Le foto di martedì alla Camera
Contestazioni del M5S, reazioni degli altri, battute ardite del presidente Boldrini
Oggi, martedì 10 settembre, il voto alla Camera dei Deputati sul disegno di legge che avvia le procedure sulle riforme istituzionali è stato contestato da alcuni deputati del M5S, che prima hanno esibito cartelli e magliette con un tricolore e il numero 138 (con riferimento all’articolo 138 della Costituzione) e poi hanno attaccato con diversi interventi la gestione della seduta e gli altri partiti: tutto questo tra le proteste dei loro avversari politici e i tentativi del presidente Boldrini di riportare l’ordine, che hanno però generato ulteriori e diffuse proteste quando di fronte alla battuta dell’onorevole Di Battista “Il PD non è uguale al PdL, è peggio del PdL” la stessa Boldrini ha ribattuto “Non offenda!”.
Subito dopo la votazione si è aperto sulla gazzarra in aula un duro confronto fra M5S e altri gruppi. Con il grillino Di Battista a dare dei “ladri” ai deputati Pd-Pdl. Che hanno duramente replicato, invocando maggiore severità da parte della presidente Boldrini.
Ma lo scontro in aula è andato avanti con toni aspri. E la presidente Boldrini lo ha interrotto con la sospensione della seduta e la convocazione immediata della conferenza dei capigruppo.
Sulle prime, la contestazione e lo scontro si sono concentrati sulla “nuova pagliacciata” grillina (magliette e cartelli) denunciata da diversi interventi di deputati Pd e Pdl. Con Ignazio La Russa che, per conto di ‘Fratelli d’Italia’ e memore di altre famose proteste del passato a Montecitorio, fuori e dentro l’aula, ha quasi preso le difese dei Cinque Stelle. “E’ vero – ha detto – che oggi violano il regolamento in aula e l’altro giorno sono saliti sul tetto di Montecitorio. Ma su altri tetti poco tempo fa sono saliti in tanti anche di altre forze politiche. Così come di proteste eclatanti ne abbiamo fatte tante in tanti… Piuttosto mi sorprende che proprio loro entrati in Parlamento per il nuovo e contro il vecchiume…”.
Il ‘ringraziamento’ di Alessandro Di Battista (M5S) a La Russa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso nella maggioranza e alla presidenza. “La saggezza di alcune parole del presidente La Russa non ci impedirà – ha gridato al microfono il grillino – di mandare a casa anche lui. Ci aspettiamo una sanzione a cinque stelle per quanto fatto in questi giorni: datecela pure, abbiamo violato il Regolamento. Ce lo meritiamo e ce la prenderemo. Ma il male dell’Italia vero oggi è l’ipocrisia. Ci siamo sbagliati a dire che il Pd è come il Pdl. Sono peggio di loro: puniteci pure ma bisogna sbattere fuori dal Parlamento tutti questi ladri…”.
Apriti cielo. Boldrini ha tentato di interrompere Di Battista, con una frase dal significato letterale ambiguo che ha fatto infuriare ancor di più il Pdl. “Non offenda – ha scandito Boldrini alle ripetute accuse di Di Battista alla maggioranza – e ricordi che la difesa della democrazia passa anche dalla difesa delle regole”. Simone Baldelli non l’ha fatta finire: “Le chiedo, signora Presidente, di assumere la difesa della onorabilità del mio gruppo politico. E mi aspetto da lei un atteggiamento davvero imparziale. Il problema non è se i deputati del Pd sono peggio o meglio di quelli Pdl. Il fatto grave e vergognoso è che sia consentito a Di Battista di gridare ladri e altri insulti ai colleghi. Questo è il Parlamento, non è un asilo infantile. Serve fermezza e severità”.
” E’ quello che ho già fatto”, ha ribattuto Boldrini a Baldelli: “Stia tranquillo che a Di Battista non sarà consentito di nuovo di infangare e offendere colleghi”. Ma a prendere la parola poco dopo di lei, sono di nuovo i grillini. Con le loro accuse. E a questo punto Boldrini ha fischiato il fallo finale e sospeso i lavori dell’aula.
Per la cronaca, la Camera ha dato il via libera al disegno di legge costituzionale che istituisce il ‘Comitato dei 42′ per le riforme istituzionali ed elettorali. Ora il provvedimento passa al Senato.