Sono stati trovati i genitori della bambina del campo rom in Grecia
Grazie ad alcune indagini e ai test del DNA: è una coppia bulgara e si sospetta che l'avesse venduta
Le autorità bulgare hanno detto che, secondo i test del DNA, i genitori biologici della bambina chiamata “Maria” sono una coppia che abita in Bulgaria. Maria era stata trovata dalla polizia greca in un campo rom vicino alla città di Farsala (nella Grecia centrale) lo scorso 17 ottobre insieme a due persone che sostenevano di essere i suoi genitori, ed è da allora al centro di un caso che è stato ripreso dai media di tutta Europa. Secondo quanto riporta BBC, i suoi genitori si chiamano Sasha Ruseva e Atanas Rusev e fanno parte della comunità rom della città di Nikolaevo, nella Bulgaria centrale.
La polizia bulgara sta cercando di capire se la bambina fosse stata venduta dalla madre, un reato perseguibile nel paese. Si è arrivati ai Rusev attraverso un’indagine condotta negli ospedali della zona di Farsala: gli investigatori hanno controllato i registri ospedalieri delle nascite intorno al 31 gennaio 2009, giorno indicato come la data di nascita di Maria. Si è scoperto che in quel giorno Sasha Ruseva aveva provato a registrare la figlia da poco nata, facendosi passere per nubile anche se in realtà era già sposata. Il caso all’epoca aveva attirato l’attenzione degli impiegati dell’anagrafe greca, ma della bambina si erano poi perse le tracce. I dettagli del caso sono stati pubblicati giovedì mattina da un sito greco, Zougla.gr.
Christos Salis e Eleftheria Dimopoulou, le due persone con cui viveva la bambina a Farsala, rispettivamente di 39 e 40 anni, sono stati incriminati per rapimento di minori e uso di documenti falsi e si trovano in carcere. I due hanno detto più volte che la bambina non era stata affidata loro illegalmente, ma che era stata data loro quando aveva poche settimane da una donna bulgara che diceva di non poter badare a lei. Nel frattempo, Maria è stata affidata a un’associazione no-profit di Atene che si occupa di bambini in difficoltà.
BBC aggiunge che Ruseva avrebbe ammesso di essersi separata dalla bambina quattro anni fa in Grecia, dove lavorava come raccoglitrice di olive, ma avrebbe aggiunto di non aver ricevuto denaro in cambio. Come ha scritto ieri il quotidiano greco I Kathimerini, la storia di Maria – che sembra aver inaugurato una serie di casi simili sui media europei a proposito di veri o presunti rapimenti di bambini – ha anche un altro risvolto: indica la carenza di controlli nel sistema della registrazione delle nascite in Grecia e i malfunzionamenti della burocrazia nell’assegnazione dei contributi dell’assistenza sociale. La coppia con cui è stata ritrovata Maria aveva registrati a proprio nome, in città diverse e spesso utilizzando documenti falsi, un totale di quattordici figli, dieci dei quali sembrano non esistere. I due potevano quindi richiedere circa 2.800 euro al mese in sostegni statali.
Foto: AP Photo/Thanassis Stavrakis