Il ritorno di Bassem Youssef
Il più popolare comico egiziano è tornato in onda ieri sera, per la prima volta dalla caduta di Morsi
La sera di venerdì 25 ottobre, sul canale satellitare egiziano CBC, è andata in onda la prima puntata della nuova stagione di El-Bernameg (“il programma” in arabo), lo show di satira politica di Bassem Youssef e il più seguito del paese. Centinaia di egiziani si sono riuniti nei bar e nelle strade per seguire il programma, che nelle scorse stagioni è arrivato ad avere fino a 30 milioni di spettatori.
In molti erano curiosi di scoprire se Youssef, che ha 38 anni e una formazione come cardiochirurgo (ha studiato anche negli Stati Uniti), sarebbe stato critico nei confronti dell’attuale governo militare quanto lo era stato in passato con il governo di Morsi. Come ha scritto lui stesso nella sua rubrica sul giornale arabo Al-Shorouk, «le cose ora sono molto più difficili».
La situazione in Egitto è molto diversa da quando, a giugno scorso, andò in onda l’ultima puntata della scorsa stagione del programma. Al potere c’era il presidente Mohamed Morsi, il bersaglio preferito delle battute e degli sketch di Youssef. Poco dopo la fine della stagione, cominciarono le manifestazioni di piazza che portarono alla caduta di Morsi e al colpo di stato militare. Oggi l’Egitto è un paese dove il sentimento nazionalista è molto forte e in cui il nuovo regime militare e il suo leader, il generale Abdel Fattah Al-Sisi, sono dipinti come degli eroi nazionali (e forse sta cominciando un vero e proprio culto della personalità).
I sostenitori del governo militare, ha scritto Youssef, «mi hanno detto di non parlare di al-Sisi – anche se erano gli stessi che si aspettavano che io parlassi di Morsi». Youssef è sempre stato molto critico e pungente nei confronti di Morsi: già dalla messa in onda della prima puntata del suo programma, nel marzo 2011, Youssef ricevette numerose querele e denunce, tanto che la seconda puntata venne sospesa. Dopo il programma è andato in onda regolarmente, ottenendo un grande successo – con punte di 30 milioni di spettatori – soprattutto tra gli egiziani giovani, laici e liberali.
Youssef ha dichiarato che il suo modello è l’americano Jon Stewart e il suo The Daily Show (nel quale è stato ospite diverse volte), uno dei conduttori di programmi di satira politica più famosi degli Stati Uniti. Youssef si presenta al pubblico vestito impeccabilmente in giacca e cravatta e parla da uno studio che ricorda quelli di New York con una scrivania e gradinate con il pubblico dal vivo. Anche i manifesti pubblicitari del programma diffusi per le strade del Cairo hanno un aspetto moderno e molto americano.
Nel marzo 2013 alcune delle numerose denunce fatte contro Youssef vennero accolte da un giudice del Cairo, che emise un mandato di arresto nei suoi confronti. Le accuse erano di aver insultato il presidente e la religione islamica, e di aver incitato disordini tra la popolazione. Venne liberato il giorno stesso, dopo avere pagato una cauzione di circa duemila euro. In questi giorni Youssef ha scritto che potrebbe essere costretto a visitare il tribunale di nuovo, ma non più per colpa degli islamisti, ma «a causa di persone diverse, che sostengono di amare davvero la libertà – almeno, quando gli conviene».
Secondo il Washington Post, nella puntata di ieri Youssef non ha attaccato direttamente il governo militare, preferendo concentrarsi su alcuni aspetti secondari o specifici del regime. Ad esempio, in uno sketch, Youssef prendeva in giro un particolare aspetto del “culto della personalità” che comincia a circondare il generale al-Sisi: le torte e i dolci decorati con le sue foto.
Dopo che un finto pasticciere gli ha offerto numerosi dolci, tutti chiamati con variazioni del nome di al-Sisi, Youssef gli ha chiesto se avessero anche della “cioccolata riconciliazione”, un riferimento al processo di pacificazione per riportare i sostenitori dei Fratelli Musulmani all’interno del confronto politico (un processo che sembra al momento del tutto bloccato). «No», ha risposto il pasticciere: «Segnaliamo alle autorità chiunque ce lo chiede».
Youssef ha spiegato, sia nei giorni scorsi che in un monologo piuttosto serio alla fine della puntata, che in Egitto c’è una situazione in cui nessuno è tollerante nei confronti delle critiche e che questo riguarda sia i Fratelli Musulmani che i «cosiddetti liberali. Ognuno è alla ricerca di un faraone che soddisfi i suoi gusti».