In Turchia si ricomincia?
Terzo giorno consecutivo di scontri e proteste a Istanbul, Ankara e altre città, dopo la morte di un ragazzo: Erdogan ha accusato l'opposizione
Giovedì 12 settembre, per il terzo giorno consecutivo, migliaia di persone hanno partecipato alle proteste anti-governative in diverse città della Turchia. In particolare a Istanbul e Ankara ci sono stati scontri tra forze di sicurezza turche e manifestanti, con l’uso di cannoni ad acqua e gas lacrimogeni da parte della polizia e lancio di oggetti da parte di chi stava protestando. Gli scontri sono durati diverse ore e si sono prolungati fino alle prime ore di venerdì. Molti manifestanti sono stati arrestati, dice Agence France Presse, ma non è stato comunicato alcun numero ufficiale da parte delle autorità.
Diverse proteste si sono tenute anche nella città meridionale di Antakya, dove lunedì è morto il manifestante anti-governativo 22enne Ahmet Atakan. La morte di Atakan è stato l’evento che ha fatto ripartire le proteste in Turchia: secondo la famiglia del ragazzo, e secondo diverse associazioni locali vicine alle posizioni dei manifestanti, Atakan sarebbe morto dopo essere stato colpito alla testa da una bomboletta di gas lacrimogeno sparato dalla polizia durante una protesta contro il governo del conservatore Recep Tayyip Erdogan. La polizia ha negato invece questa versione, sostenendo che il ragazzo sarebbe caduto accidentalmente da un palazzo, senza alcun coinvolgimento delle forze di sicurezza.
Giovedì il primo ministro Erdogan ha criticato duramente il Partito Popolare Repubblicano, principale partito di opposizione del paese, accusandolo di essere stato dietro alle proteste del parco Gezi a Istanbul, iniziate alla fine del maggio scorso e poi diffuse in tutta la Turchia. Erdogan, che si trovava alla cerimonia di apertura della fiera commerciale TÜMEXPO a Istanbul, ha detto: «Quelli dietro le proteste di Gezi sono il Partito Popolare Repubblicano e i suoi deputati. Questo è chiaro e ovvio. Quelli che capiscono che non possono vincere alle elezioni, ripongono le loro speranze nelle strade e nelle piazze».
Erdogan ha anche accusato le opposizioni di volere sostenere un altro colpo di stato militare in Turchia, dicendo che le proteste del parco Gezi sono state simili a quelle che portarono al primo golpe nel paese del 27 maggio 1960.