Gli uragani sono in ritardo
Dall'inizio di giugno non ne è stato registrato nemmeno uno negli Stati Uniti: non succedeva dal 2002, ma non significa che ce ne saranno di meno
Negli Stati Uniti i sei mesi che vanno dall’1 giugno al 30 novembre sono chiamati “la stagione degli uragani”, per via delle condizioni meteorologiche favorevoli alla loro formazione che si presentano più di frequente in quei mesi dell’anno. Negli ultimi tre, però, non ne è stato registrato nemmeno uno: era dal 2002 che non si formava nessun uragano fino a settembre, sebbene negli scorsi mesi molti meteorologi avessero previsto che questa sarebbe stata una stagione «sopra la norma», e che ci sarebbero stati tra i sette e gli undici uragani.
Secondo Dennis Feltgen, il portavoce del Centro nazionale per lo studio degli uragani degli Stati Uniti, la loro assenza è dovuta al fatto che le tempeste tropicali che provengono dall’Africa attraverso l’Oceano Atlantico – che di solito sono ingrossate dall’aria calda e umida che incontrano sulle coste americane – sono state indebolite da alcune correnti insolitamente secche presenti quest’anno sopra l’Oceano. Questo fa sì che quando le perturbazioni raggiungono le coste americane si verifichino al massimo forti temporali, come accaduto di recente ad Haiti o nella Repubblica Dominicana.
Feltgen ha aggiunto a NBC News che «considerare conclusa la stagione sarebbe un grosso errore», poiché «è appena iniziato il periodo più rischioso». Ha ricordato che una situazione simile si ebbe anche nel 2001, quando il primo uragano si verificò il 9 settembre e da quel giorno fino al 30 novembre si verificarono altri 14 eventi simili. Sandy, inoltre, il più grande uragano atlantico mai registrato, ebbe il suo picco di intensità quasi alla fine della stagione degli uragani, il 25 ottobre del 2012.
foto: Mario Tama/Getty Images