Il sito della riforma sanitaria USA non funziona
E questo si sta rivelando un grave imbarazzo per Obama e il primo grande ostacolo alla realizzazione della riforma
Oggi, nel suo messaggio settimanale del sabato, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha riconosciuto che il sito HealthCare.gov, dedicato alla riforma sanitaria, “non sta funzionando come dovrebbe” e ha promesso che le cose miglioreranno nell’arco di qualche settimana. La frase di Obama è arrivata dopo giorni di forti proteste contro il malfunzionamento del sito, ampiamente riprese dai media americani e diventate “una ferita autoinflitta al risultato più importante del suo primo mandato”.
Il primo ottobre 2013 Obama aveva lanciato il sito – che aveva subito già diversi rinvii – promettendo che comprare un’assicurazione sanitaria sarebbe diventato facile come “un biglietto aereo su Kayak o una TV su Amazon”. La promessa si è rivelata un po’ troppo ottimista e il caso di HealthCare.gov è diventato il simbolo principale dei guai della riforma sanitaria nei primi mesi della sua entrata in vigore.
Alla base del problema c’è il fatto che, nell’impostazione iniziale della riforma, ciascuno dei 50 stati americani avrebbe dovuto mettere in piedi il proprio programma per l’acquisto delle polizze assicurative, che sono diventate obbligatorie per tutti gli americani (uno dei punti fondamentali della riforma). Ma molti governatori repubblicani hanno deciso di tirarsi fuori – possibilità confermata dalla sentenza della Corte Suprema che l’anno scorso ha sostanzialmente confermato la riforma – e quindi il sito del governo è l’unica opzione in 36 stati. Sul sito, però, i messaggi di errore e i problemi tecnici sono così tanti che è molto difficile creare un account, prima ancora di consultare le diverse offerte disponibili. Secondo una ricerca della società Complete solo l’uno per cento di chi ha visitato il sito nella prima settimana è riuscito a completare la procedura. Oltre a questo, a molte persone è arrivata a casa documentazione sbagliata o incompleta, o addirittura avvisi di cancellazione seguiti da una o più nuove iscrizioni.
Obama ha detto che finora sono state presentate ben 500 mila richieste (150 mila solo nello stato di New York) anche se non è chiaro quante di queste siano andate a buon fine. Nel frattempo, il 21 ottobre il presidente è arrivato a dover scandire il numero di telefono unico istituito per la vendita delle assicurazioni sanitarie e ha invitato a usare la posta o ad andare di persona a informarsi sulla riforma.
Oltre al gran numero di persone che hanno provato ad usare il sistema a pochi giorni dal lancio, un altro problema viene dal fatto che il sito deve fare un lavoro molto ampio e molto delicato. La riforma non ha modificato in modo incisivo il mercato delle assicurazioni sanitarie private – come è stato fatto in altri paesi, ad esempio l’Olanda – ma ha lasciato all’amministrazione e, di fatto, al sito HealthCare.gov il compito di raccogliere enormi quantità di dati molto differenti da fonti diverse, per poi renderle comprensibili per gli utenti e in linea con i regolamenti governativi. Il risultato è tuttora un grande fallimento e l’amministrazione, oltre ai tentativi di spiegazione e alla promessa che tutto funzionerà per la fine di novembre, ha dovuto rimandare la data entro cui è obbligatoria una copertura assicurativa al 31 marzo del prossimo anno. Un esperto consulente economico, Jeff Zients, il 22 ottobre è stato incaricato dal governo di sovrintendere alle modifiche necessarie, ma nessuno sa esattamente l’entità del problema né quanto tempo ci vorrà a risolverlo.
Dal punto di vista politico e comunicativo, il malfunzionamento del sito si sta rivelando quasi disastroso e ha gettato una pessima luce sull’abilità del governo di controllare i procedimenti burocratici ed esecutivi. “Si è scoperto che la più grande minaccia alla riforma sanitaria è l’incompetenza dell’amministrazione stessa”, ha scritto l’Economist, e l’agenzia di stampa Reuters ha aggiunto che “la serietà dei problemi nel design del sito hanno fatto nascere domande sul perché l’amministrazione Obama ha insistito così tanto nel voler cominciare le iscrizioni il primo ottobre, quando il sistema non era chiaramente ancora pronto.”
L’Atlantic non è stato meno pesante dicendo che “gli errori nel progetto e nell’esecuzione, di fronte a chiari e netti segnali dei problemi che si stavano per incontrare, colpiscono e mettono in difficoltà”. Secondo l’autore, Norm Ornstein, tutta la vicenda è indicativa di un errore fondamentale che è da imputare prima di tutto a Obama: il fatto che molte cariche decisive per un buon funzionamento della macchina di governo sono state tenute a lungo vacanti oppure assegnate a persone che non avevano abbastanza esperienza nel campo.