• Cultura
  • Mercoledì 25 settembre 2013

«Scusateci per essere così noiosi»

L'originale lettera con cui la band dei "Godspeed You! Black Emperor" ha risposto all'assegnazione del premio per il miglior disco canadese dell'anno

INDIO, CA - APRIL 14: Godspeed You! Black Emperor performs during Day 2 of the 2012 Coachella Valley Music & Arts Festival held at the Empire Polo Club on April 14, 2012 in Indio, California. (Photo by Michael Buckner/Getty Images for Coachella)
INDIO, CA - APRIL 14: Godspeed You! Black Emperor performs during Day 2 of the 2012 Coachella Valley Music & Arts Festival held at the Empire Polo Club on April 14, 2012 in Indio, California. (Photo by Michael Buckner/Getty Images for Coachella)

I Godspeed You! Black Emperor sono una band canadese che fa musica che una ventina d’anni fa era stata chiamata “post-rock”: la definizione coinvolgeva molte altre band anche assai diverse tra loro, ma grossomodo si può dire che riguardasse suoni rock prevalentemente tradizionali ripensati dentro costruzioni più libere e creative, spesso con alternanze tra andamenti molto quieti e rumorosità improvvise (si ritiene che tra i primi a fare esperimenti del genere siano stati i Talk Talk, nella parte meno nota e più inventiva della loro storia). Altre band associate a questa categoria ebbero successi notevoli (i Mogwai, i Tortoise, i Sigur Ros), mentre i Godspeed You! Black Emperor (che a cominciare dal nome sono sempre stati meno accessibili a pubblici più estesi, anche per la durata delle loro composizioni) sono ammirati e riveriti dagli appassionati del genere, ma poco conosciuti altrimenti.
Ma in Canada le loro qualità sono note e riconosciute, e quest’anno è stato assegnato loro il Polaris Music Prize, un importante premio musicale che viene dato al disco canadese migliore dell’anno, e che nelle passate edizioni era stato dato a Feist e agli Arcade Fire: il loro disco si chiama “Allelujah! Don’t Bend! Ascend!”, ed era uscito quest’anno dopo nove anni dal precedente.
Godspeed You! Black Emperor, però, non si sono presentati a ritirare il premio e hanno scritto una originale lettera di spiegazioni sul loro sito.

Qualche parola su questa cosa del Polaris Prize

ciao kanada
ciao autori di musica kanadesi.

grazie per la nomination grazie per il premio – è carino avere dei riconoscimenti dalla Patria Travagliata dato che qui ci sentiamo così spesso orfani. e molto rispetto per tutti voi che scrivete di gruppi locali, che fate tutto quel casino – perché quello strombazzare è fondamentale e necessario e importante.

e molto rispetto soprattutto per i freelance, perché fare i freelance è una roba dannatamente difficile, e poi ora siamo tutti freelance, no? che cadono, lottano e si arrabattano in questi tempi difficili.

quindi sì, vi siamo grati e sì, siamo umili e ci vergogniamo a lamentarci dato che siamo stati premiati – MA MERDA E PORCA VACCA – stiamo arando il nostro campo ai margini della cultura degli strambi da almeno 20 anni e «l’ambiente è molto figo ma avrebbe davvero bisogno di una serata con i premi» è un’idea che non ci è mai passata per la testa.

3 punti veloci su cui quasi chiunque è d’accordo, forse =

– fare una festa lussuosa in tempi di crisi e accertato declino è una strana cosa da fare

– organizzare una festa lussuosa solo perché i musicisti possano competere tra loro per un piccolo assegno non aiuta per niente la causa della buona musica

– chiedere a toyota di aiutare a coprire le spese per la festa, durante un’estate in cui lo scioglimento della calotta polare è trasmesso in streaming su Internet, È DANNATAMENTE FUORI DI TESTA, e ne esce fuori come una cosa stonata rispetto all’attuale orribile guaio.

questi sono tempi duri per tutti. e le melodie dei musicisti sono piuttosto in basso nella lista di cose che hanno urgente bisogno di miglioramenti MA SE e SE il punto di questo premio e di questa festa è riconoscere il lavoro musicale compiuto nel nome di qualcosa di diverso dai soldi facili, bè allora forse la prossima festa dovrebbe essere fatta in un postaccio, senza i loghi delle aziende e i signori del mercato culturale. e forse c’è bisogno da tempo di una festa del genere e sarebbe davvero una bella cosa godersela (?), da qualche parte in qualche momento dove il punto non sono soldi facili che si danno pacche sulle spalle da soli.

date i soldi ai ragazzini, lasciateli fare le loro dannate feste, date i soldi ai vecchi e fateli provare a scrivere le loro opere nonostante tutto, ma lasciate che la massa delle videostar della musica si azzuffi inutilmente nel mezzo, senza avere in tasca i soldi destinati dal governo alla cultura.

noi useremo i soldi per un programma per dare strumenti musicali ai detenuti del quebec, se gli dovessero servire…

amen e amen.

scusateci per essere così noiosi
vi vogliamo bene / il nostro paese è fottuto,
xoxoxox
godspeed you! black emperor

(foto: i Godspeed You! Black Emperor al festival di Coachella in California nel 2012, Michael Buckner/Getty Images)