“Bling Ring”, la storia vera
Come andò davvero la vicenda dei sei ragazzi ossessionati dai vip che rubavano nelle case dei vip, raccontata dal nuovo film di Sofia Coppola
di Arianna Cavallo – @ariannacavallo
Il 26 settembre è uscito in Italia Bling Ring, il nuovo film di Sofia Coppola, ispirato alla storia vera di un gruppo di ragazzi americani ossessionati da personaggi famosi del cinema, della musica e della tv al punto da arrivare a svaligiare le case di alcuni di loro.
Il film ricostruisce la successione cronologica dei furti in modo molto accurato, riporta fedelmente alcuni dialoghi tratti da video e interviste, inserisce numerosi dettagli ed espressioni effettivamente usate dai protagonisti. Allo stesso tempo Coppola ha modificato i nomi di tutti i ragazzi, ha eliminato o ridimensionati alcuni personaggi e ha aumentato la rilevanza di altri che nella realtà furono più marginali, come nel caso di Tess Taylor (Sam Moore, nel film) che non venne mai condannata. In particolare Bling Ring riprende esplicitamente l’articolo «I sospetti indossavano Louboutins», scritto dalla giornalista Nancy Jo Sales e apparso su Vanity Fair nel marzo del 2010, e si avvale anche della consulenza di Brett Goodkin, un agente del Dipartimento di polizia di Los Angeles che lavorò al caso e che compare anche brevemente nel film (e che per questa consulenza, data a indagini in corso, sta passando dei guai).
Il trailer di Bling Ring
La storia vera
La vicenda fu raccontata dai giornali americani nell’autunno del 2009, quando sette ragazzi dai 18 ai 28 anni che vivevano a Calabasas, un quartiere ricco di Los Angeles, furono arrestati con l’accusa di essersi introdotti nelle case di alcuni personaggi famosi di Hollywood, da Paris Hilton a Lindsay Lohan a Orlando Bloom, e di aver rubato vestiti, gioielli e contanti per un totale di tre milioni di dollari. Il nome “Bling Ring”, dove ring significa cricca e bling indica in termini colloquiali gioielli appariscenti e costosi, fu dato al gruppo dal Dipartimento di polizia di Los Angeles, che indagava sul caso.
Stando alle indagini della polizia e alle ricostruzioni dei giornali, i furti iniziarono nell’ottobre del 2008, terminarono nell’agosto del 2009 e furono condotti principalmente da Rachel Lee, considerata il capo della banda, e Nick Prugo: avevano entrambi 19 anni, si erano conosciuti al liceo Indian Hills di Los Angeles nel 2006. Oltre a loro furono incriminati per vari capi di imputazione Alexis Neiers, una diciottenne aspirante modella (nel film è Emma Watson); Diane Tamayo, un’immigrata clandestina messicana di 19 anni che aveva frequentato Indian Hills; la 19enne Courtney Ames, vecchia amica di Lee il cui patrigno era il famoso pugile Randy Shields; Roy Lopez Jr., 27 anni, un buttafuori che lavorava nello stesso locale di Ames.
Lee e Prugo
Nick Prugo, che nel film è l’unico ragazzo della banda, era arrivato a Indian Hills dopo essere stato cacciato dalla scuola che frequentava per le troppe assenze. Gli erano state diagnosticate sindrome da deficit di attenzione, iperattività e problemi di ansia, prendeva farmaci. In quel periodo non andava particolarmente d’accordo con i genitori: la madre Melva Lynn e il padre Frank, che lavorava in una società di distribuzione di film e serie tv e si era occupato della vendita all’estero del thriller Paranormal Activity.
Lee invece era una ragazza di origini coreane, molto alla moda, «viziata» e «altezzosa», come la descrissero Prugo e Neiers. I suoi genitori erano divorziati: la madre era un’immigrata nordcoreana che gestiva due istituti di mentre il padre era un uomo d’affari sudcoreano che viveva a Las Vegas. Lee non era in buoni rapporti con la madre e soprattutto, a detta di Prugo, «detestava il patrigno».
Lee e Prugo diventarono presto «inseparabili», scrisse l’inchiesta di Vanity Fair. Prugo disse che Lee «era la prima persona che sentivo come migliore amica»; erano legati dalla passione per la moda e speravano di iscriversi al Fashion Institute of Design di Los Angeles. Passavano il tempo in spiaggia, a fumare marijuana e alle feste. Nell’estate del 2008 iniziarono un rituale notturno che chiamavano «controllo auto»: come si vede anche nel film, provavano ad aprire gli sportelli delle auto lussuose parcheggiate nel quartiere nella speranza di trovarne aperta qualcuna e rubare soldi, borsette e carte di credito dimenticate. Il giorno dopo andavano per negozi a spendere quello che avevano trovato. Nel luglio di quell’anno derubarono per la prima volta la casa di un ragazzo a Woodland Hills, che sapevano fuori città: trovarono ottomila dollari in una scatola sotto il letto.
Nel frattempo Prugo iniziò a fare uso di cocaina e nel 2009 fu anche arrestato perché ne fu trovato in possesso. Prugo racconta di non ricordare perché lui e Lee iniziarono a derubare le case delle persone famose: spiega semplicemente che Lee desiderava possedere i loro vestiti e che lui voleva compiacere la sua amica perché «le volevo bene quasi come a una sorella». I due setacciavano siti e riviste di gossip per scoprire quando i personaggi famosi erano fuori di casa e poi trovavano il loro indirizzo online. Nell’ottobre del 2009 decisero di entrare nella casa di Paris Hilton. Prugo spiega che fu presa di mira per prima perché era «scema». «Per dire, chi avrebbe lasciato la porta aperta? Chi avrebbe lasciato così tanti soldi in giro?». Come si vede anche nel film, entrarono dalla porta di ingresso grazie a una chiave trovata sotto il tappetino.
Il gruppo si allarga
Tra ottobre e dicembre Nick e Prugo entrarono altre quattro volte nella casa di Paris Hilton, rubacchiando poche cose: biancheria intima costosa, qualche vestito firmato, scarpe (Prugo aveva lo stesso numero di scarpe di Paris Hilton, come si vede anche nel film), così che non se ne accorgesse. Paris Hilton infatti scoprì i furti e li denunciò alla polizia soltanto dopo l’incursione del 19 dicembre a cui partecipò anche Roy Lopez, che le rubò due milioni di dollari in gioielli infilandoli in una Louis Vuitton. Dopo l’arresto Lopez restituì quasi interamente la refurtiva, che non era stato in grado di rivendere.
Nel frattempo Lee allargò il gruppo a nuovi arrivati: a febbraio ne facevano stabilmente parte Diana Tamayo e Courtney Ames, anche se Prugo era contrario a introdurre nuove persone. Tamayo fu introdotta nel gruppo per la sua statura minuta tanto che riusciva a entrare nelle case da svaligiare passando attraverso la porticina per cani (nel film è la sorella di Alexis/Nicki a farlo). A febbraio i ragazzi, diventati una vera organizzazione criminale, si intrufolarono nella casa dell’attrice e modella Audrina Patridge, che successivamente diffuse il video girato dalle telecamere di sorveglianza nella speranza che qualcuno riconoscesse e denunciasse i colpevoli alla polizia. Prugo vide il servizio in tv, si preoccupò moltissimo ma Lee lo rassicurò. Nessuno li segnalò alla polizia e tutto continuò come prima.
Successivamente i ragazzi rubarono anche nella casa dell’attrice Rachel Bilson, dell’attore Brian Austin Green e della sua ragazza Megan Fox – dove si impadronirono anche della pistola dell’attore – e il 13 luglio Prugo, Lee, Tamayo e Neiers sottrassero dalla casa di Orlando Bloom e della fidanzata, la modella Miranda Kerr, 500 mila dollari in Rolex, borse Louis Vuitton, vestiti e opere d’arte. Come si vede anche nel film, vendettero i 10 Rolex per cinquemila dollari a Johnny “Dangerous” Ajar, che fu poi incriminato per aver comprato e rivenduto numerosi oggetti rubati dalla banda.
A luglio Lee litigò con la madre e si trasferì dal padre a Las Vegas. Prugo la accompagnò guidando una macchina piena di oggetti rubati che trasportò oltre il confine dello stato. Contrariamente a quanto si vede nel film, il gruppo portò avanti altri furti mentre Lee era dal padre: la ragazza tornò saltuariamente a Los Angeles e convinse Prugo a derubare Lindsay Lohan, il suo modello. Secondo la polizia, nella notte del 23 agosto Prugo, Lee e Tamayo rubarono dalla casa di Lindsay Lohan 130 mila dollari in vestiti e gioielli. Il 26 agosto Lohan passò il video di sorveglianza alla polizia e alle tv: da quel momento gli agenti iniziarono a ricevere segnalazioni sull’identità dei ladri e controllarono su Facebook che Prugo e Lee fossero effettivamente amici. Il 17 settembre Nick Prugo venne arrestato.
Alexis Neiers
Nell’autunno del 2009 Alexis Neiers, che nel film è interpretata da Emma Watson, aveva 18 anni appena compiuti. Viveva con la madre Andrea Arlington Dunn, un’ex “coniglietta” di Playboy diventata massaggiatrice olistica professionista; il patrigno Jerry Dunn, uno scenografo televisivo; la sorella minore Gabrielle e Tess Taylor, che aveva un anno in più ed era stata adottata sei anni prima, dopo che la madre se n’era improvvisamente andata. Mikel Neiers, il padre di Alexis, era l’ex direttore della fotografia di Friends. Taylor e Neiers erano amiche fin da piccole, quando si incontrarono a una scuola di danza. Erano piuttosto note nei luoghi della vita mondana di Hollywood ed erano aspiranti modelle: il canale televisivo E! le aveva scelte come protagoniste di Pretty Wild, un reality che raccontava la loro vita, il loro legame e i loro tentativi di entrare nel mondo dello spettacolo.
Un teaser di Pretty Wild
Pochi giorni dopo aver girato la prima puntata, il 22 ottobre del 2009 la polizia entrò nella casa di Alexis con un mandato di perquisizione per la sua partecipazione al “Bling Ring”: trovò tra le altre cose una borsa Marc Jacobs appartenuta presumibilmente a Rachel Bilson e una collana Chanel di Lindsay Lohan. Alexis passò una notte in carcere. Le telecamere di E! erano ad aspettarla quando uscì, dopo aver pagato una cauzione di 50 mila dollari. Il reality seguì la vicenda giudiziaria di Alexis e si trasformò ben presto nel racconto del suo tentativo di non andare in carcere. Il film non fa alcun accenno al reality e a come la vita di Alexis fosse costantemente filmata, spesso anche influenzata dagli scrittori del programma, che andò in onda da marzo a maggio 2010, seguendo di fatto le vicende processuali.
Neiers telefona a Sales per lamentarsi dell’articolo su Vanity Fair
Gli arresti
Pochi giorni dopo essere stato arrestato Prugo confessò alla polizia, senza aver stretto alcun tipo di accordo preventivo, tutto quello che sapeva sul “Bling Ring” (compresi molti reati di cui gli agenti non erano al corrente). Il 22 ottobre la polizia emanò mandati di perquisizione per Ajar, Tamayo, Ames, Neiers, Lopez e Lee. La polizia, come è raccontato nel film, trovò Lee a Las Vegas dal padre: inizialmente la ragazza mantenne la calma e chiese agli agenti se l’avrebbero lasciata libera se avesse rivelato dove si trovava la refurtiva. Quando la polizia trovò nella casa un cappotto appartenente a Lindsay Lohan e alcune foto in topless rubate dalla cassaforte di Paris Hilton, Lee perse la calma, diventò isterica e iniziò ad avere conati di vomito. Durante l’interrogatorio la polizia le disse di aver parlato con le vittime dei furti e, come racconta Coppola, Lee chiese subito qual era stata la reazione di Lindsay Lohan.
Un servizio sull’arresto del gruppo
Tutti gli appartenenti del “Bling Ring” hanno rifiutato di dichiararsi colpevoli o innocenti (il cosidetto “no contest”): pur non essendo un’ammissione di colpevolezza, ne ha le stesse conseguenze concrete.
Lee è stata considerata la mente del gruppo – come indicato da Prugo e da Neiers, che aveva inizialmente accusato Prugo – e ha ricevuto la condanna più dura: quattro anni di carcere. Ne ha scontati un anno e quattro mesi ed è stata rilasciata ad aprile 2013 per buona condotta dopo aver preso parte a un programma di recupero chiamato “Fire Camp”, dove i detenuti sono addestrati per prestare pronto soccorso. Wendy Feldman, che ha avuto l’incarico di preparare Lee al carcere, ha detto che «ha difficoltà di apprendimento, non ha un quoziente intellettivo particolarmente alto ed è difficile pensare che sia stata lei a istigare tutta la faccenda».
Prugo è stato l’ultimo a essere processato, lo scorso aprile: è stato condannato a due anni di carcere ma è stato subito rilasciato per buona condotta, dato che ne aveva già trascorso uno in attesa della sentenza. Prugo ha raccontato di non aver mai discusso del «perché» delle rapine coi suoi complici. «L’abbiamo fatto e basta. So che sembra stupido, ma Rachel voleva semplicemente i vestiti. Voleva sembrare carina». E parlando di sé ha detto «Stavo semplicemente seguendo Rachel, le volevo bene come a una sorella». Ha detto più volte di essersi molto pentito dei furti, di voler restituire gli oggetti rubati e chiedere scusa alle persone che aveva danneggiato.
Nick Prugo a Good Morning America nel febbraio 2010
Diana Tamayo, eletta Miss Sorriso al liceo e già nei guai per aver rubacchiato da Sephora insieme a Lee, fu probabilmente minacciata dalla polizia di essere rimpatriata in Messico se non avesse collaborato. È stata condannata a 60 giorni di servizi sociali e tre anni in libertà vigilata. Contattata dal Daily Beast ha risposto via SMS dicendo di non voler dare interviste e di essersi lasciata il passato alle spalle. «La mia vita è cambiata, ho trovato Dio e iniziato la mia carriera nel settore del fitness e dell’alimentazione». Il suo personaggio non è presente nel film di Coppola.
Courtney Ames, che nel film è chiamata Chloe Tainer e interpretata da Claire Julien, si presentò in tribunale indossando una collana che aveva rubato a Lindsay Lohan. È stata condannata a tre anni di libertà vigilata e 60 giorni di servizi sociali per possesso di oggetti rubati. Il suo avvocato ha detto che ora studia psicologia infantile al Pierce College a Woodland Hills.
Roy Lopez è stato accusato di aver rubato due milioni di dollari in gioielli a Paris Hilton: ha restituito quasi tutta la refurtiva, non essendo riuscito a rivenderla. È stato condannato a tre anni di libertà vigilata. Ora si è trasferito in Texas dove lavora nel campo del petrolio, nel tentativo di rifarsi una vita.
Alexis Neiers ha sempre sostenuto di essere estranea alla banda e di aver partecipato solo al furto a casa di Orlando Bloom mentre era ubriaca. Sales ha scritto su Vanity Fair che una settimana prima dell’udienza, Neiers disse nello studio del suo avvocato:
«Credo fermamento nel karma, tutto questo mi è successo perché potessi avere un’enorme opportunità di crescere come essere umano. Mi vedo come un’Angelina Jolie, ma più forte, mentre mi do da fare persino di più per l’universo e la pace e la salute del nostro pianeta. Dio non mi ha dato questi talenti e questo aspetto solo per posare qua e là come modella o diventare famosa. Voglio essere a capo di un’enorme organizzazione di beneficenza. Voglio guidare un paese».
Il suo discorso è stato interamente riportato nel film.
Neiers è stata condannata a 180 giorni di carcere e ne ha scontati 30, dal 24 giugno al 24 luglio 2010, a cui si aggiungono tre anni di libertà vigilata e un risarcimento di 600 mila dollari a Orlando Bloom. Durante gli ultimi cinque giorni di carcere la cella vicino alla sua era occupata da Lindsay Lohan.
Alexis Neiers racconta la sua esperienza in carcere una volta uscita
Nel dicembre del 2010 Neiers è stata condannata a passare un anno in un centro di disintossicazione, dopo che era stata arrestata per possesso di eroina. Da quando è uscita lavora come volontaria in vari centri di riabilitazione.
Neiers, che ora ha 22 anni, è l’unico membro del “Bling Ring” che ha mantenuto e ricercato un profilo pubblico. Ha raccontato il suo punto di vista sul suo sito, che continua a gestire insieme a una pagina Facebook e un account Twitter. Ha raccontato di essere stata dipendente dall’alcol, dall’eroina e altri tipi di droghe e che molti dei suoi problemi derivavano dalle molestie sessuali subite da piccola e poi dal divorzio dei suoi genitori. Nell’aprile 2012 ha sposato Evan Haines, un uomo d’affari canadese conosciuto durante gli incontri degli alcolisti anonimi. Un anno dopo ha partorito una bambina, Harper Elisabeth Haines. Neiers dice di non bere da due anni e di non avere più rapporti con Tess Taylor.
Dopo aver visto il trailer del film, Neiers lo ha definito «spazzatura inaccurata», basato solo sul racconto di Jones e del poliziotto Goodkin, «due persone che sono tutto quello che accusano noi di essere. Ossessionate dallo status di celebrità, affamati di soldi e di successo»· Poi ad aprile ha cambiato idea dicendo di «aver fiducia nella bravura di Sofia Coppola». Emma Watson, che la interpreta nel film, ha descritto il suo personaggio come «superficiale, materialistico, vuoto e amorale. È tutte queste cose e ho capito di odiarla. E come fai a interpretare qualcuno che odi?».