10 ragioni per cui Buzzfeed ha dovuto pagare questa foto
Il sito famoso per le liste, e per usare immagini senza chiedere permesso, ha accettato di rimborsare con 500 dollari un fotografo: che spiega perchè
Buzzfeed è un sito americano diventato molto popolare e letto negli ultimi anni, e a cui si sono dedicate molte attenzioni e discussioni intorno all’informazione online: perché è sia un sito di news e informazione che un sito di contenuti leggeri e divertenti slegati dall’attualità, invenzioni spiritose, e moltissime liste. E in più ha sperimentato rapporti nuovi e spregiudicati con sponsor e inserzionisti e costruito una relazione intensa con i social network e con i contenuti prodotti dagli utenti. Il risultato è un ricchissimo e disordinato contenitore di strano-ma-vero, trovate comiche, video e foto “virali”, pagine sponsorizzate, che ha ottenuto un grande successo e grandi invidie da parte degli editori di tutto il mondo (lo ha fondato uno degli inventori dello Huffington Post, Jonah Peretti), ma anche molte critiche da parte di chi lo giudica inaffidabile e poco autorevole come giornale online, da parte di chi trova alla lunga noiose le sue formule, e da parte di chi contesta il suo uso poco rispettoso dei contenuti altrui. Ed è capitato spesso che ricevesse lamentale e contestazioni dagli autori dei siti e dei contenuti saccheggiati.
Martedì 10 settembre l’ingegnere informatico Dan Catt (ha lavorato al Guardian e per Flickr) ha quindi messo in ordine sul suo sito – imitando le liste di Buzzfeed – “10 ragioni per cui Buzzfeed mi rimborserà una richiesta per violazione di copyright”, a partire da una sua foto di suo figlio che era stata usata su Buzzfeed in una lista di “18 prodotti quotidiani che usate nel modo sbagliato”. E ha spiegato tre giorni dopo di avere ricevuto, dopo la sua protesta, 500 dollari per quella foto (li ha donati a una fondazione per la ricerca contro i tumori).
1. Perché non c’è ragione per cui debba farmi piacere
“Dovresti essere contento della visibilità che danno alle tue foto”, si sente ripetere Catt. Però, spiega, Buzzfeed non ha messo un link alla sua pagina su Flickr, ma alla pagina di download della foto. Chi ci clicca non scopre niente di lui né del suo lavoro, né si aggiunge ai numeri della sua pagina su Flickr, né vede dei banner pubblicitari (che invece sono naturalmente presenti sull’articolo di Buzzfeed).
2. La foto non è di pubblico dominio
Posto che questa volta l’autore e i diritti sulla foto erano noti e identificabili, quando Buzzfeed ha avuto altri guai sul copyright delle foto usate, i suoi responsabili hanno detto di avere cercato i crediti delle immagini, ma che non li avevano trovati e le foto erano molto in giro su internet e quindi “hanno concluso che fossero di pubblico dominio”. Ma, spiega Catt, il “Pubblico dominio” di una foto è una condizione specifica, regolata e scelta dall’autore o dalla legge: dire “è molto in giro su internet ma non trovo notizie sull’autore” significa dire “c’è un autore che detiene i diritti ma non si trova” e per questi casi si stanno studiando delle leggi nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Per ora non ci sono, e comunque saranno nella direzione di “lascia quella roba dov’è”.
3. Non è un lavoro trasformato
La legge americana consente – con ampie e controverse zone grigie – l’uso di opere protette da copyright laddove questo uso ne sia una trasformazione che le rende di fatto un’altra opera, diversa dall’originale. Queste norme sono spesso invocate da chi riproduce immagini altrui in rete e non, applicando spesso minimi interventi ed elaborazioni all’originale. E lo stesso Peretti di Buzzfeed – in polemiche precedenti – ha sostenuto che nel momento in cui Buzzfeed le usa in un nuovo contesto come quello delle sue liste, le immagini sono “trasformate”. Ma, dice Catt, è difficile sostenere che la foto di un bambino che apre un succo di frutta abbia subito una trasformazione dell’opera, quando è presentata come la foto di un bambino che apre un succo di frutta.
4. Il DMCA non c’entra
La legge americana che si chiama Digital Millennium Copyright Act (DMCA) solleva alcuni siti come Tumblr, Pinterest e YouTube da alcune responsabilità per i contenuti protetti da copyright caricati dagli utenti. Ma in questo caso la foto è stata scaricata, ricaricata e impaginata da un dipendente stipendiato di Buzzfeed, obbediente alle regole di Buzzfeed su queste cose.
5. Pagate quella foto
Peretti sostenne anche che “sarebbe ottimo se le foto avessero dei metadati segreti per identificarne il copyright e pagarle”. Nel suo caso, dice Catt, il suo nome associato alla foto, e sulla pagina di Flickr dove si trovava, forse poteva essere sufficiente. E visto che Buzzfeed paga gli abbonamenti alle grandi agenzie fotografiche di cui usa le foto, forse farlo anche con lui non era troppo lavoro.
6. Le foto in Creative Commons
Catt dice di non avere niente contro chi riutilizza i contenuti o chi guadagna dei soldi: e infatti lui stesso assegna licenze Creative Commons (quelle che consentono un uso libero e gratuito a determinate condizioni) a circa un quarto delle sue foto. Per esempio alcune dei suoi bambini che sa che possono essere utili ai siti delle scuole Montessori. E quelle, anche Buzzfeed le può usare liberamente.
7. Gli spambot rispettano il copyright più di Buzzfeed
Catt spiega che la sua foto in Creative Commons più usata è quella di un vecchio documento per un’ipoteca che ha trovato abbandonato in una casa: gli strumenti di ricerca automatica di contenuti online da collegare a determinati siti e servizi – quelli sui mutui sono particolarmente seguiti, di questi tempi – la identificano, la usano per questi siti e si accorgono che è in Creative Commons e che possono usarla.
8. La foto non vale granché
“Non sono mica il tipo che vuole 3,6 milioni di dollari”, dice Catt citando un’altra nota violazione di copyright da parte di Buzzfeed: “la foto di mio figlio non è una creazione brevettata, se riguardasse una notizia importante la registrerei e venderei alle agenzie di stampa”. Ma lo stesso, dice, non si può neanche dire che non abbia nessun valore. Da molti anni Catt mette da parte delle foto di bambini che trafficano con oggetti per scrivere un giorno una cosa intitolata “10 cose che ho imparato da genitore”. Ora che quella foto è stata usata da Buzzfeed, quel suo progetto ha perso un po’ del suo valore, e qualcuno potrebbe addirittura sostenere che Catt avrà copiato Buzzfeed. Le foto su cui mantiene il copyright, spiega Catt, è perché immagina di poterle volere usare.
9. Nel Regno Unito c’è una procedura accelerata per le richieste minori dei fotografi
Che consente di ricevere un compenso per le violazioni di copyright senza spese legali e avvocati. Buzzfeed può anche decidere di andare in tribunale, certo: ma gli costerebbe parecchio di più.
10. Hanno sostituito la mia foto
Catt rivela che dopo la sua richiesta di risarcimento Buzzfeed ha rimpiazzato la sua foto con un’altra. Ma lui ha fatto uno screenshot della pagina, naturalmente.