Cosa è “The Onion”
Uno storico giornale satirico americano, che con internet è diventato evidenziatore di molte depravazioni dell'informazione contemporanea, a cominciare dalle notizie false
“Uno studio rivela: i bambini sono stupidi”; “Il tasso di mortalità mondiale stabile al 100 per cento”; “L’autunno cancellato dopo 3 miliardi di stagioni”; “La droga ha vinto la guerra alla droga”: sono alcuni delle migliaia di titoli di The Onion, una popolare rivista satirica settimanale americana (e dal 1996 un sito web) che si definisce “the America’s Finest News Source”: The Onion da 25 anni imita, stravolge e prende in giro, nei temi e nel linguaggio, il mondo dei media e dell’informazione americano: commentando gli eventi nazionali e internazionali più rilevanti e mescolandoli con notizie del tutto inventate.
The Onion, come spiega la pagina Facebook ufficiale, fu fondato nel 1765 da Friedrich Siegfried Zweibel: originariamente si chiamava Mercantile Onion, perché quelle erano le uniche due parole in inglese conosciute in quel momento dal fondatore, emigrato dalla Germania (Zwiebel in tedesco vuol dire appunto “cipolla”). Il motto del giornale in origine era Tu Stultus Es (“sei stupido” in latino).
Non è vero niente, naturalmente. The Onion fu fondato nel 1988 da due studenti della University of Wisconsin-Madison, Tim Keck e Christopher Johnson: il nome fu scelto dallo zio di Tim Keck, quando un pomeriggio vide Chris Johnson mangiare pane e cipolla, perché i due studenti squattrinati non potevano permettersi altro. L’anno successivo i due vendettero la rivista al caporedattore Scott Dikkers e al responsabile delle inserzioni pubblicitarie Peter Haise per 16 mila dollari. I primi tempi ebbe molto successo in un numero limitato di città, soprattutto nei centri universitari come Madison, Milwaukee e Chicago: vi si potevano anche ritagliare dei coupon per avere sconti al cinema. I primi titoli erano battute, scherzi e giochi di parole dedicati ai ragazzi e ai professori dei campus, come quello su un professore di fisica che aveva dimostrato che l’universo non esisteva (nella celebre equazione “u = z”, dove “u” era l’universo e “z” (per zilch) stava per “un bel niente”).
In pochi anni crebbe e diventò la rivista satirica più nota negli Stati Uniti, ma un nuovo successo arrivò con la creazione del sito web nel 1996. Oggi The Onion è una vera e propria azienda editoriale, con un proprio canale web di news che va in onda 24 ore al giorno, The Onion News Network. La versione cartacea di The Onion è oggi distribuita gratuitamente in diverse città, tra cui Milwaukee, Chicago, Denver e Indianapolis ma a partire dal 2012, con la fine della distribuzione dell’edizione cartacea nazionale, cessarono le pubblicazioni anche di quasi tutte le edizioni locali più importanti, tra cui quelle di New York, Los Angeles, San Francisco, Washington DC e Philadelphia, per la netta riduzione degli introiti pubblicitari e per la decisione da parte delle redazioni locali di concentrarsi sul nuovo modello di business della versione online.
Come ha spiegato Stephen Thompson, redattore che ha trascorso 12 anni al giornale e fondatore di The A.V. Club (una sezione non satirica della rivista dedicata all’intrattenimento, con interviste e recensioni), solitamente ci volevano 2 settimane prima che un pezzo fosse pronto per essere pubblicato sull’edizione cartacea. Al contrario del processo editoriale tradizionale tutto partiva dai titoli, alla scelta dei quali si dedicavano i primi due giorni della settimana e sui quali poi si inventavano e costruivano le storie. Un team di redattori controllava ogni singolo elemento, dai nomi inventati alla punteggiatura, per assicurarsi che tutto fosse in linea con le regole del giornalismo tradizionale e conforme agli standard dei più importanti giornali: il pezzo poteva essere pubblicato solo dopo aver ricevuto l’approvazione di almeno sei redattori.
Dalla creazione dell’edizione online ma soprattutto con la fine della pubblicazione della maggior parte delle edizioni cartacee nel 2012 (un periodo di transizione che coincise anche con lo spostamento della redazione da New York a Chicago, col conseguente abbandono di molti collaboratori tra cui il caporedattore Joe Randazzo) The Onion non funziona più così: è diventato più veloce, più diffuso, ma secondo molti “meno credibile”, votandosi interamente al concetto di “digital first” (prima il digitale) e adattandosi ai tempi di Internet e dei social media.
Ora The Onion pubblica molto più rapidamente i suoi contenuti, che sono anche inevitabilmente aumentati: dalle finte notizie costruite nell’arco di due settimane si è passati alle finte presentazioni, le finte gallery fotografiche, le finte infografiche, i finti titoli, pubblicati quotidianamente e ad un ritmo molto elevato. Nel tentativo (riuscito secondo i numeri, dato che il sito di The Onion è cresciuto del 30 per cento nel corso dell’ultimo anno) di rendere la propria satira tempestiva e virale, secondo molti si è persa parte della qualità, del ricorso alla sfumatura, dell’ironia ragionata che erano il tratto distintivo del giornale.
Questo ha causato anche una serie di “incidenti” e di episodi controversi. A settembre del 2011 The Onion pubblicò in apertura di homepage un articolo intitolato “Il parlamento prende in ostaggio una scolaresca”: l’articolo venne diffuso molto rapidamente (l’account Twitter di The Onion aveva 3 milioni di iscritti allora, oggi più di 5 milioni) e molti presero sul serio la notizia, fino a quando intervenne persino la polizia, diffondendo una nota per smentire che ci fosse alcun problema al Campidoglio.
Tra ottobre e novembre 2012 ci furono due veri e propri casi internazionali, ma da considerare dei successi più che degli incidenti: prima con la pubblicazione della notizia che nelle zone rurali degli Stati Uniti il presidente iraniano Ahmadinejad aveva ottenuto più consensi in un sondaggio rispetto a Barack Obama (ripresa dall’agenzia di stampa iraniana Fars News Agency, vicina al governo e ai Guardiani della rivoluzione iraniana, e pubblicata anche nella versione in fārsì del sito), poi con la notizia che Kim Jong-un, il leader della Repubblica Democratica Popolare di Corea, era stato eletto “uomo più sexy del 2012”: l’edizione online del Quotidiano del Popolo, l’organo del Partito Comunista Cinese, riprese la notizia come se fosse vera, pubblicando anche una gallery fotografica di 55 immagini del leader nord-coreano.
L’episodio forse più controverso, però, è accaduto quest’anno, durante la serata degli Oscar: mentre era in corso la premiazione The Onion pubblicò un tweet in cui definiva la piccola attrice americana Quvenzhane Wallis, protagonista del film “Re della terra selvaggia”, letteralmente “a cunt” (un’espressione molto volgare e offensiva), scatenando subito moltissime polemiche: il tweet fu cancellato dopo un’ora, e il giorno successivo il CEO del sito, Steve Hannah, postò su Facebook una lettera di scuse, ammettendo le proprie colpe, precisando che l’account di Twitter da quel momento sarebbe stato supervisionato da una squadra e che sarebbero stati presi provvedimenti contro il responsabile della pubblicazione del tweet.
A parte l’ultimo episodio, obiettivamente sgradevole, gli altri hanno evidenziato come in rete aumenti decisamente il rischio di far passare per vere quelle “notizie che non lo erano”, anche quando a farle girare è un sito dichiaratamente satirico. Uno degli approcci più espliciti di The Onion alla scelta e alla pubblicazione delle notizie è questo: trattare in maniera esageratamente ironica e dissacrante un evento molto drammatico e invece fingere di prendere sul serio storie molto più leggere, come l‘esibizione di Miley Cyrus agli scorsi MTV Awards, costruendo addirittura un editoriale di spiegazioni firmato dal direttore operativo di CNN Meredith Artley.
Oltre a The Onion sono nate negli ultimi anni moltissime pagine parallele al sito: una di queste per esempio, Literally Unbelievable, raccoglie le reazioni su Facebook dei lettori che prendono sul serio le finte notizie pubblicate dal sito. Su Reddit, invece, c’è una sezione chiamata Not the Onion, che raccoglie titoli di notizie vere così inverosimili e bizzarri da poter sembrare invenzioni del sito satirico.