Berlusconi condannato a due anni di interdizione
I suoi legali hanno annunciato che faranno ricorso in Cassazione: cosa succede ora?
La Corte d’Appello di Milano ha condannato Silvio Berlusconi a due anni di interdizione dai pubblici uffici. La condanna è arrivata in seguito alla richiesta della Corte di Cassazione di ricalcolare le pene accessorie del processo Mediaset, nel quale Berlusconi era stato condannato per evasione fiscale.
La Cassazione aveva confermato la condanna per evasione fiscale a quattro anni di prigione (tre dei quali sono stati “scontati” grazie all’indulto del 2006). Nel processo d’appello Berlusconi era stato anche condannato a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, una sanzione che la Corte di Cassazione aveva chiesto di ricalcolare con un processo definito “di appello bis”, quello che si è concluso oggi.
Che cos’è l’interdizione
L’interdizione dai pubblici uffici è una sanzione “interdittiva” di cui si parla all’articolo 28 del codice penale. Chi viene interdetto non può più votare o essere eletto in qualsiasi elezione, viene privato di ogni incarico pubblico che si trovi a ricoprire e non può ricoprirne altri fino alla fine della pena (quindi non può continuare a sedere in parlamento) e infine perde titoli, decorazioni e tutte le altre «pubbliche insegne onorifiche» che ha ricevuto (e non ne può ricevere di nuove fino a che dura l’interdizione).
Che cosa succede ora a Berlusconi?
La questione ora passa nelle mani della Corte di Cassazione, a cui gli avvocati di Berlusconi hanno annunciato che faranno ricorso. I giornali prevedono che la sentenza arriverà entro dicembre. Quasi sicuramente la Corte di Cassazione confermerà la condanna. In precedenza, era stato richiesto un “appello bis” perché la Corte di Appello aveva condannato Berlusconi a 5 anni di interdizione, mentre secondo i giudici della Corte di Cassazione per il reato di evasione fiscale non era possibile richiederne più di tre.
L’interdizione dai pubblici uffici è una causa di decadenza per i parlamentari, ma difficilmente Berlusconi decadrà dal seggio al Senato a causa di questa condanna. Al momento sta per concludersi il percorso di un’altra decadenza, quella causata dalla condanna definitiva a quattro anni, come stabilito dalla legge Severino.
Attualmente il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi deve affrontare l’ultimo passaggio: il voto dell’aula – che però non è stato ancora calendarizzato. Se l’aula dovesse respingere la decadenza, anche se per il momento sembra improbabile, e se la Cassazione dovesse confermare la condanna all’interdizione, la giunta per le elezioni dovrebbe riunirsi nuovamente per discutere dell’altra decadenza e, se dovesse votare a favore, il Senato si troverebbe a votare una seconda volta sulla decadenza di Berlusconi.
Tra le altre conseguenze che potrebbe subire a causa di questa condanna, Berlusconi potrebbe perdere il titolo di Cavaliere del lavoro, come previsto dal quarto comma dell’articolo 28, in cui si specifica che gli interdetti perdono tutte le onoreficenze pubbliche che hanno ricevuto. Berlusconi non potrebbe salvarsi dall’interdizione nemmeno se il parlamento votasse un indulto, uno sconto di pena che però non si applica alle pene accessorie – come appunto l’interdizione.