I risultati delle elezioni in Lussemburgo
I conservatori di Juncker, primo ministro da 18 anni, hanno la maggioranza relativa: ma i tre partiti di opposizione vogliono fare un governo di coalizione
Domenica 20 ottobre in Lussemburgo si sono svolte le elezioni anticipate per scegliere i 60 deputati che compongono il Parlamento: il Partito Popolare Cristiano Sociale (CSV) del primo ministro uscente Jean-Claude Juncker si è confermato il primo partito del paese, ma ha perso 3 seggi rispetto le votazioni del 2009. I tre principali partiti all’opposizione, i liberali (DP), i Verdi e i socialisti dell’LSAP insieme hanno ottenuto 32 seggi e hanno avviato dei colloqui informali per la formazione di un governo di coalizione senza i conservatori: questo metterebbe fine all’incarico di premier di Jean-Claude Juncker, che è alla guida dell’esecutivo da 18 anni ed è il primo ministro più longevo dell’Unione Europea.
Per il granducato del Lussemburgo, che può essere considerato un modello politico di stabilità con solo sette primi ministri dal 1937, si tratterebbe di una grossa novità: dal 1945 ad oggi il CSV è rimasto fuori dall’esecutivo solo per cinque anni. Inoltre una coalizione a tre (“ménage à trois”, come è stata definita nel paese) sarebbe un fatto inedito per il paese. Già prima del voto, il leader dei liberali Xavier Bettel e il leader dei verdi François Bausch non avevano escluso l’ipotesi di formare un nuovo governo senza i democristiani di Juncker, ma era comunque necessario il sostegno dei socialisti, in precedenza alleati con Juncker. Dopo il risultato delle elezioni Bettel ha dichiarato: «I programmi elettorali dei socialisti e dei Verdi sono sulla stessa lunghezza d’onda del nostro». Michel Wolter, presidente di CSV, ha detto che i tre partiti all’opposizione hanno una elevata probabilità di formare un nuovo governo.
Le elezioni di domenica si sono svolte 7 mesi prima del previsto a causa di una crisi di governo iniziata nel luglio di quest’anno. Il primo ministro Jean-Claude Juncker aveva infatti dato le sue dimissioni a seguito di un’indagine fatta da una commissione parlamentare sugli abusi condotti dai servizi segreti del paese accusati di avere spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e avere accettato soldi in cambio di favori. Il rapporto della commissione indicava Juncker come il principale responsabile della scorretta condotta degli agenti e concludeva che come primo ministro avrebbe dovuto esercitare un maggiore controllo, informare la commissione parlamentare competente e mettersi in contatto con la magistratura.
Jean-Claude Juncker – che è stato governatore del Fondo Monetario Internazionale, responsabile della Banca europea per la ricostruzione e, nel 2005, primo presidente permanente dell’Eurogruppo – era al governo del Lussemburgo dal 1995. In questi anni è stato spesso criticato per aver trascurato gli affari interni a vantaggio di quelli europei. Dopo il risultato di ieri e la notizia dell’avvio di colloqui informali dei partiti all’opposizione, ha fatto sapere di non volersi ritirare dalla scena politica e, secondo una fonte del suo partito, aspirerebbe ora a un incarico internazionale di prestigio.
Foto: Jean-Claude Juncker, Lussemburgo, 20 ottobre 2013
(GEORGES GOBET/AFP/Getty Images)