La Russia e la tregua olimpica
Una tradizione dalle origini antiche e un po' ingenua è diventata quest'anno un caso politico (c'entrano le leggi contro l'omosessualità in Russia)
Secondo la leggenda, nel 776 prima di Cristo il re Ifito si recò dall’oracolo di Delfi per trovare una soluzione ai continui conflitti che logoravano la Grecia. L’oracolo gli diede una soluzione semplicissima: sostituire la guerra con una competizione atletica. Ifito la trovò un’idea geniale. Insieme ad altri re e tiranni locali si diede da fare per organizzare la competizione. La città scelta fu Olimpia e da allora i giochi vennero chiamati “Olimpici”.
All’epoca però i greci erano un popolo turbolento. Per assicurare che non accadesse niente di brutto a chi decideva di partecipare ai giochi, venne stabilita la tregua olimpica: un periodo che iniziava sette giorni prima dei giochi e che finiva sette giorni dopo. Durante la tregua atleti, artisti e pellegrini erano liberi di muoversi per il paese senza essere disturbati e le ostilità tra gli eserciti dovevano essere interrotte.
La tregua olimpica esiste ancora oggi (e ha anche un sito internet) e viene celebrata dal Comitato Olimpico Internazionale, alcune volte con manifestazioni clamorose, come la visita a Sarajevo nel 1994. Ma alla tregua olimpica partecipa anche l’ONU: ogni due anni, in occasioni delle Olimpiadi estive e di quelle invernali, il paese ospitante elabora una bozza di risoluzione intitolata appunto “Tregua olimpica”. Il documento in genere contiene generici riferimenti alla pace nel mondo e viene approvato senza tanto clamore. Almeno fino ad oggi.
Nel 2014 si terranno a Soči, in Russia, le Olimpiadi invernali. La Russia, come di consueto, aveva preparato una bozza di risoluzione “Tregua Olimpica”. Il testo conteneva vari auspici di pace e serenità indirizzati “alle persone di differenti età, sesso, capacità fisiche, religione, razza e stato sociale”. Mancava qualunque riferimento agli omosessuali e ai transgender.
In realtà nemmeno la risoluzione del Regno Unito approvata in occasione di Londra 2012 conteneva alcun riferimento esplicito agli omosessuali. Ma alla Russia, che ha recentemente varato una serie di leggi definite da molti “anti-gay”, questa omissione non è stata permessa, e delegazioni di moltissimi paesi hanno criticato la bozza di risoluzione russa e hanno chiesto un cambiamento.
Alla fine l’hanno spuntata: la nuova bozza elaborata dai delegati russi non contiene più il lungo elenco di categorie con la vistosa eccezione della voce “orientamento sessuale”. Nel nuovo documento, la risoluzione “promuoverà l’inclusione sociale senza discriminazioni di alcun tipo”. Le modifiche sono state accolte favorevolmente e la risoluzione dovrebbe essere votata nelle prossime settimane.