7 cose sulle qualificazioni dei Mondiali
Che per le squadre europee finiscono domani - prima dei playoff - e ci sono ancora situazioni incerte e storie avvincenti
Martedì si concluderanno i gironi europei di qualificazione per i Mondiali di calcio del 2014: l’Italia si è qualificata il 10 settembre 2013 battendo la Repubblica Ceca e vincendo matematicamente il girone B. È stata la prima squadra europea a farlo – assieme all’Olanda – e negli scorsi giorni è stata seguita anche da Belgio, Svizzera e Germania. Le situazioni in bilico sono ancora parecchie e così le storie che ci stanno attorno.
1) Nel gruppo I la Spagna è quasi certa di arrivare prima e qualificarsi direttamente ai Mondiali: ospiterà la Georgia, che è penultima nel girone e ha segnato 3 gol in sette partite. La Francia, che ha tre punti in meno, a meno di un colpo di scena finirà quasi certamente seconda – giocherà con la terza classificata, la Finlandia, che è già eliminata. La federazione francese si è però già lamentata dell’eventuale accoppiamento nei successivi playoff, ai quali si qualificano le otto migliori seconde classificate dei gironi (che sono 9): le quattro squadre con il migliore piazzamento nella classifica FIFA affronteranno le quattro con la classifica peggiore, e la Francia (che attualmente è 25 esima) rischia quindi di essere sorteggiata con una nazionale molto forte. Noel Le Graet, il presidente della federazione francese, ha detto che la colpa è in parte da attribuire al fatto che il girone I aveva cinque squadre, una in meno degli altri, e che quindi c’erano meno possibilità di guadagnare posizioni nella classifica FIFA: «i nostri rivali degli altri gruppi hanno avuto la possibilità di fare più punti, è un fatto», ha spiegato.
2) Nel girone H l’Inghilterra è prima in classifica e affronterà la Polonia, già eliminata, mentre l’Ucraina, che ha un punto in meno, giocherà contro San Marino (che ha subito 46 gol in 9 partite). Considerato che San Marino ha ben poche probabilità di battere l’Ucraina, l’Inghilterra è obbligata a vincere per avere la certezza di non giocare i playoff. Questa situazione ricorda molto ciò che successe circa 40 anni fa, il 17 ottobre del 1973: l’Inghilterra allora si giocò la qualificazione nel celebre stadio di Wembley, a Londra, contro la Polonia prima in classifica. L’Inghilterra tirò 37 volte in porta ma riuscì a segnare un solo gol, grazie alle parate incredibili del portiere polacco Jan Tomaszewski, che prima della partita era stato definito da un commentatore inglese «un buffone», per il suo stile acrobatico. La partita finì 1-1, la Polonia rimase prima e si qualificò per i Mondiali del 1974: l’Inghilterra non disputò i Mondiali per la prima volta nella sua storia, da quando aveva iniziato a parteciparvi nel 1950.
3) Andros Townsend, un centrocampista inglese di 22 anni, ha iniziato a giocare con il Tottenham nel 2000, quando aveva 9 anni. Poi, dal 2009 al 2013 ha cambiato 9 squadre, venendo spesso ceduto per pochi mesi, ma sempre in prestito: questa stagione è rimasto al Tottenham, e per il momento ha giocato otto partite segnando un gol. L’11 ottobre del 2013 ha esordito in Nazionale contro il Montenegro – la partita è finita 4-1 per l’Inghilterra – e ha segnato questo gol.
4) Il Belgio ha probabilmente la sua nazionale migliore della storia: si è qualificato matematicamente per i Mondiali con un turno di anticipo, ha vinto tutte le partite tranne una – che ha pareggiato – e ha la miglior difesa di tutti i gironi (ha subito appena 3 gol in 9 partite). Gioca un calcio piuttosto spettacolare, e ha almeno quindici giocatori di ottimo livello che si sono fatti notare negli ultimi due-tre anni. È attualmente una delle nazionali più forti del mondo, ed è sesta nella classifica FIFA: non partecipava ai Mondiali dall’edizione del 2002, e in generale è considerata da molti una delle possibili sorprese del torneo.
5) L’attaccante 30enne del Manchester United Robin Van Persie è diventato venerdì scorso il giocatore che ha segnato più gol nella storia della nazionale olandese. Contro l’Ungheria, in una partita nella quale non doveva nemmeno giocare, ha segnato tre gol, arrivando a 41 in 80 presenze (più di un gol ogni due partite). Il record precedente di 40 gol era di Patrick Kluivert, noto in Italia per una pessima stagione disputata con il Milan fra il 1997 e il 1998. La squadra fece una pessima stagione e finì decima: Kluivert, che all’epoca aveva 21 anni, nell’immaginario dei tifosi del Milan divenne una specie di simbolo del brutto periodo della squadra, e venne più volte contestato e considerato un «bidone». In campo sembrò spesso goffo e spaesato, segnò appena 6 gol in 27 partite di campionato e a fine anno venne ceduto al Barcellona per 30 miliardi di lire. Con il Barcellona segnò moltissimo e divenne uno dei più forti attaccanti olandesi di quegli anni: ma nella stagione successiva alla sua cessione il Milan vinse lo scudetto.
6) Nel gruppo G la Bosnia Erzegovina e la Grecia hanno entrambe 22 punti: la Grecia giocherà in casa contro il Liechtenstein, mentre la Bosnia sarà fuori casa a Kaunas contro la Lituania. Nel caso dovessero fare lo stesso risultato, il girone sarebbe vinto dalla Bosnia a causa della migliore differenza reti. Fino a oggi la giovane nazionale della Bosnia non è riuscita a qualificarsi a nessun torneo internazionale: da qualche anno a questa parte però ha un’ottima squadra, composta da calciatori che giocano per la maggior parte in squadre straniere molto importanti (Miralem Pjanić della Roma è considerato uno dei centrocampisti migliori della Serie A, l’attaccante Edin Džeko gioca spesso da titolare nel Manchester City). È stato stimato che circa 4 mila tifosi bosniaci saranno presenti a Kaunas per festeggiare l’eventuale qualificazione diretta ai Mondiali: in un paese ancora assai diviso da tensioni etniche e religiose sono in molti a pensare che per i bosniaci i buoni risultati della nazionale possano diventare un fattore unificante.
7) Sid Lowe della rete sportiva ESPN ha analizzato la scelta della Spagna, la nazionale campione del mondo e d’Europa in carica, di giocare la partita decisiva del girone contro la Georgia nello stadio Carlos Belmonte di Albacete, che può contenere 17.500 spettatori: la squadra locale, l’Albacete Balompié, gioca in Segunda División B, l’equivalente della Serie C del campionato spagnolo. Lowe ha spiegato che la federazione spagnola ha l’abitudine di far giocare spesso la nazionale in città di piccola o media grandezza e con squadre locali di trascurabile importanza: nelle precedenti partite la Spagna ha giocato in città come Logrono, Alicante, Elche, Las Palmas, Oviedo e Salamanca, fra le altre. Secondo Lowe questo in parte è dovuto al fatto che gli stadi disposti a ospitare la nazionale spagnola non sono moltissimi: nei Paesi Baschi la Spagna non gioca dal 1967, e al Camp Nou, lo stadio del Barcellona e della nazionale non riconosciuta della Catalogna, la Spagna ha giocato solo cinque volte, l’ultima delle quali nel 1987. In più uno stadio piccolo è molto più facile da riempire: non solo durante la partita, ma anche negli allenamenti della squadra dei giorni precedenti, e questo crea una familiare e positiva atmosfera di accoglienza. Nelle ultime 29 partite giocate in casa la Spagna non ha mai perso.
foto: AP Photo/Sang Tan