“Per favore, liberatelo”
Un quotidiano cinese ha titolato così, cubitale in prima pagina, per chiedere la fine della detenzione di un suo giornalista
Il Nuovo Espresso (新快报) è un giornale cinese in formato tabloid di Guangzhou, una città della Cina meridionale (conosciuta in Occidente anche con il nome di Canton). Mercoledì 23 ottobre ha pubblicato in prima pagina un grande titolo in cui chiede la liberazione di un suo giornalista, Chen Yongzhou, che è stato arrestato e incarcerato la scorsa settimana per alcuni articoli di inchiesta.
Il titolo è tradotto dai media occidentali con “Per favore, liberatelo” e la mossa è tanto più notevole perché arriva in un momento in cui le autorità cinesi sembrano aver iniziato un periodo meno permissivo nei confronti della libertà di informazione e della libertà di espressione su Internet. La prima pagina di oggi è circolata molto sui social network cinesi.
Un editoriale del giornale (qui il testo in cinese) ha detto che Chen è stato fermato dalla polizia e incarcerato in collegamento con una serie di articoli che parlavano di una società dello Hunan, la Zoomlion: la società produce strumenti per l’edilizia ed è in parte di proprietà del governo locale dello Hunan, una provincia vicina al Guangdong dove si trova Guangzhou. Zoomlion, secondo quanto riporta AFP, è quotata alle borse di Hong Kong e di Shenzhen e ha un valore di mercato di oltre 8 miliardi di dollari. È una delle più grandi produttrici di bulldozer in Cina. La polizia dello Hunan ha confermato che Chen è in stato di fermo per aver creato “danni alla reputazione economica di una società”. Gli articoli di Chen accusavano Zoomlion principalmente di aver gonfiato le cifre dei profitti.
Come spiega un commento su BBC, il mestiere del giornalista è particolarmente complicato in Cina. Le circa 250 mila persone che fanno questo lavoro devono seguire corsi obbligatori in cui viene spiegata la linea del partito e diversi blogger famosi sono stati arrestati per aver “diffuso menzogne”.
Nonostante questo, il mercato dei media e di Internet è in grande crescita in Cina e il Nuovo Espresso ne è una manifestazione: è stato fondato nel 1998 ed è diventato negli ultimi anni uno dei più diffusi a Guangzhou (che ha circa 10 milioni di abitanti e fa parte di un’enorme area metropolitana con oltre trenta milioni di persone) facendosi anche una reputazione per alcuni pezzi di giornalismo investigativo. «Scrivere ‘liberatelo’ sulla prima pagina è un chiaro tentativo del Nuovo Espresso di testare il limite della tolleranza governativa», conclude Dong Le su BBC.
Nell’editoriale, che secondo TIME ha un tono “stranamente aspro, persino sarcastico”, si dice tra l’altro: “Pensavamo che fino a quando avremmo riportato notizie responsabilmente non ci sarebbe stato alcun problema. E anche nel caso di un problema possiamo pubblicare correzioni e scusarci. Se il caso è davvero serio e perderemo una causa in tribunale, pagheremo o chiuderemo, se dovremo farlo. […] Il fatto è che siamo troppo ingenui. Chen Yongzhou ha passato tre giorni e tre notti [in carcere] prima di vedere un avvocato. […] Siamo un piccolo giornale, ma abbiamo la schiena dritta nonostante la nostra povertà”. Ha anche aggiunto di aver rivisto quindici articoli scritti da Chen su Zoomlion tra settembre 2012 e giugno 2013 e di aver trovato “solo un piccolo errore”, prima di scrivere questo appello: “Zio poliziotto, Grande Fratello Zoomlion, ti preghiamo, libera Chen Yongzhou”.