Il festival di fotografia di Pentedattilo
Si intitola La misura del paesaggio, e prova a raccontare quello che ci sta intorno senza stereotipi e preconcetti
Sabato 26 ottobre 2013 comincerà la prima edizione del festival di fotografia La misura del paesaggio. Fino al 3 novembre sarà possibile visitare, nell’antico borgo calabrese di Pentedattilo, tre mostre particolarmente interessanti, oltre a partecipare a workshop e convegni e a farsi venire buone idee per sottoporre i propri progetti ad un concorso fotografico.
Il tema che attraversa il festival è il paesaggio, un argomento spesso oggetto di fotografie e progetti di autori italiani grazie alla sua capacità di raccontare aspetti meno scontati del nostro “Bel Paese”, spesso raccontato attraverso immagini-cartolina. Per Vito Teti, antropologo dell’Università degli Studi della Calabria che parteciperà al festival, «Il problema sta nelle immagini e negli stereotipi, nel senso di noi che è stato costruito nei secoli grazie anche a sguardi non sempre benevoli, anzi ostili e miopi, parziali».
Secondo i curatori – Teodora Malavenda, Alessandro Mallamaci ed Elena Trunfio – uno degli obiettivi impliciti del festival è capire quali sono i diversi punti di vista per raccontare il paesaggio, che diventa una “misura” capace di descrivere contraddizioni, problemi e criticità contemporanei.
Il festival propone tre belle mostre: 106 Statale Jonica di Filippo Romano, il racconto fotografico di un viaggio che percorre i 491 chilometri della statale che collega Taranto a Reggio Calabria. Romano fotografa panorami e aspetti della vita quotidiana lungo la strada, secondo un approccio geografico capace di raccontare, attraverso la fotografia, la relazione tra uomo e ambiente nel profondo Sud.
Migranti Ambientali: l’ultima illusione di Alessandro Grassani, un progetto che ha avuto nell’ultimo anno molto successo, affronta invece il paesaggio su scala globale. Grassani racconta dei cambiamenti climatici e delle condizioni che portano molte persone a migrare a causa di quest’ultimi. Secondo le Nazioni Unite, nel 2050 la Terra dovrà affrontare il trauma rappresentato da 200 milioni di profughi climatici, con conseguenze potenzialmente disastrose dal punto di vista sociale, economico e ambientale.
Il progetto di Marco Rigamonti, Stessa spiaggia, stesso mare è composto invece da una serie di dittici che ritraggono lo stesso soggetto: la prima fotografia è scattata in inverno, mentre la seconda in estate. Il lavoro di Rigamonti diventa una sorta di catalogo di quello che cambia attraverso il tempo e le stagioni.
Durante il festival verrà lanciata la terza edizione del concorso fotografico dei Borghi Solidali: Paesaggi D’Istanti 2014. Il programma del festival è online qui.