Sembrava un sogno
Mauro Covacich sulla ragazza di 16 anni violentata a Modena e su cosa è diventato il sesso per gli adolescenti
di Mauro Covacich
Negli ultimi decenni abbiamo speso ogni nostra energia per allontanare la morale dal sesso, ora guardiamo atterriti il risultato ottenuto. I ragazzi e le ragazze della festa di Modena dove una ragazza di 16 anni è stata violentata da suoi quasi coetanei, sono i nipoti della generazione che si è battuta per la liberazione del corpo e sono i figli della generazione che combatte ogni giorno contro un crimine che i giornali chiamano femminicidio: con ciò proporrei di escludere il deficit culturale dalla nostra discussione.
A mancare non è la cosiddetta trasmissione di valori. Forse è accaduto qualcos’altro, qualcosa che unisce gli adolescenti ignoranti e quelli istruiti, i disinformati e quelli consapevoli, i borgatari e i rampolli dei quartieri alti. Innanzitutto l’esaltazione di una sessualità libera e senza pudore come primo elemento di affermazione sociale, per non dire di civiltà. Dopo duemila anni di oscurantismo cattolico, l’occidente ha spianato le pieghe che nascondevano il piacere. L’educazione sessuale ha dissolto il mistero dell’eros a favore di una concezione sempre più fisiologica e naturista. Le riviste e i media hanno lavorato, da un canto, sull’aspetto salutare del sesso, e dall’altro, sull’aspetto estetico-sociale: fare sesso è diventato “cool”.
A questo bombardamento comunicativo diciamo acritico, di una pratica sessuale al di là del bene e del male, si è aggiunta la più grande trasformazione dei canali di conoscenza dagli albori dell’umanità, ovvero internet. La rete ha conclamato una società del godimento immediato. Qualsiasi cosa io voglia, la compro subito e domani il fattorino suonerà alla mia porta. Non c’è attesa, abbiamo saturato la casella vuota che permette al desiderio di circolare. Questo vale per l’ultimo gioco della playstation come per un sito di incontri. Cerco uno o una che abbia voglia di farlo ora, possibilmente nel mio quartiere, e mi placo. Il desiderio declassato, secolarizzato a piacere d’organo.
C’è poi, non ultima, la particolare angoscia di essere un adolescente oggi, quando ti basta un click per vedere tutte le posizioni del kamasutra realizzate da copulatori veri, un click per sapere tutto in teoria, ancora prima di aver dato il primo bacio. Un mondo che ti spinge a buttarti subito, adesso, nella mischia, senza che tu abbia avuto neanche il tempo di capire se ne hai voglia, senza concederti quel lento, prezioso, maldestro apprendistato di cui anche noi, disinibiti e disinibite quarantenni, abbiamo beneficiato. Ora la velocità detta legge, si passa in un attimo da una stagione di piselli e patatine a una dove ci si ammucchia in tutti i modi possibili. Feste dove, invece di affrontare esitanti il gioco della bottiglia, ci si scambia buchi e protuberanze in figurazioni che ricordano Bosch e il marchese de Sade. Va detto che la condivisione coatta di questo immaginario comporta, nella sua vulgata mainstream, il solito squallido assoggettamento del corpo femminile. Ma bisogna anche aggiungere che i ragazzi e le ragazze sono complici inconsapevoli di questo assoggettamento (come dimostra l’indifferenza unisex dei presenti alla fatidica festa modenese).
Una volta disgiunto il sesso dal desiderio – e dalla seduzione – la palestra pornografica impone i suoi kata maschilisti, a cui tutti questi nuovi amanti muscolari, senza distinzioni di genere, si applicano diligentemente. Ripeto, basta un click e vedi quattro cinque uomini che spargono il proprio seme sul corpo di una donna fiera e sorridente. Un click e vedi ragazzine che si sfidano in una gara di fellatio a una festa di compleanno, secondo un uso drammaticamente frainteso del concetto di emancipazione. Ragazzine indotte a credere che – ora che non è più peccato, ora che siamo tutti uguali – devono affannarsi ad aggiungere sempre nuove tacche sulla pistola. Ovviamente “parità di diritti” significa un’altra cosa, ma è come se anche questa espressione fosse stata superata da un salto di livello.
Per fortuna questa volta una ragazza ha capito di essere stata stuprata. Ma molte altre al posto suo penseranno che funziona così. Quasi nessuno sa sottrarsi al ritmo scandito dall’epoca. Violenze e abusi, esattamente come la solidarietà mancata o la condanna degli amici stupratori, appartengono a un mondo dove valeva ancora il giudizio morale. Qui siamo entrati nella dimensione oltreumana annunciata da Nietzsche: la trasvalutazione di tutti i valori, a dispetto del giusto e dell’ingiusto (e delle solite trincee di maschi contro femmine). Sembrava un sogno, invece è un incubo.
(Hieronymus Bosch, particolare del Trittico del Giardino delle delizie)