Un vero leader non fa il furbo
Lo spiega su Repubblica Carlo Verdelli a Matteo Renzi, a proposito della questione amnistia
La pagina delle opinioni di Repubblica è aperta martedì da un breve commento di Carlo Verdelli, a proposito delle discusse parole di Matteo Renzi, nel suo discorso a Bari sabato, su amnistia e carceri.
L’autonomia della politica è cosa buona e giusta, ma da parecchio tempo anche poco praticata. Matteo Renzi, l’uomo nuovo per la sinistra e non solo, ha ben chiaro questo concetto. A ogni passo, a ogni discorso, sembra voler ribadire la necessità di tornare a governare (un partito, un Paese) senza prestare troppa attenzione ai distinguo suggeriti, in qualche caso anche imposti, da poteri più o meno forti, istituzionali, economici o culturali che siano.
La politica deve impegnarsi a fare, libera anche di sbagliare ma sciogliendo con decisione lacci e lacciuoli che l’hanno via via ridotta all’angusto compito di amministrazione dell’esistente. Una svolta, questa del sindaco di Firenze, ancora più radicale della rottamazione dei dirigenti di lungo corso e persistente potere. Ma anche la strada buona e giusta dell’autonomia della politica non è priva di insidie. Per esempio, Renzi dice, tra le tante cose, che è contrario a indulto e amnistia. Poi spiega, pungolato dalle critiche, che la sinistra è da sempre per la legalità. Domanda: è legale la condizione delle carceri italiane? Risposta: no per tutti, dal capo dello Stato al più ignoto dei reclusi. Dopo Serbia e Grecia, l’Italia è il Paese del Consiglio d’Europa (47 Stati membri) con il peggiore indice di sovraffollamento: 147 umani dove ce ne dovrebbero stare 100. Terzi, dietro Ucraina e Turchia, anche per detenuti in attesa di giudizio. Una situazione palesemente incivile, e contro i basilari diritti dell’uomo, compreso l’uomo o la donna condannato.
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