“Gravity” secondo Giovanni Bignami
Il presidente dell'Istituto nazionale di Astrofisica ha raccontato sulla Stampa cosa lo ha impressionato del film con Sandra Bullock e George Clooney
Giovanni Bignami – presidente dell’Istituto nazionale di Astrofisica (INAF) – ha raccontato sulla Stampa le sue impressioni sul film Gravity. Il film, diretto, montato e prodotto dal regista messicano Alfonso Cuarón, ha per protagonisti gli attori statunitensi Sandra Bullock e George Clooney ed è costato 80 milioni di dollari. Gravity racconta la prima missione spaziale su uno Shuttle dell’ingegnere medico Ryan Stone (Sandra Bullock) accompagnata dal comandante Matt Kowalsky (Clooney), al suo ultimo viaggio prima di ritirarsi in pensione. Occhio: contiene spoiler.
La lunghissima sequenza di apertura di «Gravity» è fantastica. I critici che se ne intendono la paragonano al miglior Antonioni. Non so, per me è stato più facile e immediato il paragone con il Kubrick di «2001: Odissea nello spazio», di gran lunga il più bel film di fantascienza dopo «Le voyage dans la Lune» di Georges Meliès (che però è del 1902, un po’ datato ma da vedere ancora oggi).
Anche «Gravity» è da vedere, ma con juicio. Nel senso che vuole essere simile alla tecno(fanta)scienza di «Apollo 13» o di «The Right Stuff», ma non ci riesce del tutto, anzi. Il segreto per vedere fino in fondo «Gravity» di Alfonso Cuaròn senza ridere o senza andarsene è munirsi di «suspension of disbelief». Cioè quella cosa per cui lo spettatore deve «far finta di crederci» (FFDC), ovvero, per divertirsi, deve diventare complice dell’autore.
Non me lo aspettavo, per un colossal in 3D, chiaramente sponsorizzato dalla Nasa (che fornisce vere panoramiche della Terra dallo spazio e, perciò, fantastiche. Soprattutto le aurore boreali, valgono tutto il resto del film). La storia di «Gravity», all’inizio, è abbastanza realistica: arriva uno sciame di detriti che distrugge uno Shuttle al lavoro sullo Hubble Space Telescope, strumento in orbita intorno alla Terra. Nella realtà, i detriti hanno velocità di diversi chilometri al secondo, per cui si vedrebbero arrivare molto meno di una palla di fucile, anche se abbastanza grossi…mentre nel film sembra che arrivino svolazzando come sassi che cadono da una parete.
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