La sua società Plan B è diversa da quelle gestite normalmente dagli attori, e probabilmente l'avete già vista in molti titoli di testa

Brad Pitt produce film a tutto spiano

Andare in Turchia per farne uno è diventato normale, grazie ai prezzi accessibili e alle persone che raccontano le loro esperienze sui social 

C’è sempre meno stigma sui trapianti di capelli

Eravamo in un altro mondo di pensieri e aspettative


Un’altra canzone di Michael Giacchino

Si trova in Finlandia e l'ha pensata l'artista Agnes Denes ispirandosi tra le altre cose anche a un ananas 

Una foresta che è un’opera d’arte

Una sassofonista bolognese che l’ha intitolato come un meme ambientalista, con fatalismo ma anche una certa leggerezza

Un disco di Laura Agnusdei

Nelle selezioni italiane per il Bocuse d'Or, la più importante del mondo, non ci sono colpi di scena o “mistery box” e si valutano anche sprechi e pulizia

Le vere gare di cucina non sono come MasterChef

Fu una sua amica fidata ma soprattutto una dei produttori di strumenti a tastiera più apprezzati del tempo, poco riconosciuta come spesso succede

Nannette Streicher, che costruì il pianoforte preferito di Beethoven

Quasi in tempo reale per chi la scaricava in inglese, per non aspettare i tempi della tv italiana dove la prima puntata uscì vent'anni fa

Quelli che sottotitolavano “Lost” in Italia

Grand Theft Hamlet è uscito su MUBI dopo aver partecipato e vinto a diversi festival di cinema: il nome fa intuire l'idea che c'è dietro

Un documentario girato dentro un videogioco

Lo slogan tipico degli spot di dentifrici deriva da una forma di pubblicità ingannevole usata fin dagli anni Settanta, oggi diventata anche un meme

9 dentisti su 10 raccomandano questo articolo

I cosiddetti "naked dress" sono stati rivoluzionari e poi hanno normalizzato il corpo delle donne: ora che sono ovunque però «la nudità è stata denudata del sesso»

I vestiti trasparenti sono sempre più noiosi

Che fare con quel vecchio pacco di farina trovato nel fondo della dispensa? 

La vera data di scadenza degli alimenti

<p>Esattamente cento anni fa nacque in Ungheria uno dei fotoreporter di guerra più famosi e bravi di sempre, Robert Capa. Che non si chiamava Robert Capa e che, contrariamente a quanto pensano in molti, non era americano.</p>
<p>Robert Capa si chiamava Endre Ernő Friedmann: nacque in Ungheria nel 1913 e si trasferì in Germania a 18 anni. Militava nel partito comunista, era ebreo, scriveva, lavorò in uno studio fotografico di Berlino ma fu costretto a scappare nel 1933 a causa dell&#8217;ascesa del nazismo. Arrivò in Francia, dove lavorò qualche anno come freelance – insieme con la compagna Gerda Taro, anche lei fotografa. È negli anni di Parigi che decise di darsi un nome d&#8217;arte, cosa che secondo il suo punto di vista avrebbe reso le sue fotografie più accattivanti. Scelse &#8220;Robert Capa&#8221;, che suonava come un nome americano.</p>
<p>La sua carriera passa attraverso i principali conflitti del Novecento, soprattutto cinque: la Guerra civile spagnola (1936-1939), la Seconda guerra sino-giapponese (che seguì nel 1938), la Seconda guerra mondiale (1941-1945), la Guerra arabo-israeliana (1948) e la Prima guerra d&#8217;Indocina (1954).</p>

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<p>Capa è considerato come uno dei massimi rappresentanti della fotografia di reportage, pur non essendo il primo a scegliere la guerra come soggetto. Nel 1855 <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Roger_Fenton">Roger Fenton</a> fotografò la guerra in Crimea e negli anni Sessanta <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Mathew_B._Brady">Mathew Brady</a> fotografò la Guerra civile americana, ma gli anni in cui Capa lavora sono considerati rivoluzionari per l&#8217;informazione e Capa fa parte di questo cambiamento. In quegli anni, infatti, due grandi innovazioni tecniche aiutano l&#8217;ascesa di questo genere di fotografia: l&#8217;invenzione del <em>retino tipografico</em>, che permette la riproduzione fotografica a rotativa e che porta lo strumento a pieno regime nell&#8217;informazione – per la prima volta in riviste come <em>Life</em> e <em>Vu</em> viene dato molto più spazio all&#8217;immagine e al racconto fotografico, invece che alle parole – e la produzione di macchine fotografiche di piccolo formato. La macchina piccola e maneggevole permette al fotografo di andare fisicamente incontro al soggetto scattando immagini che siamo abituati a definire <em>di reportage</em>, un genere molto radicato nel nostro immaginario e considerato come &#8220;fotografia per eccellenza&#8221; (un concetto che adesso sta cambiando molto velocemente e che risponde, ancora una volta, a nuove esigenze ed opportunità).</p>
<p>Capa inseguì l&#8217;utopia di poter catturare il famoso &#8220;momento decisivo&#8221;, quell&#8217;istante unico che diventa racconto utilizzando la fotografia al massimo delle sue potenzialità come strumento di documentazione e registrazione. In quel caso il reporter diventa parte della storia, dato il suo ruolo molto attivo nella produzione delle immagini: per cominciare rischia la vita – Capa morì al seguito di una squadra di truppe francesi durante la Prima guerra di Indocina, nel 1954 – e mette in gioco abilità fisiche e di coraggio non così diverse da quelle di un soldato. Inoltre diventa famoso insieme con le sue foto: i racconti delle sue imprese viaggiano con le fotografie.</p>
<p>Alcune immagini di Capa sono diventate simboli della crudeltà della guerra. Tra le sue fotografie più famose c&#8217;è <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/The_Falling_Soldier">l&#8217;immagine del 1936</a> del soldato dell&#8217;esercito repubblicano spagnolo colpito a morte da un proiettile e pubblicata, per la prima volta, sulla rivista <em>Vu</em> e poi su <em>Life</em>. L&#8217;immagine aprì questioni generali ancora attualissime sulla sua autenticità, come <a href="https://www.ilpost.it/2013/02/27/paolo-pellegrin-world-press-photo/">spesso accade per questo tipo di fotografia</a>: il proiettile fu sparato dai franchisti o è un&#8217;azione costruita dal fotografo? Dove è stata realmente scattata? Chi è davvero il soldato? Molte versioni diverse <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/The_Falling_Soldier">sono state avanzate</a> negli anni. In un&#8217;interessante intervista del 1947, ritrovata e <a href="http://www.icp.org/robert-capa-100">pubblicata oggi</a> dall&#8217;International Center of Photography, Capa racconta il suo punto di vista a proposito di questa fotografia.</p>
<p>Nel 1947 Robert Capa fondò a Parigi – insieme con Henri Cartier-Bresson, David &#8220;Chim&#8221; Seymour, George Rodger e William Vandivert – l&#8217;agenzia fotografica cooperativa <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Magnum_Photos">Magnum Photos</a>, diventata una delle più prestigiose agenzie fotografiche al mondo. In quegli anni il genere reportage conosce il suo momento di massima espressione: finita la Seconda guerra mondiale c&#8217;è la necessità di capire, di vedere e provare a ricostruire i fatti della storia anche attraverso il racconto fotografico.</p>
<p>In Italia in questi giorni è possibile visitare due mostre che ripercorrono la storia di Robert Capa. Una è a Roma – “<a href="http://www.museodiroma.it/mostre_ed_eventi/mostre/robert_capa_in_italia_1943_1944">Robert Capa in Italia 1943 – 1944</a>” – al Museo Palazzo Braschi fino al 6 gennaio; mentre la seconda, “<a href="http://www.villamanin-eventi.it/index.php">Robert Capa. La realtà di fronte</a>”, è stata appena inaugurata presso Villa Manin a Passariano di Codroipo (Udine) e rimarrà esposta fino al 19 gennaio.</p>
<p style="text-align: right;"><small>(Robert Capa durante la guerra civile spagnola, 1937, fotografia di Gerda Taro)</small></p>

Brevi

Cultura

100 anni robert capa

Endre Ernő Friedmann

fotogiornalismo

gallery

magnum

Mathew Brady

reportage

Robert Capa

Roger Fenton

vintage

gerda

<p>23 agosto 1944. Una donna con il figlio viene umiliata dalla folla, dopo essere stata rasata, per aver collaborato con le truppe tedesche a Chartres in Francia (Robert Capa / Getty Images)</p>


<p>22 marzo 1945. La preparazione di un paracadutista prima di un&#8217;azione sul Reno. Arras, Francia. (Robert Capa / Getty Images)</p>


<p>1944. Un bambino francese mangia la cioccolata regalata dai soldati americani (Robert Capa/Keystone/Getty Images)</p>


<p>24 marzo 1945. Soldati tedeschi e civili si riparano da un bombardamento (Robert Capa/Keystone/Getty Images)</p>


<p>3 agosto 1944. Un carro armato americano (Robert Capa/Keystone/Getty Images)</p>


<p>circa 1944. Il cadavere di un soldato tedesco appartenente alla fanteria (Robert Capa/Keystone/Getty Images)</p>


<p>24 marzo 1945. Paracadutisti della 17esima divisione atterrano nei pressi di Wesel in Germania (Robert Capa/Keystone/Getty Images)</p>


<p>Agosto 1944. Le truppe americane vengono salutate dagli abitanti di Notre Dame de Cenily (Robert Capa/Keystone/Hulton Archive/Getty Images)</p>


<p>23 agosto 1944. Militari dell&#8217;esercito francese di liberazione dopo la presa di Chartres (Robert Capa/Keystone/Getty Images)</p>


<p>Marzo 1945: Paracadutisti statunitensi ad est del Reno. Un paracadute è rimasto appeso ad un albero. (Robert Capa/Keystone/Getty Images)</p>


Le immagini di uno dei fotoreporter di guerra più apprezzati e famosi di sempre, che non si chiamava Robert Capa (e non era americano)

Il centenario di Robert Capa

Il centenario di Robert Capa

Il centenario di Robert Capa

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