa, che produce circa la metà del vino mondiale – e l’Italia si gioca ogni anno il primato mondiale con la Francia, intorno ai 44 milioni di ettolitri. Il 2012 è stata una pessima annata, con un calo del 10 per cento nella produzione europea rispetto all’anno prima: il raccolto di uva è stato particolarmente scarso a causa del clima, colpendo in particolare la Francia e l’Italia ma facendosi sentire anche fuori dall’Europa, in particolare in Argentina. Come ha spiegato qualche mese fa l’organizzazione mondiale dei produttori (OIV) un fattore importante negli ultimi anni è che l’area dedicata ai vigneti in Europa è in calo lento ma costante.
Il vino, comunque, non rischia di scomparire dagli scaffali: gli analisti spiegano che già oggi il consumo riguarda soprattutto le annate passate e prevedono che nel prossimo futuro ci sarà un forte aumento della domanda per le esportazioni e una crescita dei prezzi a livello globale. Già dal 2013 si attendono poi dati della produzione in grande miglioramento, i migliori degli ultimi sette anni.
L’Europa cala, il resto del mondo no
La ricerca di Morgan Stanley ha fatto tornare a parlare della caratteristica principale del mercato del vino mondiale: i paesi europei stanno perdendo costantemente quote di mercato e alcuni paesi emergenti sono in grande crescita sia nella produzione sia nei consumi.
Negli ultimi anni c’è stato un forte aumento in diversi paesi che hanno una tradizione vinicola più recente, come Australia, Cile, Argentina, Sudafrica e Stati Uniti, dove il 90 per cento della produzione è concentrata in California. Questi paesi beneficeranno molto probabilmente delle difficoltà europee e dell’aumento della richiesta mondiale. Come spiega un articolo sul sito del San Francisco Chronicle, negli Stati Uniti non si sono ancora avvertiti particolari problemi per il calo della produzione a livello globale. E oltre a questo, il consumo di vino pro capite degli americani è raddoppiato tra il 2000 e oggi.
Un esempio di crescita particolarmente impetuosa è, ancora una volta, la Cina: a metà degli anni Novanta non produceva praticamente nulla mentre oggi le sue aziende vinicole forniscono circa 150 milioni di casse l’anno, una cifra seconda solo agli Stati Uniti tra i nuovi produttori. Il consumo, allo stesso tempo, è in rapida crescita, grazie al miglioramento delle condizioni economiche e degli standard di vita.
Al contrario, mentre in quasi tutti i paesi del mondo i consumi di vino sono stabili o in ascesa, il Regno Unito, la Spagna e l’Italia sono tra i pochi paesi in cui si beve di meno. Quanto alle percentuali assolute, il rapporto ha confermato che il paese che consuma più vino al mondo è ancora la Francia, con il 12 per cento circa del mercato, anche se gli Stati Uniti sono in forte crescita e sono più o meno alla stessa percentuale. Italia e Cina seguono nella classifica mondiale con il 9 per cento a testa, seguiti dalla Germania con l’8 per cento e da Regno Unito e Russia con il 5.