JP Morgan pagherà 5 miliardi di dollari
Ed è solo una parte di un accordo con il dipartimento di Giustizia americano per risarcire chi comprò i mutui subprime
JP Morgan, la banca più grande degli Stati Uniti e la seconda più grande del mondo, ha raggiunto un accordo per risarcire con 5,1 miliardi di dollari (3,7 miliardi di euro) Fannie Mae e Freddie Mac, due società finanziarie semi-pubbliche impegnate nel mercato dei mutui immobiliari. JP Morgan era accusata di aver venduto alle due società mutui (i famosi subprime, cioè mutui con scarse garanzie) e obbligazioni basate su mutui senza aver comunicato correttamente l’elevato rischio dei titoli.
Questo accordo avrebbe dovuto far parte di un risarcimento molto più grande che JP Morgan stava discutendo con il dipartimento di Giustizia americano e che avrebbe dovuto risolvere tutte le pendenze per il suo comportamento prima dello scoppio della bolla immobiliare nel 2008. La cifra complessiva del risarcimento è arrivata nelle ultime settimane a 13 miliardi di dollari, il più grande risarcimento operato da una singola società nella storia degli Stati Uniti.
L’accordo di questi giorni rappresenta solo una parte del risarcimento totale: le trattativa con il dipartimento di Giustizia per risolvere tutte le pendenze con un unico pagamento si sono bloccate negli ultimi giorni su alcuni aspetti tecnici, racconta il Wall Street Journal. La storia è molto complicata ed ha a che fare con quello che accadde nei primi mesi del 2008, prima che fallisse Lehman Brothers.
In quel periodo JP Morgan acquistò due banche che si erano particolarmente compromesse con il mercato dei mutui subprime: Bear Sterns, la quinta banca d’affari di Wall Street proprio dietro Lehman Brothers, e Washington Mutual. Diverse contestazioni mosse a JP Morgan dal dipartimento di Stato riguardano operazioni compiute da queste due società prima di essere comprate. JP Morgan sostiene di non avere responsabilità per le attività compiute in precedenza dalle due banche o di averne meno – e quindi di essere tenuta a sborsare meno soldi – di quanto ritiene il dipartimento di Stato.
In ogni caso, per tutelarsi anche in caso le trattative dovessero andare nel peggiore dei modi, JP Morgan ha aumentato a 23 miliardi di dollari (16 miliardi di euro) la sua riserva per far fronte alle spese legali impreviste. Accantonare le risorse necessarie per ingrandire la riserva ha portato la banca a registrare in bilancio la sua prima perdita in nove anni: nel terzo quarto del 2013 JP Morgan ha registrato una perdita di 380 milioni di dollari (280 milioni di euro) e quindi una perdita di 17 centesimi per ogni azione.
Un anno fa, nel terzo trimestre del 2012, la banca aveva avuto un utile di 5,7 miliardi di dollari (4,2 miliardi di euro). Gli analisti si attendevano per questo trimestre un dividendo di un dollaro per azione e la notizia della perdita nel trimestre è arrivata in maniera piuttosto inaspettata. JP Morgan è stata una delle pochissime banche al mondo che sono riuscite a non riportare perdite per tutti gli anni della crisi, continuando a registrare un utile anche nel corso del 2008 e del 2009.
Il dipartimento di Giustizia ha dichiarato che considera l’accordo che sta discutendo con JP Morgan un “modello”, da utilizzare in futuro per risolvere le dispute con altre banche accusate di aver mal rappresentato i rischi dei mutui e delle obbligazioni basate su mutui che vendevano. Non è chiaro con quante banche sono al momento aperte le trattative, ma di sicuro almeno 9 istituti sono al momento sotto indagine. Tra questi: Royal Bank of Scotland, Credit Suisse e Bank of America.