La Camera ha approvato la legge contro l’omofobia
È stata votata da PD e Scelta Civica, contrario invece il PdL: ora il provvedimento dovrà passare al Senato
Nella serata di giovedì la Camera ha approvato la legge contro l’omofobia e la transfobia, un provvedimento che sta avendo un percorso parlamentare lungo e accidentato: i voti favorevoli sono stati 228 voti, i contrari 108 e gli astenuti 57. Ora la legge dovrà essere approvata anche in Senato. Il provvedimento è passato con i voti del PD e di buona parte di Scelta Civica, ma ha anche ricevuto parecchie critiche da destra e da sinistra.
Le divisioni più recenti tra i partiti della maggioranza hanno riguardato la questione delle aggravanti della legge Mancino, una questione di cui si litiga fin dall’approvazione del disegno di legge in commissione Giustizia a luglio 2013. Il problema è l’estensione anche all’omofobia e alla transfobia dell’articolo 3 della legge Mancino, la legge del 1993 che prevede un’aggravante della pena – fino alla metà – per i reati del codice penale commessi sulla base di «discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».
Dopo la proposta di introduzione di queste aggravanti, il relatore del provvedimento del PdL, Antonio Leone, si era dimesso ieri mattina (sono rimasti in carica gli altri, tra cui Ivan Scalfarotto del PD). Oggi si è arrivati a una soluzione: le aggravanti rimangono, ma è stato aggiunto un emendamento secondo cui queste non si applicano a “le organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto”. L’obiettivo è punire il comportamento violento e discriminatorio individuale ma rassicurare chi teme che le sanzioni possano restringere la libertà d’espressione (nel centrodestra alcuni si sono lamentati che la legge, una volta in vigore, renderebbe illegale esprimere posizioni contrarie al matrimonio gay).
Questa soluzione, che aveva il parere favorevole del relatore Scalfarotto, ha però diviso la maggioranza che sostiene il governo Letta e in particolare PD e PdL: è stata votata da PD, Scelta Civica e Lega Nord ma hanno votato contro PdL, Movimento 5 Stelle e SEL. I critici della soluzione dicono che metterà al riparo dalla legge associazioni apertamente omofobe: Arcigay ha definito l’emendamento “irricevibile”.
Nei giorni scorsi c’erano state altre situazioni difficili. Martedì 17 settembre si sono votate tre questioni pregiudiziali presentate da Lega Nord, Fratelli d’Italia e da 11 deputati cattolici del PdL. Le pregiudiziali riguardavano la presunta incostituzionalità del provvedimento e sono state respinte (a scrutinio segreto) con 405 no e 100 sì: quella presentata dai deputati del PdL testimonia una divisione sulla questione all’interno dello stesso partito di centrodestra. I critici della legge dicono che limiterà comunque la libertà di opinione.
Foto: DIBYANGSHU SARKAR/AFP/Getty Images