Il Regno Unito privatizza le poste
Il governo di Cameron venderà la maggioranza delle azioni del più antico servizio postale del mondo, il Royal Mail: i sindacati sono contrari e annunciano scioperi
Giovedì 12 settembre il governo britannico ha annunciato la privatizzazione di Royal Mail, il servizio postale pubblico. La vendita iniziale di azioni (IPO, initial public offering) di almeno metà della società dovrebbe cominciare “entro le prossime settimane”, come ha annunciato un comunicato congiunto del governo. Le azioni saranno quotate alla borsa di Londra e non è ancora stato ufficializzato il valore complessivo della società, ma il governo ha già preparato un sito informativo per aiutare l’acquisto di azioni da parte di privati.
Nonostante il settore delle poste sia stato liberalizzato nel 2006, Royal Mail si fa ancora carico di gran parte della consegna delle lettere nel paese. Negli ultimi anni la gestione della società è stata profondamente ristrutturata, per cercare di rispondere alla forte concorrenza della posta elettronica e di grandi società estere che hanno aperto il proprio servizio di consegne nel Regno Unito, in particolare l’olandese TNT e DHL Express, di proprietà della tedesca Deutsche Post. Negli ultimi cinque anni il numero di lettere gestite ogni giorno da Royal Mail è passato da 84 milioni a circa 58 milioni.
Da molto tempo si parla di una privatizzazione dell’azienda e il governo di Cameron aveva già annunciato le sue intenzioni tre anni fa. Il precedente governo del laburista Gordon Brown aveva invece abbandonato i piani di privatizzazione del servizio postale nazionale nel 2009: l’Economist scrive che né lui né Gordon Brown avevano voluto lanciarsi in una lotta contro il sindacato dei dipendenti postali, un tempo guidato dal potente ministro laburista Alan Johnson. Visto che Royal Mail era scampata all’ondata di privatizzazioni nel Regno Unito degli ultimi decenni, il Financial Times ha chiamato questa operazione “storica” e ha scritto che si tratta di qualcosa che neppure Margaret Thatcher aveva avuto il coraggio di fare.
Le agenzie di stampa scrivono che quella di Royal Mail sarà la più grande privatizzazione di un’azienda pubblica da molti anni, dopo che nei primi anni Ottanta vennero vendute British Gas e British Telecom e negli anni Novanta il primo ministro John Major privatizzò le ferrovie. AFP riporta che, secondo la stampa britannica, la vendita di Royal Mail potrebbe valere fino a 3,5 miliardi di euro.
Il comunicato del governo dice che la privatizzazione è stata decisa “per assicurare la sostenibilità a lungo termine del servizio postale universale per sei giorni alla settimana e con una tariffa fissa indipendentemente dalla destinazione”. Il ministro del Commercio e dell’Innovazione britannico, Vince Cable, ha detto che il 10 per cento delle azioni di Royal Mail sarà distribuito gratuitamente ai circa 150 mila dipendenti. Il potente sindacato dei lavoratori postali, il Communication Workers Union (CWU), è contrario alla privatizzazione e ha lanciato la campagna “Save Our Royal Mail”. Gli aderenti al sindacato voteranno nelle prossime settimane per decidere se indire uno sciopero.
Il servizio postale unificato nel Regno Unito è il più antico del mondo e ha oltre 350 anni di storia. Ultimamente, dopo molti anni di gravi difficoltà finanziarie – l’Economist notava dieci anni fa che Royal Mail, “l’ultimo monopolio statale governato dai sindacati”, perdeva 750 mila sterline al giorno – i conti erano migliorati grazie ai pesanti tagli e al grande aumento del commercio online e di conseguenza delle consegne tramite la posta.
Foto: Oli Scarff/Getty Images