Cos’è il “metodo Boffo”
Breve storia di un'espressione che è diventata sinonimo di "campagna di stampa basata su bugie allo scopo di screditare qualcuno"
I ministri del PdL hanno diffuso un comunicato in cui si rivolgono al direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, dicendogli che con loro “non funzionerà il metodo Boffo”. L’espressione “metodo Boffo” fa riferimento ad alcuni fatti avvenuti nel settembre del 2009, quando il centrodestra era al governo e Silvio Berlusconi era presidente del Consiglio.
Nell’estate del 2009 iniziarono a circolare racconti e testimonianze riguardo le frequentazioni dell’allora PresdelCons con alcune prostitute, e Avvenire fu uno dei quotidiani che più criticò il suo stile di vita. Il direttore di Avvenire era allora Dino Boffo, che scrisse alcuni editoriali molto pesanti contro Berlusconi. Il 28 agosto del 2009 Vittorio Feltri sul Giornale accusò Boffo di essere “incoerente” pubblicando un documento – presentato come un’informativa della polizia – nel quale si leggeva che Boffo era stato “querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione”.
Ne nacque un gran caso: Boffo definì il documento “una patacca”; il gip di Terni smentì l’autenticità del documento pubblicato dal Giornale; venne fuori che Boffo nel 2004 era stato effettivamente condannato per il reato di molestia alle persone; Boffo disse che la vicenda era stata causata da altri e non si dichiarò responsabile delle telefonate. Il 3 settembre Boffo si dimise dalla direzione di Avvenire. Tre mesi dopo, a dicembre, Feltri scrisse sul Giornale riguardo il caso Boffo: «La ricostruzione dei fatti descritti nella nota, oggi posso dire, non corrisponde al contenuto degli atti processuali». Feltri fu poi sospeso per tre mesi dall’ordine dei giornalisti.
Dino Boffo un anno dopo fu nominato direttore della tv vaticana TV2000. L’espressione “metodo Boffo” è entrata da allora nel lessico della politica italiana, diventando sinonimo di campagna di stampa basata su illazioni e bugie allo scopo di screditare qualcuno per ragioni politiche. Nel 2011 si disse che anche Tremonti avesse fatto sapere a Berlusconi di non voler essere sottoposto al “metodo Boffo”.
foto: LaPresse