I pirati somali arrestati con un trucco
Uno dei loro capi più importanti e ricercati è stato fermato con un complice in Belgio: era stato attirato con il pretesto di collaborare a un film
Sabato 12 ottobre uno dei più importanti e ricercati capi dei pirati somali, Mohamed Abdi Hassan (noto come “Afweyne” o “Big Mouth”) è stato arrestato all’aeroporto di Bruxelles dalla polizia belga. Con lui era presente anche un complice: Mohamed M.A. conosciuto come “Tiiceey”, ex governatore della regione somala dell’Himan e Heeb e sospettato di favoreggiamento nel sequestro di alcune navi. Il procuratore federale del Belgio Johan Delmulle, durante una conferenza stampa che si è svolta lunedì 14 ottobre, ha spiegato che i due uomini provenivano dal Kenya e che sono stati attirati in Belgio grazie a uno stratagemma: alcuni agenti federali infiltrati hanno fatto credere loro di aver bisogno di alcuni consulenti ed esperti per la realizzazione di un documentario sulla pirateria in mare. Dopo una trattativa durata alcuni mesi, i due uomini avevano accettato, ma appena scesi dall’aereo sono stati arrestati.
Hassan e il suo complice sono ritenuti colpevoli del dirottamento della nave belga Pompei, assaltata nell’aprile del 2009 mentre navigava al largo della Somalia, a 150 chilometri a nord delle Seychelles. La Pompei era comandata da un olandese e aveva a bordo marinai belgi, filippini e croati. Proveniva da Dubai, dove aveva partecipato alla costruzione di alcune isole artificiali, e stava facendo rotta per il Sudafrica. La nave e l’equipaggio rimasero sotto sequestro per 70 giorni e vennero rilasciati dopo il pagamento di un riscatto. I due uomini erano ricercati da quattro anni. Altri due somali giudicati responsabili del sequestro della Pompei sono già stati processati e condannati a 10 e 9 anni di prigione per il loro coinvolgimento nel dirottamento della Pompei, ma il procuratore Delmulle ha spiegato che Hassan è colui che probabilmente ha «ordinato, finanziato e organizzato l’appoggio logistico» per l’operazione.
Hassan, definito in un rapporto del 2012 delle Nazioni Unite come «uno dei leader più noti e influenti» dei pirati in Somalia, è sospettato di far parte di un’organizzazione criminale responsabile del dirottamento di decine di navi mercantili al largo della Somalia nel periodo che va dal 2008 fino al 2012 – anno in cui aveva deciso di ritirarsi – come quello della petroliera saudita «Sirius Star», contenente due milioni di barili di petrolio del valore di circa 100 milioni di dollari, o del mercantile ucraino «Faina», carico di carri armati, lanciamissili e munizioni. Tutte le navi sono state restituite in cambio di un riscatto.
Foto: la nave belga Pompei sequestrata nel 2009 dai pirati somali(AP Photo/Belgian Government)