Putin di traverso, sulla Siria
In un'intervista alla vigilia del G20 dice che non crede alle prove americane sulle armi chimiche, non crede che Assad le userebbe, e che è possibile siano stati i ribelli
Giovedì 5 settembre a San Pietroburgo inizia il G20 e, nonostante il programma preveda che i leader mondiali si confrontino su numerosi temi economici, è chiaro che l’argomento di discussione principale sarà la crisi siriana e l’ipotesi di un attacco militare degli Stati Uniti contro il paese. Il G20 è ospitato quest’anno dalla Russia, che ne detiene la presidenza e che fino a ora è stata tra i principali oppositori di un attacco contro il regime siriano, accusato di usare armi chimiche. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha respinto qualsiasi ipotesi di intervento militare e in una intervista concessa giovedì ad Associated Press ha ribadito l’opposizione della Russia e messo pesantemente in dubbio le affermazioni americane.
• Per Putin le prove portate dagli Stati Uniti sull’attacco del 21 agosto a est di Damasco non sono sufficienti per dire, con assoluta certezza, che il regime del presidente siriano Bashar al Assad abbia usato armi chimiche sui ribelli e la popolazione: “Non sappiamo dettagli precisi su ciò che è accaduto. Si è trattato di armi chimiche o solo di qualche tipo di inquinanti chimici?”
• Un attacco con armi chimiche da parte di Assad non avrebbe avuto senso, ha detto Putin: “Ci sembra completamente ridicolo che l’esercito, che è all’attacco e in alcune aree ha fatto arrendere i cosiddetti ‘ribelli”, abbia usato armi chimiche” in condizioni simili. “È una cosa priva di logica”.
• Putin ha comunque detto che la Russia non esclude a priori la possibilità di partecipare a un intervento militare in Siria, ma solo se sarà deciso dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e dopo che sarà stato provato con certezza che le armi chimiche sono state usate da Assad. “Stando a quanto dicono le leggi internazionali, l’autorizzazione per l’uso della forza contro uno stato sovrano può essere solo data dal Consiglio di sicurezza dell’ONU. Qualsiasi altra ragione, o metodo, per giustificare l’uso della forza contro uno stato indipendente e sovrano è inaccettabile e non può essere definita in altro modo se non come aggressione.”
• La Russia in più occasioni ha sostenuto, più o meno esplicitamente, che sarebbero stati alcuni gruppi dei ribelli a compiere attacchi con armi chimiche rudimentali: se così fosse “che cosa farebbero ai ribelli gli Stati Uniti? Che cosa farebbero gli stati che hanno sostenuto le opposizioni? Fermerebbero le forniture di armi? Inizieranno a combattere contro i ribelli?”
• Durante l’intervista Putin ha minimizzato il raffreddamento dei rapporti diplomatici con gli Stati Uniti negli ultimi mesi, a causa della questione siriana e della decisione della Russia di dare temporaneamente asilo ad Edward Snowden: “Ci rendiamo conto che il governo degli Stati Uniti è seccato per alcune politiche adottate dalla Russia. Ma non possiamo farci nulla. Penso che sarebbe meglio non avere seccature e avere invece pazienza e lavorare per trovare soluzioni”.
• Putin ha infine difeso la Russia dalle accuse di omofobia sorte dopo l’approvazione da parte del Parlamento di una legge che prevede multe pesanti per chiunque “diffonda informazioni” sull’omosessualità a persone che abbiano meno di 18 anni e organizzi manifestazioni a sostegno delle persone omosessuali. Durante la sua permanenza a San Pietroburgo, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama dovrebbe incontrare un gruppo di attivisti della comunità LGBT (persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender).