G20, su Siria resta frattura. Ban Ki-moon: No ulteriore militarizzazione
San Pietroburgo (Russia), 6 set. (LaPresse) – Il G20 di San Pietroburgo, oggi al secondo giorno, continua a evidenziare la frattura che sulla questione siriana divide le maggiori potenze mondiali. Motivo della contesa la risposta militare voluta dagli Usa all’attacco chimico del 21 agosto vicino Damasco, dove sono morte centinaia di persone. Se la Francia è favorevole, altri sono contrari e altri ancora – tra cui l’Italia – estremamente prudenti, in attesa dei risultati delle prove raccolte dagli ispettori Onu e del voto del Congresso americano. Intanto, mentre il presidente Barack Obama cerca di raccogliere consenso all’intervento contro il regime di Bashar Assad, il segretario generale Onu Ban Ki-moon invita a trovare una soluzione politica alla catastrofe umanitaria, senza militarizzare ulteriormente. E con il premier britannico David Cameron chiede fondi per le vittime. La Russia stamane ha fatto sapere che un’altra nave da sbarco della sua Marina è partita alla volta della Siria.
LEADER DIVISI SU AZIONE MILITARE. La cena di ieri sera dei leader dei G20 alla reggia Peterhof, che si è protratta nella notte, ha sottolineato le diverse posizioni. Il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha riferito che la metà dei leader è orientata verso l’intervento militare, mentre la metà è contraria, riporta Ria Novosti. “Alcuni Stati sostengono che siano necessarie misure veloci, ignorando ogni legittima istituzione internazionale”, ha detto Peskov, mentre “altri si dicono contrari allo sminuire la legge internazionale e chiedono di ricordare che solo il Consiglio di sicurezza Onu ha il diritto di prendere decisioni sull’uso della forza”.
OBAMA CERCA CONSENSO. I consiglieri della Casa Bianca hanno fatto sapere che Obama, durante la cena di ieri, ha cercato sostegno “politico e diplomatico”, non necessariamente cooperazione militare. Ben Rhodes, vice consigliere alla sicurezza nazionale, ha sottolineato che il tipo di azione che gli Usa stanno valutando “non ha grande necessità di partecipazione internazionale”. Sebbene la questione siriana non rientri nell’agenda del G20, era previsto che fosse un tema centrale dei colloqui. Anche il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon è intervenuto sull’argomento alla cena.
BAN KI-MOON: STOP MILITARIZZAZIONE. È necessario trovare una soluzione politica alla crisi umanitaria “senza precedenti” ed evitare una ulteriore militarizzazione, ha detto stamane il segretario generale della Nazioni unite, Ban Ki-moon, rivolgendosi ai leader del G20, riporta Ria Novosti. Ha inoltre spinto perché la Conferenza di Ginevra sulla Siria, la cosiddetta Ginevra 2, si tenga il più presto possibile.
RUSSIA INVIA NAVE. Un’altra nave da sbarco, la Nikolai Filchenkov, è stata inviata dalla Russia verso le coste siriane. Citando fonti della Marina di Mosca, Interfax riferisce che la nave è partita diretta al mar Mediterraneo con “un carico speciale”. Il ministero della Difesa non ha confermato. Il capo dello staff al Cremlino ha dichiarato ieri che la Russia sta aumentando la propria presenza navale nel mar Mediterraneo, in primo luogo per organizzare una possibile evacuazione dei cittadini russi dalla Siria.
CAMERON: SERVONO FONDI. Il premier britannico David Cameron e Ban Ki-moon chiedono ai leader del G20 maggiori aiuti per le vittime della guerra siriana. Cameron ha presieduto un incontro dei Paesi donatori e ha annunciato altri 81 milioni di dollari da Londra, in gran parte per formazione ed equipaggiamento con cui far fronte ad attacchi chimici. Non è noto se altri Paesi partecipanti all’incontro abbiano promesso fondi.
RASMUSSEN: FRATTURA PERICOLOSA. Da Vilnius, dove si trova per la riunione dei ministri degli Esteri Ue, il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen dice di ritenere “difficile” che si trovi un accordo al Consiglio di sicurezza Onu sulla questione siriana e che così si “manda un segnale molto pericoloso ai dittatori sul fatto che possono usare armi chimiche” restando impuniti. Secondo il Lithuania Tribune che pubblica una intervista, ha detto: “Penso che sia davvero tempo di superare la frattura, perché manda un segnale molto pericoloso ai dittatori di tutto il mondo sul fatto che possono usare armi chimiche e di altro tipo di armi di distruzione di massa senza alcuna reazione da parte della comunità internazionale”.
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