Come ha potuto comprare armi l’attentatore di Washington DC?
Aveva avuto problemi mentali e con le armi: una storia esemplare di un sistema che non funziona
Durante lo scorso fine settimana, Aaron Alexis ha preso a noleggio un fucile d’assalto AR-15 a un poligono di tiro con annesso negozio di armi a Lorton, nella Virginia settentrionale, e ha sparato ai bersagli del Sharpshooters Small Arms Range. Prima di andarsene, ha confermato un avvocato del negozio a NBC, ha comprato un fucile a canna liscia modello Remington 870 e due scatole di cartucce, circa 24 munizioni.
Lunedì 16 settembre c’è stata una sparatoria nei Navy Yard – i vecchi cantieri navali – della marina militare a Washington D.C., negli Stati Uniti. Sono rimaste uccise 13 persone compresa la persona che ha sparato, morta in uno scontro a fuoco con la polizia. Era Aaron Alexis, un uomo di 34 anni, originario di Brooklyn a New York e residente fino a poco tempo fa in Texas. Alexis era un ex militare della Marina – dal 2007 al 2011 – e da pochi mesi lavorava part-time in un’agenzia privata subappaltatrice. Per questo è entrato nel complesso militare semplicemente mostrando il suo tesserino.
I media americani stanno dedicando molta attenzione al fatto che Alexis avesse dimostrato di avere problemi mentali ma che nonostante questo fosse riuscito a comprare un’arma e ottenere legalmente le autorizzazioni per entrare in un’importante area militare americana. Il Wall Street Journal ha riassunto in una timeline gli incidenti negli ultimi dieci anni della vita di Alexis: nel 2004, per esempio, era stato arrestato a Seattle perché aveva sparato alle gomme della macchina di un uomo in un eccesso di rabbia causato da una presunta “mancanza di rispetto”. Allora il padre disse che Alexis soffriva di problemi psicologici perché traumatizzato dalle cose che aveva visto partecipando ai soccorsi subito dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 a New York.
Negli anni successivi Alexis fu denunciato o arrestato alcune altre volte, tra cui una, nel settembre 2010, in cui la vicina di casa che abitava sopra di lui – e con cui si era lamentato per il troppo rumore – chiamò la polizia dopo che un colpo di pistola da casa di Alexis venne sparato contro casa sua, bucando il pavimento e il soffitto. Alexis disse che il colpo era partito accidentalmente mentre puliva l’arma.
Alexis aveva anche dimostrato in diversi casi di soffrire di problemi mentali e il mese scorso la polizia del Rhode Island aveva messo in guardia la Marina militare. Il 7 agosto, infatti, Alexis aveva chiamato la polizia a Newport, in Rhode Island, dicendo che “sentiva le voci”, che qualcuno lo seguiva e lo colpiva con “vibrazioni al suo corpo” che gli impedivano di dormire. CNN ha scritto che Alexis aveva contattato di recente due ospedali che curano i reduci di guerra e Associated Press ha aggiunto che era in cura per problemi psicologici: fonti anonime delle forze dell’ordine hanno detto all’agenzia di stampa che Alexis soffriva di paranoia.
Nonostante questi problemi, Alexis aveva una delle autorizzazioni di sicurezza di massimo livello. Un responsabile del ministero della Difesa ha detto che le verifiche e i controlli sul passato di Alexis (il cosiddetto background check) sono stati fatti tra 2007 e 2008, prima degli episodi più gravi. Alexis ha mantenuto facilmente le autorizzazioni anche dopo aver lasciato la Marina nel 2011, come ha spiegato il Washington Post in un approfondimento dedicato alle autorizzazioni, possedute nel 2012 da circa 4,9 milioni di persone: il quotidiano scrive che il procedimento burocratico ha diversi difetti e che in passato sono state concesse anche a persone con problemi di droga, di alcolismo e con precedenti penali significativi.
Ma soprattutto, Alexis ha potuto comprare legalmente armi poco prima della strage, come è accaduto nell’85 per cento dei casi nelle oltre sessanta stragi effettuate con armi da fuoco negli Stati Uniti dal 1982 a oggi. Il 14 settembre, infatti, Alexis aveva comprato il fucile a canna liscia a Lorton, Virginia, una delle due armi usate nella strage insieme a una pistola presa sul posto a una delle sue vittime (l’FBI sembra aver smentito l’uso di un fucile d’assalto AR-15, dello stesso tipo di quello usato nel luglio 2012 nella strage di Aurora in Colorado). In Virginia è possibile comprare un’arma lunga come un fucile a canna liscia (ma non un fucile d’assalto) anche se non si è residenti dello stato, con l’unica differenza che il costo del permesso è maggiorato di tre dollari (cinque invece di due). Alexis ha dovuto anche presentare due documenti di identità: tutti i dati sono stati poi inseriti nel sistema di controllo automatico NICS dell’FBI, che ha immediatamente dato un risultato positivo per l’acquisto.
Come è stato possibile che, nonostante gli episodi legati alle armi e i problemi mentali, Alexis abbia potuto comprare un fucile con tanta facilità? L’Atlantic si è fatto la stessa domanda e ha concluso che lo ha fatto “passando attraverso molte crepe nel sistema, che hanno varie dimensioni”. Il punto è che, anche se non è vero che negli Stati Uniti chiunque può entrare in un supermercato e uscire con un fucile, i controlli necessari a ottenere un’arma hanno molti difetti e sono influenzati negativamente anche dalla scarsa comunicazione tra i vari enti burocratici. Scrive l’Atlantic:
Quando i rivenditori di armi negli stati fanno richiesta di un controllo [background check] all’FBI, la salute mentale è uno dei parametri che l’agenzia valuta per l’approvazione. Le linee guida sono dettagliate: il soggetto controllato non può essere stato “valutato come affetto da problemi mentali o affidato a una struttura di cura psichiatrica” (solo l’un per cento delle richieste respinte sono rifiutate in base a questo criterio). Al momento della sua richiesta, Alexis non rientrava in nessuna delle due categorie. Forse non sarebbe stato comunque decisivo: come ha ricostruito il Washington Post, l’autore della strage al Virginia Tech rientrava nella prima categoria, ma dato che i dati in possesso dello stato non erano stati condivisi con il governo federale era stato in grado di superare i controlli. Il General Accounting Office ha calcolato che dal database federale mancano circa 2,3 milioni di casi.
Anche i precedenti di Alexis con le armi sono stati ininfluenti nel concedere il permesso, perché gli episodi degli anni scorsi non si erano mai conclusi con un processo e con una condanna, nonostante l’intervento della polizia.
I controlli dell’FBI proibiscono l’autorizzazione solo a quelli che sono stati “condannati da un tribunale per un reato punibile con oltre un anno di carcere”.
Infine, l’FBI respinge le richieste di chi è stato congedato con disonore dall’esercito. Durante i suoi anni in Marina, tra il 2007 e il 2011, Alexis era stato oggetto di una decina di sanzioni disciplinari per diverse infrazioni ma nonostante questo era honorably discharged, cioè “congedato con onore”.
Foto: Il negozio di Lorton, Virginia, dove Aaron Alexis ha comprato una delle armi usate nella strage, 17 settembre 2013.
(Alex Wong/Getty Images)