Saccomanni: «Io non mi metto alla disperata ricerca di un miliardo»
Sul Corriere della Sera di oggi il direttore Ferruccio De Bortoli ha commentato la situazione che si è creata nel governo guidato da Enrico Letta dopo la notizia che il rapporto deficit/PIL dell’Italia, per il 2013, dovrebbe superare il 3 per cento, il limite imposto dalla Commissione Europea. De Bortoli riporta i contenuti di un suo colloquio con il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, che tra le altre cose dice:
Io non mi metto alla disperata ricerca di un miliardo se poi a febbraio si va a votare.
Il Corriere della Sera è uscito oggi con il titolo “Saccomanni pronto a lasciare”, riferendosi proprio ai contenuti di quel colloquio: il ministro dell’Economia è presentato come provato dalla situazione di instabilità politica che si è creata negli ultimi giorni e soprattutto dalla pressione sull’uso delle risorse, poche, rimaste a disposizione.
Sono ore drammatiche per il governo Letta. L’amara e onesta constatazione di aver infranto, seppur di poco, il limite del 3 per cento nel deficit 2013, a pochi mesi dall’uscita dalla procedura europea, e con l’incubo di ritornarci subito, ha creato nell’esecutivo un’atmosfera nella quale la delusione si mischia all’impotenza. L’aumento dell’Iva dal 21 al 22 per cento dal primo ottobre non appare più evitabile, e nemmeno rinviabile. Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni lo ha detto con chiarezza sia al premier Letta, sia al presidente della Repubblica. Non accetterà altri compromessi. Ed è pronto a dimettersi. La lettera non l’ha ancora scritta, ma è come se lo avesse già fatto. La tentazione di formalizzarla è cresciuta dopo aver letto le dichiarazioni di Epifani, a cui si sono aggiunte ieri quelle di Alfano, entrambi fermamente contrari al ritocco dell’Iva. Quello che amareggia di più il titolare dell’Economia, poco avvezzo alle liturgie della politica, è il sentirsi dire in privato una cosa, specialmente dall’esponente pdl, e ascoltare poche ore dopo in pubblico l’esatto contrario
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