Il rispettabile business della marijuana
Vale 1,5 miliardi di dollari, continua a crescere e sta cominciando ad attirare investitori che di solito frequentano Wall Street
Martedì 24 settembre a Denver, in Colorado, si sono riuniti una sessantina di investitori e 22 compagnie in cerca di finanziamenti. Per molti aspetti la riunione è stata simile alle centinaia di riunioni simili che si fanno ogni giorno negli Stati Uniti. Abiti scuri, cravatte e poche donne. Gli investitori (soprattutto dirigenti di fondi pensione ed eredi di grandi fortune) e gli imprenditori hanno parlato di business plan, presentazioni in Power Point e di ritorno sul capitale investito.
La principale particolarità dell’incontro era visibile appena entrati nella sala dove si è tenuta la riunione: sul palco c’erano alcuni enormi vasi con altissime piante di marijuana. L’evento è stato organizzato nella sede della Canna Security Agency (CSA), una società di Denver che si occupa di fornire assistenza legale e misure di sicurezza alle aziende impegnate nel commercio e nella produzione di marijuana. Il tema dell’incontro era mettere in mostra le migliori e più innovative compagnie che operano nel settore della produzione, del consumo e del marketing della marijuana e dei prodotti correlati.
L’evento è stato organizzato dalla ArcView, un network di 75 angel investors, investitori interessati a finanziarie compagnie che non possono fornire molte garanzie e che operano in settori innovativi, molto rischiosi e dove le possibilità di guadagno sono molto alte.
La ArcView ha portato a Denver 60 investitori e li ha fatti incontrare con circa 22 produttori di articoli legati al mondo della marijuana. Quello di Denver è stato probabilmente uno dei primi e probabilmente il più grande raduno di investitori interessati al campo della cannabis. Alla fine della riunione, la ArcView ha annunciato che i suoi membri hanno investito in tutto più di un milione di dollari in vari progetti, oltre ad aver raccolto 22 mila dollari da donare alle vittime dell’alluvione in Colorado (un altro milione di dollari è stato investito durante un incontro simile a Seattle qualche settimana fa).
Non si tratta di cifre molto importanti, ma è un segno, scrive l’Economist, che il mondo della cannabis sta diventando un settore “rispettabile” in cui investire. È una storia cominciata nel 1996, quando la California divenne il primo stato a legalizzare la marijuana per scopi terapeutici (da allora è stata seguita da altri 19 stati). Per molti anni il business della cannabis è stato intoccabile per tutte le società rispettabili: «Nessuno voleva essere considerato il primo banchiere ad aver investito nell’industria della cannabis. Il rischio per la reputazione della compagnia era troppo grave» ha raccontato al New York Times Brendan Kennedy, ex manager di una società di investimenti che ora dirige un piccolo fondo di investimento che si occupa di start-up legate al mercato delle droghe leggere.
Negli ultimi anni le cose sono cambiate rapidamente. Lo scorso novembre gli stati di Washington e Colorado sono stati i primi a rendere completamente legale il consumo di marijuana. Altri stati, tra cui New York, sembrano intenzionati a percorrere la stessa strada nei prossimi mesi. Nell’agosto 2013 il dipartimento di Giustizia ha fatto sapere che non contesterà le leggi che hanno liberalizzato la droga e che continuerà a occuparsi principalmente dei casi più gravi di traffico di droga e della lotta allo spaccio tra i più giovani.
Anche l’opinione pubblica sta cambiando il suo modo di considerare la marijuana a scopo ricreativo. Da diversi anni la maggioranza assoluta degli americani è favorevole all’utilizzo della marijuana per scopi terapeutici. Secondo un sondaggio del Pew Reasearch Center effettuato nel 2013, per la prima volta in 40 anni la maggioranza degli americani (il 52 per cento) si è dichiarata favorevole a una legalizzazione completa della marijuana: il supporto per la legalizzazione è cresciuto dell’11 per cento in due anni.
Tutto ciò ha reso il settore della marijuana improvvisamente più appetibile. Uno dei manager di ArcView ha raccontato che poco dopo queste decisioni tre investitori che avevano detto di essere contrari a finanziare società nel campo della marijuana lo hanno chiamato per dirgli che avevano cambiato idea. Secondo le ultime valutazioni, il mercato della marijuana vale almeno 1,5 miliardi di dollari, un valore che potrebbe aumentare anche di cento volte se la marijuana dovesse essere legalizzata in tutti gli stati, sostengono alcuni manager della ArcView.
Per quanto la fiera di Denver abbia mostrato che esiste un certo interesse da parte di alcuni piccoli gruppi di investitori, quello della marijuana è un mercato con ancora molti problemi e in cui gli investitori cercano di operare con prudenza. Il motto dell’ambiente è “non toccare la foglia”. In altre parole: non immischiarti direttamente con la produzione del prodotto.
La marijuana è ancora considerata illegale a livello federale e questo fatto può portare a una serie di complicazioni. Le regole sono ancora piuttosto incerte e in molti hanno il timore di violare le leggi oppure di mettersi in una posizione potenzialmente illegale nel caso le leggi venissero improvvisamente cambiate. Questa situazione porta anche il settore privato ad essere prudente nei confronti di chi opera con la marijuana: diverse società che producono o vendono marijuana sono state costrette ad operare solo con i contanti perché non hanno trovato banche disposte ad aprire conti correnti o a concedere carte di credito.
In molti, come gli investitori che hanno visitato la fiera di Denver, preferiscono investire sulle compagnie che offrono prodotti “collaterali” alla produzione della marijuana. Ad esempio: dispensatori automatici di marijuana, vaporizzatori portatili, social network per appassionati di marijuana, sistemi automatici per il taglio delle foglie e pastiglie che accelerano il metabolismo del fegato per far sì che gli effetti svaniscano più in fretta.
In attesa che il quadro legislativo sulla produzione e sul commercio di marijuana si assesti il mercato sta comunque crescendo: circa 300 milioni di dollari in più tra il 2011 e il 2012. E mentre le vendite legali di marijuana aumentano, il mercato dei prodotti collaterali non potrà che fare altrettanto. O, come la racconta Kennedy: «Quanto tutti cercano l’oro è un buon momento per entrare nel business delle pale e dei picconi».