Le trattative sullo shutdown si complicano
Dopo l'ottimismo di ieri, oggi Obama ha rifiutato il piano proposto dalla Camera a maggioranza repubblicana per sbloccare la situazione
Dopo una nuova serie di incontri e negoziati tra democratici e repubblicani, martedì 15 ottobre l’amministrazione Obama ha respinto una proposta avanzata dalla Camera del Congresso, a maggioranza repubblicana, per aumentare il tetto del debito in cambio di alcune modifiche alla riforma sanitaria voluta da Barack Obama nel suo primo mandato e ora in fase di attuazione. Gli Stati Uniti devono aumentare il limite del debito posto ora a 16.700 miliardi di dollari entro giovedì prossimo, se non sarà fatto il paese sarà tecnicamente in default con gravi conseguenze per la sua economia e per quella mondiale.
Un portavoce della Casa Bianca ha risposto che l’offerta fatta dalla Camera costituisce una sorta di “ricatto” e che serve solamente per “far stare tranquillo un piccolo gruppo di repubblicani dei Tea Party che hanno già portato allo shutdown”, cioè alla chiusura di buona parte delle attività governative a causa della mancata approvazione di una nuova legge finanziaria.
La proposta della Camera prevede, tra le altre cose, di rimandare la piena entrata in vigore di alcuni meccanismi della riforma sanitaria. Per questo motivo l’amministrazione Obama ritiene inaccettabile la proposta, mentre è favorevole alla mediazione cui sta lavorando il Senato, a maggioranza democratica, e che prevede diversi meccanismi per il pagamento delle assicurazioni sanitarie da parte delle imprese.
Il presidente della Camera, il repubblicano John Boehner, ha spiegato che il suo partito sta cercando di trovare una mediazione con i democratici, ma che non sono state ancora assunte decisioni “su che cosa fare esattamente”. Nel pomeriggio di martedì, quando in Italia sarà notte, Obama si incontrerà nuovamente con i principali rappresentanti democratici alla Camera per discutere la situazione. L’obiettivo è trovare, per lo meno, una soluzione temporanea che consenta di alzare in parte il tetto del debito per allontanare la possibilità di un default entro la fine dell’anno.