Scontrini ed evasione, parliamone
È possibile combattere gli evasori "scaricando tutto come fanno in America"? No, perché in America non funziona così
Martedì 29 ottobre, in un post sul suo blog, il vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno Angelino Alfano ha scritto:
Occorre aumentare l’uso del contante e contrastare l’evasione fiscale consentendo di conservare scontrini e fatture e scaricare tutte le spese. In America funziona e funzionerebbe anche qui.
Il breve post criticava direttamente “il collega” Fabrizio Saccomanni, cioè l’attuale ministro dell’Economia, che aveva parlato di misure per restringere l’uso del contante come una soluzione contro l’evasione fiscale e in particolare di abbassare l’attuale limite di mille euro per i pagamenti in banconote. Al di là delle dinamiche che continuano a verificarsi all’interno del governo Letta – in cui ministri e sottosegretari criticano spesso i provvedimenti appena adottati dal governo di cui fanno parte – la dichiarazione di Alfano ha riproposto nuovamente una vecchia leggenda metropolitana sulla legislazione fiscale in America e un’altra leggenda sulla possibilità di combattere l’evasione “scaricando tutto”, una versione del cosiddetto “contrasto di interessi”.
Le due cose sono spesso citate insieme e sono uno dei temi ricorrenti nei talk show politici: furono citati molto spesso, ad esempio, durante i primi mesi del governo Monti, e parole simili a quelle di Alfano sono state dette poche settimane fa da Michaela Biancofiore del PdL. Ma l’esempio degli Stati Uniti si basa su un’invenzione e la proposta economica, conti alla mano, non sta in piedi.
“Negli Stati Uniti si scarica tutto”
Secondo quanto detto ieri da Alfano, negli Stati Uniti si “scaricano tutte le spese”: secondo questa versione, ogni spesa fatta anche per motivi personali, dall’idraulico a un taglio di capelli, può essere detratta dalla dichiarazione dei redditi e va quindi ad abbassare direttamente l’imposta dovuta. Il cliente è dunque incentivato a chiedere sempre una ricevuta o uno scontrino fiscale, che poi inserirà nella dichiarazione (lasciamo da parte il fatto che lo scontrino fiscale come c’è in Italia non esiste negli Stati Uniti).
Ma negli Stati Uniti una detrazione generalizzata di tutte le spese semplicemente non esiste, e il sistema fiscale è a grandi linee simile al nostro. Ci sono due possibilità per pagare meno tasse sul reddito negli Stati Uniti: la prima è la cosiddetta standard deduction, un ammontare variabile che può essere tolto dal reddito complessivo. Per un single, ad esempio, la standard deduction nel 2013 era di 6.100 dollari e in concreto, semplificando un po’, se nell’anno ha guadagnato 36mila dollari, può scegliere di usufruire della deduzione “base” e pagare le tasse su 30mila.
In alternativa – chi fa la dichiarazione può scegliere quello che gli conviene di più – c’è una serie di itemized deductions, ovvero singole voci di spesa che possono essere tolte dal reddito complessivo. Una scheda tipo per la dichiarazione delle itemized deductions, dai moduli delle dichiarazioni dei redditi del 2012, è qui: si possono dedurre alcune spese mediche, alcune tasse pagate agli enti locali e le donazioni di beneficenza. Anche in Italia si possono dedurre e detrarre molte cose e la lista è per molti versi simile. Né in Italia né negli Stati Uniti si possono detrarre le spese dal parrucchiere o lo scontrino del negozio di ferramenta.
Il contrasto di interessi
Comunque vada negli Stati Uniti, ritorna ciclicamente anche l’idea che si possa praticamente annullare l’evasione fiscale introducendo un meccanismo di detrazione di tutte le spese, un’idea che viene spesso chiamata “contrasto di interessi”.
Il problema è che il contrasto di interessi non può funzionare, numeri alla mano. Per spiegare con precisione perché non funziona bisogna fare due calcoli, che sono spiegati molto bene in un articolo di Maria Cecilia Guerra – ora viceministro del Lavoro – e Alberto Zanardi su Lavoce.info nel 2006 (altre argomentazioni contro il contrasto di interessi si trovano in un post di qualche mese fa sul blog economico Phastidio). La conclusione è che «per essere efficace l’agevolazione riconosciuta ai contribuenti onesti dovrebbe essere tale da annullare completamente il gettito dello Stato». Se lo Stato richiede dei soldi nell’acquisto di un bene o servizio, sarà sempre possibile per chi compra e chi acquista mettersi d’accordo in modo da evadere le tasse, in modo non troppo diverso dall’attuale “con fattura o senza fattura”.
La situazione non cambia sia che si pensi a una detrazione parziale dall’imposta (parte dei soldi spesi per l’acquisto vanno direttamente ad abbassare le tasse dovute) sia che si scelga invece una deducibilità integrale (cioè i soldi spesi per l’acquisto si tolgono dal reddito su cui si calcolano le tasse). Non è possibile, insomma, pensare di risolvere l’evasione fiscale con un sistema di incentivi che renda sempre conveniente per il compratore richiedere lo scontrino.
Foto: PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images