Cos’è l’affidamento ai servizi sociali
Cioè la misura alternativa al carcere e ai domiciliari chiesta da Silvio Berlusconi: chi può ottenerla e cosa prevede
Con la sentenza del primo agosto della Corte di Cassazione, Silvio Berlusconi è stato condannato in via definitiva per frode fiscale a quattro anni di reclusione. I quattro anni di carcere sono però diventati uno in base all’applicazione dell’indulto, che Berlusconi non sconterà comunque in carcere.
La legge n.251 del 5 dicembre 2005 – la “legge ex Cirielli”, chiamata anche “legge salva-Previti” approvata mentre Berlusconi era al governo – stabilisce infatti che nel caso in cui la persona condannata abbia compiuto 70 anni al momento dell’inizio dell’esecuzione della pena (e Berlusconi ne ha 77) questa possa essere scontata nella propria abitazione o in un altro luogo pubblico di cura, assistenza e accoglienza. Oltre alla detenzione ai domiciliari i condannati a una pena inferiore ai tre anni possono chiedere in alternativa l’affidamento ai servizi sociali: sarebbe questa, secondo quanto dichiarato dall’avvocato Franco Coppi, la scelta di Silvio Berlusconi. Ma non è certo che Berlusconi sconterà così la pena: la decisione sarà presa da un tribunale.
L’affidamento in prova al Servizio Sociale
L’Ordinamento Penitenziario, con la legge n.354 del 26 luglio 1975, ha introdotto alcune modalità alternative di esecuzione delle condanne rispetto alla tradizionale reclusione in carcere. Vi possono accedere i detenuti che devono scontare un residuo di pena nei limiti fissati dalla legge: fino a tre anni o fino a sei nel caso di problemi di tossicodipendenza o dipendenza da alcol, se sono impegnati a seguire un programma terapeutico concordato con il SerT o con la comunità terapeutica.
Come nel caso di Berlusconi vi possono accedere anche i condannati che si trovano in uno stato di libertà e che non sono soggetti a detenzione: la persona viene presa in carico dall’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna, che ha il compito di assistere e sostenere i condannati in libertà vigilata o coloro che siano stati ammessi a queste misure alternative.
A decidere o meno la concessione di queste misure è il Tribunale di Sorveglianza sulla base di un’inchiesta del Centro di servizio sociale a cui il condannato deve essere affidato. Con un’ordinanza il Tribunale di Sorveglianza stabilisce anche le regole che il condannato dovrà seguire sul lavoro, sul luogo in cui dovrà abitare, sui suoi rapporti con il Centro di Servizio Sociale e sulla sua libertà di movimento. Gli obblighi possono prevedere anche il divieto di frequentare determinati posti, di svolgere alcune attività o di avere rapporti personali che possano portare «al compimento di altri reati». Il Servizio Sociale, inoltre:
(…) controlla la condotta del soggetto e lo aiuta a superare le difficoltà di adattamento alla vita sociale, anche mettendosi in relazione con la sua famiglia e con gli altri suoi ambienti di vita e riferisce periodicamente al magistrato di sorveglianza sul comportamento del soggetto.
L’affidamento può essere revocato «se il comportamento del soggetto, contrario alla legge o alle prescrizioni dettate, appaia incompatibile con la prosecuzione della prova». Se il condannato rispetta l’ordinanza, per il periodo che corrisponde alla condanna da scontare, la pena viene considerata estinta.
I tempi
Dopo la sentenza della Cassazione, la procura di Milano ha emesso l’ordine di esecuzione della pena e, come da prassi, l’ha sospesa per 30 giorni, per dare modo al condannato di scegliere per la detenzione domiciliare o l’affidamento ai servizi sociali. Poiché era l’inizio di agosto, e ci si trovava nel periodo estivo di sospensione feriale dei termini di legge, i 30 giorni di tempo sono partiti soltanto dopo l’ultima notifica a Berlusconi e ai suoi legali, successiva al 16 settembre: dunque, il termine stabilito per la scelta era stato fissato al 15 ottobre.
Una volta presentata la domanda per l’affidamento ai servizi sociali al tribunale competente (in questo caso quello di Milano), il Tribunale di Sorveglianza fisserà un’udienza alla quale parteciperà come rappresentante dell’accusa un Procuratore generale: durante l’udienza verrà deciso se accogliere o meno l’istanza e, se verrà accolta, verranno stabiliti anche i particolari dell’affidamento.
La domanda di Silvio Berlusconi verrà redatta da Niccolò Ghedini e, secondo quanto dichiarato dall’avvocato Coppi, dovrebbe contenere solo “indicazioni di massima” sull’eventuale attività riparatoria che Berlusconi potrebbe svolgere. Si suppone inoltre che il luogo dell’attività sarà Roma e non Arcore, poiché qualche mese fa, in vista della sentenza di terzo grado per la vicenda Mediaset, Berlusconi aveva spostato lì la sua residenza.