Cambiano le cose sulla NSA, negli Stati Uniti?
Il capo della commissione intelligence del Senato ha attaccato lo spionaggio nei confronti degli alleati e si fanno ipotesi di scelte nuove e radicali da parte di Obama
Lunedì 28 ottobre il capo della commissione intelligence del Senato statunitense, la senatrice democratica Dianne Feinstein, ha criticato duramente l’amministrazione di Barack Obama per le attività di sorveglianza che le agenzie federali hanno compiuto sulle comunicazioni dei leader europei alleati degli Stati Uniti, ma anche di paesi fuori dall’Europa come Messico e Brasile. Feinstein, che finora aveva appoggiato le attività di sorveglianza del governo, ha detto che «una revisione totale di tutti i programmi di intelligence è necessaria», in modo che i membri del Congresso «siano informati sulle attività portate avanti» dalle agenzie di sorveglianza.
La critica di Feinstein è arrivata lo stesso giorno della pubblicazione dell’ultima inchiesta del giornalista statunitense Gleen Greenwald – attualmente al Guardian – sulle attività di sorveglianza della National Security Agency (NSA, agenzia di sicurezza nazionale statunitense). Lunedì Greenwald, che da diversi mesi sta collaborando con l’ex consulente della NSA, Edward Snowden, ha scritto sul quotidiano spagnolo El Mundo che la NSA avrebbe controllato 60 milioni di telefonate in Spagna tra dicembre 2012 e gennaio 2013. Rivelazioni simili erano già emerse nelle scorse settimane, per quanto riguarda la sorveglianza di comunicazioni in Francia, Germania e, ha scritto Greenwald, anche in Italia.
La posizione critica della commissione di Intelligence del Senato, ha spiegato Feinstein, riguarda in modo particolare la sorveglianza che la NSA avrebbe compiuto sulle chiamate di 35 leader mondiali, alcuni dei quali si sa già per certo che sono a capo di paesi alleati degli Stati Uniti. Come aveva scritto il Guardian il 24 ottobre, la NSA aveva ricevuto i numeri di telefono da un funzionario del governo statunitense, e aveva chiesto alla Casa Bianca, al dipartimento di Stato e al dipartimento della Difesa a condividere le proprie rubriche telefoniche. Il documento riportato dal Guardian risale al 2006: tre giorni dopo il settimanale tedesco Der Spiegel aveva scritto che il telefono della cancelliera Angela Merkel era sotto controllo dal 2002. Su questo punto Feinstein ha detto: «Riguardo la raccolta di informazioni di intelligence sui leader dei paesi alleati agli Stati Uniti – inclusi Francia, Spagna, Messico e Germania – fatemi essere chiara: sono del tutto contraria». E ha aggiunto:
«La Casa Bianca mi ha informata che la raccolta dei dati sui nostri alleati non continuerà, cosa che io sostengo. Ma rimango preoccupata, il Congresso deve sapere esattamente quello che le nostre agenzie di intelligence stanno facendo. La commissione negozierà una revisione significativa di questi programmi di intelligence.»
Con le sue dichiarazioni, scrive il Washington Post, Feinstein si è messa in contrapposizione non solo con il presidente Obama, ma anche con la sua controparte alla Camera, il deputato repubblicano Mike Rogers, che domenica ha difeso di nuovo l’operato del governo.
Il motivo per cui Feinstein e altri democratici stanno cambiando idea sulle attività di sorveglianza della NSA potrebbero essere i rapporti sempre più difficili tra Europa e Stati Uniti. Il parlamento Europeo ha già votato per sospendere il programma di condivisione di dati finanziari con gli Stati Uniti, il Terrorist Finance Tracking Program (TFTP). Inoltre giovedì della settimana scorsa il presidente del parlamento europeo, Martin Schulz, aveva parlato della possibilità di sospendere o ritardare i negoziati dell’importante trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti.
Martedì mattina il deputato repubblicano James Sensenbrenner e il senatore democratico Patrick Leahy presenteranno al Congresso un disegno di legge chiamato USA Freedom Act, nel quale si vieta tra le altre cose la raccolta di dati relativi a chiamate telefoniche in caso di mancanza di un mandato di un tribunale. Sempre martedì James Clapper, direttore dell’intelligence nazionale, e il generale Keuth Alexander, direttore della NSA, saranno sentiti dalla commissione di intelligence della Camera, anche rispetto alle attività di sorveglianza di leader stranieri. Il New York Times ha scritto che l’amministrazione Obama sarebbe pronta a ordinare alla NSA di fermare le intercettazioni sui capi di stati di paesi alleati, anche se, hanno specificato alcuni funzionari del governo, nessuna decisione definitiva è stata ancora presa.