Giornate memorabili in Giunta

Monica Guerzoni racconta il concitato momento di celebrità di quelli che devono decidere sulla decadenza di Silvio Berlusconi

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
09-09-2013 Roma
Politica
Senato - Riunione della Giunta delle Elezioni e delle Immunità sul caso Berlusconi
Nella foto Andrea Augello

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
09-09-2013 Rome (Italy)
Senate - Election Committee, Berlusconi decadence from Senate member
In the photo Andrea Augello
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 09-09-2013 Roma Politica Senato - Riunione della Giunta delle Elezioni e delle Immunità sul caso Berlusconi Nella foto Andrea Augello Photo Roberto Monaldo / LaPresse 09-09-2013 Rome (Italy) Senate - Election Committee, Berlusconi decadence from Senate member In the photo Andrea Augello

Monica Guerzoni racconta oggi sul Corriere della Sera l’inedita eccitazione mediatico-politica che si è creata intorno ai luoghi che ospitano la Giunta per le elezioni del Senato – che deve discutere in questi giorni della decadenza di Silvio Berlusconi – usualmente non abituati a tante attenzioni.

«Non fu così nemmeno vent’anni fa, quando là dentro c’era Giulio Andreotti…». Il funzionario dell’Archivio di Stato non sa più a chi dare i resti, sale e scende le scale, chiude e apre i cancelli e gli tocca persino rassicurare una studiosa che si informa sulle uscite di sicurezza del Palazzo, ossessionata dal terrore di «fare la fine del sorcio». Dalle due del pomeriggio e fino alle otto di sera, il cortile del Palazzo della Sapienza, che ospita la giunta delle Elezioni, è un circo di provincia. C’è la troupe tedesca e quella coreana, c’è la turista olandese e l’indiana con sari verde-oro, c’è la teutonica che sventola un girasole lungo un metro e l’archivista marxista dichiarato: barba e pipa, cappellaccio di paglia con gli occhiali posizionati sopra alla falda, indossa una t-shirt accalappia-fotografi, con cui si è presentato spavaldamente in ufficio. C’è scritto «Berlusconi facci il miracolo. Sparisci».
Berlusconi non c’è, ma il circo è tutto in suo nome. Turisti che arrivano per la cupola del Borromini e rimangono lì per ore a godersi lo spettacolo. Perché, come dice in inglese l’inviato coreano, «mister Berlusconi fa notizia in tutto il mondo». La farsa del chiodo-scaccia-chiodo comincia prima delle tre, ogni senatore che arriva si prende un pezzetto di scena, ma appena ne appare uno più famoso il predecessore deve cedere il passo davanti ai riflettori. «Annamo!». Il grido degli operatori, la ressa, gli spintoni e gli insulti dicono che è arrivato Andrea Augello. Il relatore, Pdl, si presenta zaino in spalla, gravato dal peso delle segretissime ottanta cartelle che leggerà, prendendosi 250 minuti, davanti alla giunta.

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(nella foto Andrea Augello, Roberto Monaldo/LaPresse)