I 40 anni del ponte sul Bosforo
La storia e le foto della prima strada permanente che ha unito Asia ed Europa
Il 30 ottobre del 1973, quarant’anni fa, venne inaugurato a Istanbul il onte sul Bosforo, il Boğaziçi Köprüsü in turco, che unisce le due metà della città, quella asiatica e quella europea. Il ponte è lungo 1.500 metri ed è alto 64 metri sul livello del mare. Fu il primo ponte permanente a unire due continenti, Asia ed Europa.
Breve storia del ponte
Come il canale di Corinto anche il ponte sul Bosforo è un progetto antichissimo, ma che non venne realizzato fino ai tempo moderni. Secondo lo storico greco Erodoto, il primo a pensare di costruire un ponte sul Bosforo fu l’imperatore persiano Dario il Grande. Il suo ponte però non era una struttura permanente, ma era stato costruito semplicemente allineando centinaia di navi l’una all’altra, così da costruire un passaggio tra le due sponde. La stessa idea la ebbe un altro re persiano, Serse, per invadere la Grecia. Il punto scelto, però, fu più a sud, nello stretto dei Dardanelli, oltre il mar di Marmara che separa i due stretti che dividono il mar Nero dal mar Mediterraneo.
Il primo piano per un ponte permanente venne realizzato alla fine degli anni ’50, ma i lavori cominciarono soltanto nel 1970. Una società inglese completò il ponte nel 1973 e la struttura venne inaugurata il 30 ottobre, un giorno dopo il 50esimo anniversario della fondazione della repubblica turca. Per la prima volta dal 480 a.C., quando Serse costruì il suo ponte di barche, Asia ed Europa erano di nuovo unite.
180 mila automobili al giorno
Sulla faccenda del ponte che unisce due continenti si potrebbe discutere a lungo: la questione dipende molto da come si classificano i continenti. Se ad esempio si considerano Nord America e Sud America due continenti separati allora il primato spetterebbe al ponte delle Americhe, terminato nel 1962 sullo stretto di Panama. Quel che è certo comunque è che il ponte sul Bosforo è tra i più trafficati al mondo e ha contribuito a cambiare molto la città di Istanbul, come racconta bene il New York Times.
Il ponte venne ultimato proprio mentre nella città cominciava un’espansione demografica tuttora in corso: nel 2013 Istanbul conta 13 milioni di abitanti e potrebbe raggiungere i 16 prima della fine del decennio. L’emigrazione massiccia verso la città cominciò negli anni ’70, quando centinaia di migliaia di persone lasciarono gli altipiani dell’Anatolia e si trasferirono ad Istanbul. Decine di boschi e villaggi che si trovavano fuori dalla città vennero inglobati. Il ponte fu fondamentale in questa espansione, perché permise a migliaia di persone che si insediarono nei quartieri del lato asiatico di attraversare facilmente il Bosforo per raggiungere i loro luoghi di lavoro sul lato europeo. Nei primi tempi ai pedoni era consentito attraversare il ponte a piedi, ma dopo poco il traffico divenne così intenso che l’accesso venne riservato ai veicoli.
Il futuro del ponte
Dopo pochi anni, l’amministrazione di Istanbul decise che era necessaria la costruzione di un secondo ponte, che venne ultimata nel 1988. Più che alleggerire il traffico però il nuovo ponte ne creò di nuovo. Lo sviluppo urbano continuò ad aumentare e così aumentò anche la necessità dei pendolari turchi di utilizzare le due strutture. Oggi il ponte sul Bosforo (chiamato a volte il Primo Ponte) è attraversato nelle due direzioni da 180 mila veicoli al giorno (per fare un paragone, secondo gli ultimi dati, quello di Brooklyn viene attraversato da circa 120 mila veicoli al giorno mentre sul ponte più trafficato del mondo, il George Washington Bridge, sempre a New York, circolano circa 280 mila veicoli al giorno).
Si calcola che l’inquinamento generato dal traffico sui due ponti abbia alzato la temperatura di Istanbul di un intero grado. Per evitare di dover costruire un terzo ponte, nel 2004 l’amministrazione locale ha iniziato i lavori per realizzare un tunnel ferroviario sotterraneo. In ritardo di quasi quattro anni sulla data prevista per il completamento, il tunnel è stato inaugurato il 29 ottobre 2013. Nonostante le promesse delle vecchie amministrazioni locali, il governo ha ordinato lo studio per realizzare un terzo ponte, molto fuori città. Visto il ritmo a cui Istanbul si espande, diversi esperti sostengono che oltre al terzo ponte, il governo potrebbe decidere di costruirne persino un quarto, più vicino alla città.