A che punto sono i negoziati in Germania
Angela Merkel entro il 22 ottobre vorrebbe decidere con chi allearsi tra la SPD e i Verdi (che non piacciono alla CSU bavarese)
In un incontro con i parlamentari conservatori di martedì scorso, Angela Merkel ha detto di essersi posta l’obiettivo di trovare un alleato di governo entro il 22 ottobre, quando il nuovo Bundestag (la camera bassa del parlamento tedesco) si riunirà per la prima volta. Nonostante questo e la vittoria molto netta alle elezioni tedesche del 22 settembre scorso, i negoziati stanno andando a rilento e la formazione del nuovo governo sembra ancora molto lontana.
Come spiega lo Spiegel, infatti, la scadenza che si è data Angela Merkel non significa che per il 22 ottobre ci sarà una lista dei ministri, ma semplicemente che si sarà capito se l’alleato della CDU/CSU, che alle elezioni è andata molto vicino alla maggioranza assoluta – 311 parlamentari su 630 – saranno i Verdi oppure i socialdemocratici (SPD).
In quest’ultimo caso si verificherà di nuovo una Große Koalition (“grande coalizione”), come viene chiamata in Germania l’alleanza tra due partiti storicamente all’opposizione come SPD e CDU/CSU. Nella storia tedesca ce ne sono state solo altre due, una nel 1966-1969 (nell’allora Germania Ovest) e un’altra nel 2005-2009.
Ma i socialdemocratici hanno già avanzato una serie di punti fermi che renderanno molto difficili i negoziati: le richieste iniziali sono state di sei posti di governo e del ruolo di ministro delle Finanze. Davanti al suo elettorato, la SPD deve portare a casa un grande risultato e cercare di ottenere anche più di quanto spetterebbe in base ai rapporti di forza numerici nel Bundestag, in cui i socialdemocratici hanno 192 parlamentari. Uno dei punti concreti di cui si discute – prima di un’eventuale coalizione si concorderà quasi sicuramente un programma molto dettagliato – è l’introduzione di un salario minimo orario, che la Germania attualmente non ha e che l’SPD ha messo tra le sue proposte principali durante la campagna elettorale. Su questo tema Merkel potrebbe cedere, e secondo un sondaggio dell’istituto Infratest dimap l’83 per cento dei tedeschi è convinto che dovrebbe farlo.
Anche se la coalizione CDU/CSU-SPD rimane la più probabile, nei giorni scorsi i conservatori hanno incontrato anche rappresentanti dei Verdi, che alle ultime elezioni hanno ottenuto l’8,4 per cento e 63 parlamentari. Il risultato è stato molto deludente per il partito e ha portato alle dimissioni del gruppo dirigente. Oltre a questo, la CSU bavarese – più conservatrice rispetto alla CDU – ha già detto chiaramente tramite il suo segretario Alexander Dobrindt di preferire un’alleanza con i socialdemocratici, meno distanti sul piano ideologico.
In tutto questo, c’è almeno un partito che sembra avere un futuro segnato: i liberali del FDP, che non sono riusciti a superare la soglia del 5 per cento per entrare in parlamento, sono sull’orlo della bancarotta. I suoi 93 parlamentari uscenti hanno liberato gli uffici al Bundestag e circa 500 dipendenti del partito sono stati licenziati. La dirigenza ha detto che si farà da parte, ma al momento, scrive lo Spiegel, non ci sono i fondi neppure per tenere un congresso straordinario in cui eleggerne una nuova.