L’ultimo “Herald Tribune”
È quello di oggi, da domani lo storico quotidiano internazionale diventerà International New York Times
Da domani, martedì 15 ottobre, l’International Herald Tribune, il più famoso quotidiano internazionale in lingua inglese, cambierà nome: «Questa è l’ultima volta che leggerete l’International Herald Tribune; a partire da domani, diventerà l’International New York Times. Ma non piangete – scrive Serge Schmemann, giornalista e direttore della pagina dei commenti della testata – Il giornale ha cambiato nome diverse volte dalla sua fondazione, ma la sua missione è rimasta sempre la stessa: quella di offrire una prospettiva globale su eventi e idee che modellano il mondo».
Attualmente, l’International Herald Tribune viene stampato in 38 luoghi diversi, è diffuso in più di cento paesi, conta redazioni a Parigi, Londra, Hong Kong e ha una diffusione media giornaliera di 224.771 copie (il dato si riferisce al 2012) più o meno la metà delle quali in Europa e il 41 per cento in Asia. Oltre a contenuti originali, il quotidiano pubblica anche molti degli articoli del New York Times, la cui società (la New York Times Company) è proprietaria anche dello Herald, tanto che da anni quest’ultimo viene spesso definito come la versione internazionale del New York Times (il suo sito Internet, per esempio, è la versione “global” del sito del New York Times). L’edizione cartacea dello Herald di oggi, martedì 14 ottobre, contiene un inserto speciale di 24 pagine che ripercorre i 126 anni di vita della testata e i principali avvenimenti raccontati. Lo stesso fa l’edizione online.
Il cambio del nome rientra in una precisa strategia che prevede di vendere alcune delle società controllate e testate storiche (come ad esempio il Boston Globe nell’agosto di quest’anno) per focalizzare le attività del gruppo intorno al New York Times, cioè il suo cosiddetto “core business” e di consentirne una maggiore diffusione al di fuori degli Stati Uniti: «Vogliamo cogliere l’occasione per attirare lettori stranieri, abbonamenti numerosi e pubblicità (…) Questo è il momento ideale per creare un unico marchio globale dei media», ha spiegato il direttore generale del New York Times Mark Thompson. E tutto questo anche a causa della concorrenza: il Guardian ha creato una pubblicazione online gratuita negli Stati Uniti e in Australia; il Wall Street Journal è favorito dal fatto di appartenere al gruppo Murdoch (News Corp.) presente in quattro continenti.
L’International Herald Tribune fu fondato a Parigi il 4 ottobre 1887 con il nome di Paris Herald da James Gordon Bennett Jr., figlio di Bennett Sr, che aveva fondato il New York Herald nel 1835. Il Paris Herald era l’edizione europea del New York Herald ed era destinato agli americani che si erano trasferiti in Europa e che volevano tenersi aggiornati con quello che succedeva nel loro paese, dai prezzi delle merci ai risultati delle partite di baseball. Nel tempo, il giornale diventò un punto di riferimento non solo per gli americani lontani da casa ma anche per i molti stranieri in giro per il mondo. Bennett è considerato un precursore che intuì che l’inglese poteva essere la lingua usata in tutto il mondo e che le stesse notizie legate agli affari, all’attualità e alla cultura potevano interessare a un pubblico vasto e diffuso.
Bennett favorì la crescita e lo sviluppo del quotidiano con continue innovazioni, come ad esempio l’uso del telegrafo per comunicare quasi all’istante le notizie da una costa all’altra dell’oceano mentre solo vent’anni prima la notizia dell’assassinio del presidente americano Abraham Lincoln impiegò due settimane per arrivare in Europa. Bennett investì anche per migliorare e rendere più veloci le modalità di consegna: inizialmente il giornale era portato da cavalli e carrozze, poi furono utilizzati gli autoveicoli e nel 1928 fu il primo quotidiano a essere trasportato sugli aerei da Parigi a Londra per essere distribuito.
Dopo la morte di Bennett, nel 1919, il quotidiano fu venduto: da allora cambiò più volte proprietà e venne fuso con altri giornali, fino a quando nel 1967 fu acquistato insieme dal New York Times e dal Washington Post. Nel frattempo il New York Herald Tribune aveva chiuso e il Paris Herald assunse il nome definitivo di International Herald Tribune. Nel 2003 fu acquistato interamente dalla società che gestisce il New York Times.